Disinformazione: il report dei Big Player sui primi mesi del codice Ue.

Oggi, le principali piattaforme online firmatarie del nuovo Codice di buone pratiche sulla disinformazione del 2022 (Google, Meta, Microsoft, TikTok) hanno pubblicato il rapporto sui primi mesi di vita del nuovo strumento Ue ideato per la riduzione della diffusione della disinformazione. 

Documenti, spiegano dalla Commissione Ue, che mostrano gli “sforzi compiuti dai firmatari per migliorare la trasparenza e fornire dati pertinenti”. E’ già, adesso il mondo della rete può essere considerato libero dal fenomeno della disinformazione…

Facile e telefonata, quindi, l’ennesima dichiarazione autoreferenziale della Commissione von der Leyen che, sul tema della libertà di stampa, ha dimostrato tutti i propri limiti come ricordato, giusto per fare alcuni esempi, dal caso del bando dei canali Sputnik e Russia Today in Ue o dalla glorificazione dell’azione Asap per la produzione di maggiori armi e missili in Ue. Roba lontana da un realistico sistema democratico e indipendente: “La disinformazione rappresenta ancora uno dei rischi maggiori per lo spazio informativo democratico europeo, compreso quello legato alla guerra della Russia in Ucraina e alle elezioni – ha dichiarato Věra  Jourová, Vicepresidente per i Valori e la trasparenza -.Mentre gli europei si preparano a recarsi ai seggi elettorali nel 2024, tutti gli attori devono fare la loro parte nella lotta alla disinformazione online e alle interferenze straniere”. Commissione, però, che ha ampiamente dimostrato, attraverso bandi inaccessibili per i piccoli editori, quanto sia credibile lo sforzo messo in atto per sostenere il pluralismo dei media e contrastare il fenomeno della disinformazione. Anche di quella costruita ad arte dalle “autocelebrative” istituzioni Ue, spesso incapaci di fare autocritica.

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Andando oltre le paludi circa l’opportunità e la coerenza di un certo fare delle istituzioni rappresentative dell’Ue, nel rapporto alcuni indicatori strutturali, sono riportate informazioni sulla disinformazione sui servizi delle piattaforme.

I firmatari, ancora, hanno selezionato un soggetto terzo indipendente, TrustLab, per definire e implementare una metodologia per misurare due indicatori strutturali. 

Tra i big player della rete, Google ha indicato che nella prima metà del 2023 è stato impedito che più di 31 milioni di euro di pubblicità andassero verso gli attori della disinformazione nell’UE. Inoltre, Google ha pubblicato 20.441 annunci politici nell’UE per un valore di quasi 4,5 milioni di euro, respingendo 141.823 annunci politici che non hanno superato i processi di verifica dell’identità.

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Meta, inoltre,  ha riferito che oltre 40 milioni di contenuti hanno ricevuto un’etichetta di factchecking su Facebook e oltre 1,1 milioni su Instagram. Il 95% degli utenti che riscontrano contenuti con un’etichetta di avviso che le informazioni sono state verificate scelgono di non fare clic su di essi.

TikTok, invece, ha riferito che il 29,93% degli utenti annulla la propria azione di condivisione quando incontra un’etichetta “contenuto non verificato” sulla piattaforma. Inoltre, 140.635 video, per un totale di oltre 1 miliardo di visualizzazioni, sono stati rimossi dalla piattaforma per violazione della politica sulla disinformazione.

Microsoft, infine, ha riferito che nella prima metà del 2023 nell’UE è stata impedita la creazione (blocco della registrazione) o limitata a più di 6,7 milioni di account LinkedIn falsi.

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Sul fronte della guerra in Ucraina – ambito dove la disinformazione prodotta da Ue, USA, Ucraina e Russia ha toccato vette di disinformazione – Google ha confermato che tra gennaio e aprile 2023, YouTube ha chiuso 411 canali e 10 blog di blogger coinvolti in operazioni di influenza collegate all’Internet Research Agency (IRA) sponsorizzata dallo stato russo.

Meta, dal canto suo, ha dichiarato di aver ampliato i suoi partenariati per il fact checking a 26 partner che coprono 22 lingue nell’UE, che ora include anche il ceco e lo slovacco. Gli sforzi di fact-checking di TikTok coprono, ancora, il russo, l’ucraino, il bielorusso e 17 lingue europee, anche attraverso una nuova partnership con Reuters. In questo contesto sono stati sottoposti a fact-checking 832 video relativi alla guerra, di cui 211 sono stati rimossi in conseguenza dell’operazione di fact-checking.

Microsoft , infine, sottolinea che Bing Search ha promosso informazioni autorevoli o declassato informazioni meno autorevoli in relazione a 798.180 query di ricerca relative alla crisi.