Dall’Italia una nuova dottrina politica: il Malgradismo.

All’Italia si riconosce l’essere stata culla e levatrice di due tragiche e fondamentali dottrine politiche: il machiavellismo e il fascismo.  Sbaglierebbe tuttavia chi considerasse esaurita  la spinta “creativa” della nostra nazione. L’attuale campagna elettorale, in una sorta di involontaria citazione di De Andrè per il quale “dal Letame nascono i fior”, mostra  i prodromi di una terza epocale innovazione: il “malgradismo”.  

Dimenticate i concetti di “governance”, mettete da parte  “vision” e agende politiche, la nostra Italia, checché ne dicano i suoi detrattori, continua a essere la seconda potenza industriale dell’eurozona MALGRADO una classe politica  la cui inadeguatezza è quasi inutile rimarcare.  Siamo del resto una nazione di 60 milioni di abitanti, fatta di aziende, creativi ed eccellenze che esistono e continueranno ad esistere MALGRADO la forsennata corsa al ribasso dei suoi principali attori politici. E badate bene, non parliamo dell’attuazione delle idee della scuola liberale austriaca per la quale uno stato minimo è il fondamento di una società prospera. Il nostro stato al contrario è presente e di frequente sferra poderose mazzate che, MALGRADO tutto, non riescono a essere mortali per il nostro tessuto produttivo e sociale.

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Niente più musi lunghi, quindi, dinnanzi al quotidiano stillicidio di idiozie di questa campagna elettorale. Stiamo facendo la storia è affinchè il “malgradismo” si compia è necessario che la mattina del 5 marzo ci sia qualcosa MALGRADO cui continuare ad andare avanti.

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