Commissione von der Leyen. Online i dati dei “risultati ottenuti” in 5 anni.

Oggi la Commissione europea ha pubblicato una panoramica dei principali risultati ottenuti dal Collegio dei commissari da quando è entrato in carica il 1° dicembre 2019.

Una legislatura, la IX, condotta sotto il segno dell’autoreferenzialità e tentativi inaccessibili per il coinvolgimento nelle azioni Ue di imprese, cittadini e, soprattutto, giovani.

Non sorprende, alla luce di tale constatazione, che la stessa velina della Commissione oggi si sia affrettata a indicare che l’Esecutivo von der Leyen è stato capace di “mantenere la rotta rispetto alle sei priorità stabilite all’inizio del mandato, trovando soluzioni ad alcune delle prove più grandi che l’Europa abbia mai affrontato”. 

Ursula von der Leyen, Volodymyr Zelensky, foto Christophe Licoppe, European Union, 2022 Copyright Source: EC - Audiovisual Service
Ursula von der Leyen, Volodymyr Zelensky, foto Christophe Licoppe, European Union, 2022 Copyright Source: EC – Audiovisual Service

Dall’affrontare una pandemia globale alla gestione degli eventi meteorologici estremi legati al cambiamento climatico , dalla risposta alla guerra in Ucraina (dove sono state aumentate le spese militari piuttosto che puntare alla diplomazia) e alla gestione della peggiore crisi energetica degli ultimi decenni.

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Una panoramica, secondo la narrazione autocelebrativa e poco critica della Commissione, che vorrebbe convincere la popolazione europea circa risultati ottenuti in 5 anni e di aver “risposto alle preoccupazioni degli europei ed essere riuscita ad affrontare le sfide cruciali che le future generazioni di europei si troveranno ad affrontare”.

Ursula von der Leyen, Ilham Aliyev, foto Copyright European Commission
Ursula von der Leyen, Ilham Aliyev, foto Copyright European Commission

Che dire, invece, della doppia interpretazione dello Stato di diritto e del contrasto verso le aggressioni internazionali? Se da una parte la Commissione, infatti, ha stigmatizzato e contrastato la Federazione Russa in questi anni, alimentando di fatto l’escalation della guerra, dall’altra (e giusto per citare alcuni casi internazionali), ha spesso optato, in virtù della ragion di Stato, per la firma di accordi economici con nazioni non “propriamente democratiche” e dove esistono dittature dinastiche, come nel ‘vicino’ Caucaso. Ancora, negli ultimi anni ha da una parte agitato lo spauracchio della condizionalità dello Stato di diritto contro Polonia (da poco premiata per aver “fatto da brava sulle riforme” e Ungheria) salvo poi investire miliardi di euro in un Paese con un altissimo livello di corruzione come l’Ucraina dove peraltro sono “magicamente” aumentate le stime per la ricostruzione. Gli affari, per i tanti big player degli stati Ue non mancano e non mancheranno, ovviamente sulle spalle dei cittadini e delle cittadine ucraine e, ovviamente, dell’Ue.

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Ma a che pro può giovare una tale incapacità di critica verso 5 anni di sprechi e insuccessi? A partire dal famoso miliardo di euro speso in consulenze… che si tratti, quindi, di un tentativo (facilmente confutabile) per sostenere la già preannunciata candidatura di Ursula?

foto Denis Lomme Copyright: © European Union 2022 – Source : EP