EcoDigital, Pecoraro Scanio: “Giovani siano protagonisti non comparse.

La transizione ecologica e digitale sia strumento per contrastare il cambiamento climatico prima che l’emergenza diventi catastrofe e per non ritrovarci in un’ Italia arretrata ed indebitata. Sono questi i principali temi affrontati al terzo evento di Italia #EcoDigital.

Nel corso della conferenza stampa, sono state presentate le prime proposte di attivisti, giovani innovatori, imprenditori e amministratori locali per la costruzione di una rete di realtà virtuose, con l’obiettivo di aggregare e valorizzare le buone pratiche e le migliori esperienze diffuse su tutto il territorio nazionale per favorire la vera transizione EcoDigital, mettendo a circuito quegli esempi positivi fondamentali per la trasformazione ecologica e digitale della società e dell’economia, secondo principi di giustizia sociale e climatica.

Per Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde “non abbiano più molto tempo, le emergenze climatica e sociale peggiorano. Migliaia di attivisti, imprenditori e amministratori, in gran parte giovani, stanno già costruendo un’Italia più ecologica, solidale e digitale. Li stiamo aiutando a creare una rete virtuale per accelerare la transizione che deve essere vera e veloce. Le adesioni e le best practice EcoDigital sono una speranza concreta di fronte alla crisi di credibilità di tante istituzioni. Se non puntiamo su questi innovatori per un PNRR ben speso avremo un Paese più arretrato e indebitato”.

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Presente anche il capo politico del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, per il quale “la transizione ambientale e digitale deve entrare nella vita quotidiana delle persone per essere una rivoluzione vera e non di facciata. Deve partire dal basso. La transizione eco-digital deve essere democratica, non deve interessare solo i grandi gruppi imprenditoriali ma la vita delle famiglie. Il compito della buona politica è creare una strada dritta e senza ostacoli per una svolta ambientale e digitale. I 209 miliardi ottenuti in Europa quando ero Presidente del Consiglio hanno chiuso la porta dell’austerità e aperto una strada del tutto nuova per l’Italia, all’insegna della rivoluzione ambientale (60 miliardi) e digitale (40 miliardi)”.

Come già rivelato dal rapporto Italiani ed EcoDigital, promosso e presentato dalla Fondazione UniVerde e da Noto Sondaggi, in vista delle prossime elezioni il 56% degli italiani si dichiara interessato a prendere in considerazione il voto ad un partito/lista che al primo posto del proprio programma mette la promozione della transizione ecologica e digitale. Dalla riconversione delle politiche industriali in ottica di economia circolare, alle azioni a contrasto della crisi climatica, allo sviluppo della sostenibilità a tutti i livelli, fino ai green jobs: l’Italia deve vincere la sfida della modernità disancorandosi dal passato e dai vecchi sistemi produttivi. È una sfida che si può vincere accelerando al massimo il passaggio alle energie rinnovabili.

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Il sociologo Domenico De Masi, in un contributo video diffuso nel corso dell’incontro, si è soffermato sui benefici dello smartworking, quale “rivoluzione del lavoro intelligente” che ha avuto forte attenzione e spinta a partire dall’emergenza sanitaria da Covid-19. Lo smartworking è diventato oggi parte integrante delle nostre vite, con concreti vantaggi per aziende e dipendenti. Non solo ha permesso di ripensare i modelli organizzativi in un’ottica di lavoro a distanza, ma esistono reali benefici economico-sociali e ambientali: tra gli altri, valorizza la produttività e soprattutto abbatte i costi per gli spazi fisici, gli spostamenti nelle ore di punta con una conseguente riduzione del traffico e quindi delle emissioni di CO2.

Già nei primi incontri di Italia #Ecodigital sono emerse le prime proposte sulle quale raccogliere adesioni, esempi di best practice e impegni precisi dalle istituzioni, rilanciate oggi in occasione della conferenza stampa. Fondamentale, in particolare, coordinare le due transizioni perché quella digitale sia sostenibile, specie nel consumo di energia, e serva a monitorare e sostenere costantemente quella ecologica; ancora bisognerà investire su tecnologie e innovazioni EcoDigital, anche organizzative come lo smartworking; imprescindibile, inoltre, il coinvolgimento (sostanziale) dei giovani nella transizione EcoDigital.

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Gli Enti locali e tutti gli Enti pubblici, secondo la visione del sodalizio, devono dotarsi di manager per la transizione EcoDigital e serve un maggiore investimento nell’educazione EcoDigital e facilitare l’accesso digitale universale.

Stephanie Brancaforte (Executive Director di Change.org) ha evidenziato in particolare che “la sfera digitale può contrastare la concentrazione di potere alla radice della crisi climatica e la resistenza immorale a un vero ripristino ecologico, accelerando la costruzione del consenso e facilitando la partecipazione democratica”. L’arresto della crisi climatica, come ha ricordato, è una priorità assoluta per gli 11 milioni di utenti di Change.org in Italia: “Eppure abbiamo petizioni sulla prevenzione di incendi devastanti, sulla transizione ecologica delle zone di raffineria altamente inquinante e sull’accelerazione della transizione energetica ai rinnovabili che aspettano risposte. Le soluzioni alla crisi ci sono, è solo il potere che non vuole partecipare alla vera transizione inclusiva”.

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