Eurodeputati e Politiche Giovanili: intervista all’On. Annalisa Tardino.

Quale sarà il rapporto tra gli under35 sardi e gli eurodeputati italiani nei prossimi 5 anni? Sarà possibile, durante la nona legislatura del Parlamento Europeo, ridurre il gap di comunicazione tra giovani residenti in Sardegna e rappresentanti politici? Tra gli eurodeputati eletti nel collegio Italia Insulare è stata eletta la leghista Annalisa Tardino, classe 1979, avvocato civilista . Dopo essersi insediata nell’Europarlamento il 2 luglio è entrata nel gruppo Identità e Democrazia .

On. Tardino , cosa rappresentano per lei le politiche giovanili?

Per me le politiche giovanili rappresentano una priorità strategica dell’UE e dei singoli Stati membri. I giovani rappresentano il futuro del nostro continente, e la capacita dell’UE di supportarli, nell’ambito della strategia dell’UE per la gioventù ,insieme agli sforzi da attuare a livello degli Stati membri, costituirà la misura del contributo che i giovani potranno fornire alla nostra comunità, grazie alle conoscenze e competenze acquisite in questo percorso.


Alle ultime elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo nel Collegio Italia Insulare sono stati eletti esclusivamente rappresentanti della Sicilia e nessuno in Sardegna. Mancando una rappresentanza sarda nell’Europarlamento come sarà garantita la rappresentanza dei bisogni e delle istanze dei giovani sardi?

La struttura del collegio elettorale, complice anche la scarsa affluenza registrata, ha fatto sì che non venisse eletto alcun candidato sardo, a differenza delle scorse elezioni europee. Ma posso garantire, quantomeno per quanto riguarda me e la Lega, che questo non priverà in alcun modo i cittadini sardi, e i giovani in particolare, di una rappresentanza attenta alle loro esigenze e necessità. Io mi impegno a essere la voce dei cittadini siciliani e sardi in Europa, non solo dei siciliani o di chi mi ha votato, ma di tutti.


Come può un under35 comunicare una proposta, problematica ad un eurodeputato?

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I canali di comunicazione, formali e informali sono oggi molteplici. Dalla mail ufficiale del Parlamento europeo, al mio sito, fino ovviamente ai social media, che rappresentano lo strumento che consente di essere in contatto con tutti, in tempo reale. Inoltre, cittadini e giovani possono rivolgersi alla base territoriale della Lega, con la quale ho costanti rapporti, e che mi inoltrerà le istanze di ciascuno. Io sono sempre aperta a commenti, suggerimenti e proposte, nonché a segnalazioni di problemi, e al dialogo in generale, per migliorare insieme la situazione dei nostri giovani e agire per lo sviluppo del territorio.


Pensando a programmi quali l’Erasmus+, l’Erasmus per giovani imprenditori, ecc. secondo lei perchè in Europa i giovani sono poco informati circa le iniziative europee che li riguardano?

Uno dei problemi che ha contraddistinto la scarsa percezione dell’UE nei territori è stata la mancanza di comunicazione circa le iniziative e le opportunità che questa metteva a disposizione o finanziava. Negli ultimi anni, però, le Istituzioni europee si sono finalmente rese conto di questo gap e hanno deciso di investire nella comunicazione sui territori. Erasmus+ rappresenta uno dei programmi di maggiore successo dell’UE, ha da poco festeggiato 30 anni, e ha consentito a oltre 9 milionibdi giovani europei di arricchire la propria vita con un’esperienza formativa unica. Ma resta ancora molto da fare, per promuovere le tante misure europee, e io mi impegnerò a fare da megafono e a pubblicizzare tutte le opportunità, a partire dai tirocini retribuiti presso le istituzioni europee, sino alle misure per i giovani imprenditori, affinché anche i nostri giovani possano essere messi al corrente delle varie iniziative e nelle condizioni di partecipare proficuamente.


Per quanto riguarda l’imprenditoria giovanile e la formazione, come è possibile secondo lei passare dalla formazione (dove non vi sono vincoli stringenti di spesa da parte delle amministrazioni pubbliche) alla fase performante dell’apertura di un’azienda se il sostegno economico anche nella modalità del contributo a fondo perduto (offerto a seconda delle percentuali regionali,nazionali ed europee) richiede ai giovani l’anticipo delle spese?  Come può un giovane senza risorse proprie con una idea innovativa e la capacità di realizzarla, creare un’impresa e occupazione se il passaggio dalla formazione alla produttività vera e propria è cosi critico?

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Purtroppo si tratta di uno dei problemi che talvolta si verifica quando si passa nella fase attuativa, a livello nazionale o locale. Normalmente questo tipo di progetti prevedono un anticipo sul finanziamento, in grado di consentire al giovane di iniziare la propria attività, o un prestito agevolato con un’ente bancario.  Vorrei, però, approfittare di questo spazio per sottoporre alla vostra attenzione l’opportunità rappresentata dal programma “Resto al sud”, che si rivolge ai giovani del Mezzogiorno d’Italia, per sostenere la nascita di nuove attività imprenditoriali, e che prevede un contributo a fondo perduto pari al 35 per cento del programma di spesa, e un finanziamento a interessi 0 del restante 65 per cento, garantito dal fondo di garanzia per le PMI.
Una misura importante, che il nostro governo ha voluto sostenere con forza, aumentando il requisito dell’eta fino a 46 anni, per ampliare la platea dei possibili beneficiari, e creato per evitare la fuga dei giovani dal nostro territorio, per scommettere insieme sulla loro creatività, sulle straordinarie qualità e sulla voglia di fare che li contraddistinguono.

Foto Annalisa Tardino

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