Flussi migratori, incentivi alle forze dell’ordine per trattenere i migranti.

Sono realistiche le discutibili pratiche in auge nei vari Paesi Ue circa la concessione di incentivi alle forze dell’ordine per trattenere i migranti nelle aree transfrontaliere? Secondo la deputata di Renew Europe, Izaskun Bilbao Barandica, sembrerebbe proprio di si come confermato dall’annullamento, da parte dei vertici della polizia nazionale spagnola, dell’ordine elaborato da un comandante della stazione di polizia di Irún che avrebbe concesso giorni di riposo agli agenti che avessero arrestato il maggior numero di migranti.

Un nuovo scandalo per la “democratica Ue” confermato anche dalle rivelazioni di un ex ufficiale che ha dichiarato alla televisione basca che questa pratica è comune nella polizia francese.

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Notizie, ricorda Bilbao Barandica “che si aggiungono a una serie di altri incidenti nella stessa area spagnola, che vanno dalla chiusura arbitraria dei valichi di frontiera alle procedure di riammissione in violazione del Codice delle frontiere Schengen”.

Problemi, ancora, recentemente sollevati da diverse interrogazioni parlamentari, suggerendo che tali pratiche scorrette persistono in Ue nonostante la Commissione europea abbia annunciato l’intenzione di discutere la questione e di affrontarla con le autorità interessate.

Dalla Commissione, però, Ylva Johansson ha dichiarato che l’Esecutivo von der Leyen non dispone di informazioni su tali pratiche e che il coordinatore Schengen è in contatto con le autorità spagnole e francesi dall’ottobre 2022. in merito al ripristino dei controlli alle frontiere interne da parte della Francia.

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“Come indicato nella Strategia Schengen 2021 – spiega la Johansson – la Commissione ritiene che misure alternative più mirate ai controlli alle frontiere interne potrebbero aiutare gli Stati membri a far fronte alle minacce all’ordine pubblico e alla sicurezza interna. Come annunciato nella Relazione sullo stato di Schengen del 16 maggio 2023 la Commissione sta sta attualmente conducendo un processo di consultazione formale sui controlli alle frontiere interne ai sensi dell’articolo 27 del Codice frontiere Schengen”.

Un processo, quest’ultimo, che dovrebbe valutare, insieme agli Stati membri interessati, la situazione nelle sezioni di frontiera ed esplorare l’attuazione di misure alternative. Sullo sfondo, però, resta un dato di fatto la mancanza di potere della Commissione verso l’organizzazione dell’esercizio dei poteri di polizia e, anche in presenza di pratiche lesive dei diritti fondamentali, l’impressione è che i mezzi legali a disposizione della Commissione siano assolutamente “poco performanti”.

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