Lavoratori autonomi, Consiglio Ue: “Agire per colmare lacune”.

Migliorare la protezione sociale dei lavoratori autonomi europei. Questo in sintesi il contenuto delle conclusioni approvate ieri dal Consiglio dell’Ue: “I lavoratori autonomi sono attori chiave dell’economia e dell’innovazione europea – ha dichiarato il ministro spagnolo José Luis Escrivá -. Dobbiamo pertanto garantire e migliorare la loro copertura di protezione sociale in tutta Europa per garantire loro condizioni di lavoro e di vita dignitose. Ora più che mai abbiamo bisogno di un approccio socialmente un’Europa solida e socialmente orientata”.

In oltre la metà degli Stati membri i lavoratori autonomi non sono coperti da tutti i rami della protezione sociale. Ad esempio, più di 15 milioni di lavoratori autonomi nell’UE non hanno accesso alle indennità di disoccupazione, senza contare le innumerevoli penalizzazioni rispetto al trattamento dei dipendenti pubblici e privati e, ancora, l’emersione di nuove forme ibride di lavoro, come lo smart work e l’operatività attraverso le piattaforme online. Senza contare che secondo il rapporto della Commissione sull’attuazione della raccomandazione del Consiglio dello scorso 8 novembre 2019, in materia di protezione sociale dei lavoratori subordinati e autonomi, esistono ancora molte differenze nell’accesso alla protezione sociale tra gli Stati membri.

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In questo contesto, il Consiglio ha invitato gli Stati membri a colmare eventuali lacune rimanenti nei loro sistemi nazionali al fine di migliorare l’accesso dei lavoratori autonomi alla protezione sociale, con particolare attenzione alle indennità di disoccupazione e di malattia. “Gli Stati membri – si legge nella nota del Consiglio – dovrebbero inoltre garantire un livello adeguato di protezione ai lavoratori autonomi, al fine di garantire un tenore di vita dignitoso e prevenire la povertà sul lavoro”.

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