Erasmus+, presentata (con ampio ritardo) la relazione intermedia 2021-2027: entusiasmo e criticità.
È stata presentata ieri in commissione CULT del Parlamento europeo la relazione intermedia sul programma Erasmus+ 2021-2027, illustrata da Michael Teutsch, direttore della direzione Gioventù del programma. La relazione, arrivata in ritardo e in concomitanza con la proposta della Commissione sul nuovo bilancio, ha sollevato preoccupazioni sui tempi ridotti a disposizione per valutarne l’impatto, alimentando critiche sulla capacità delle istituzioni europee di migliorare il programma.
Teutsch ha riconosciuto il ritardo, ma ha sottolineato il quadro positivo che emerge dal rapporto: 4,2 milioni di partecipanti, 99mila organizzazioni coinvolte e 100mila progetti avviati. Nonostante le difficoltà legate al periodo pandemico, il programma ha raggiunto il 15,2% di persone con minori opportunità. “Non tutto è perfetto – ha detto – ma i risultati confermano l’ampio valore del programma, che crea senso di appartenenza e mantiene un buon rapporto costi-benefici. La sfida maggiore resta la scarsità di risorse rispetto a una domanda in continua crescita”.
Dai deputati sono arrivate valutazioni contrastanti. Zdrojewski (PPE) ha chiesto più semplificazione e una piattaforma digitale accessibile, mentre Repp (PPE) ha sollecitato maggiori risorse e attenzione all’inclusione. Critico Vicsek (PfE), che ha denunciato l’esclusione degli studenti ungheresi, definita “scandalosa e inaccettabile”. Magoni (ECR) ha chiesto più fondi, mentre Petrov e Riehl (Verdi) hanno denunciato l’esclusione di molte scuole e il rischio che la nuova proposta della Commissione penalizzi il settore giovanile.
Teutsch ha replicato riconoscendo “problemi informatici e limiti di bilancio”, ma ha difeso l’impianto del programma e la gestione con le Agenzie nazionali. Sull’Ungheria ha ribadito l’esistenza di “conflitti di interesse non risolti dal governo Orbàn”, motivo per cui gli studenti restano esclusi.
Diversi eurodeputati, tra cui Tarr, Heide e Sousa Silva, hanno insistito su maggiore equità nella distribuzione delle risorse e sostegno agli studenti più svantaggiati, sottolineando che decine di migliaia di domande non hanno ricevuto finanziamento. Van den Berg ha posto l’accento sul bisogno di una valutazione più sistematica dell’impatto del programma sugli studenti dei percorsi professionali.
Infine, si è discusso della proposta della Commissione di fondere Erasmus+ con il Corpo europeo di Solidarietà. Una prospettiva che suscita perplessità in parte dell’aula, ma che Teutsch ha difeso: “I due programmi hanno molte sovrapposizioni, la fusione consentirà di razionalizzare le risorse”. La nuova proposta prevede inoltre borse di mobilità per atleti sportivi, più fondi per le discipline STEM e un budget complessivo di 40,82 miliardi di euro, con un aumento del 30% al netto dell’inflazione.
Erasmus+ resta quindi un pilastro delle politiche europee per i giovani, ma le sfide di inclusione, finanziamento e governance restano centrali nel dibattito sul futuro del programma.
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