‘Caso Sardara’. L’intervento della vice presidente Zedda: “Il presidente della Regione non deve e non può riferire niente al Consiglio in questa fase”.

Dopo “l’occupazione” dell’Aula da parte dell’opposizione, oggi sono ripresi i lavori del Consiglio regionale. Discussione aperta dal consigliere dem Piero Comandini: “Ribadiamo la richiesta delle opposizioni di ascoltare il presidente della Regione, non per affrontare in modo improprio aspetti giudiziari o amministrativi della vicenda, ma per l’obbligo morale ed etico posto in capo anche al presidente che riguarda quanti hanno ricevuto importanti incarichi nell’amministrazione regionale”.

Seduta proseguita all’interno di un clima di generalizzata conflittualità per non dire di ‘maleducazione istituzionale’, nonchè di scarsa empatia verso i/le cittadini sardi/e alle prese, insieme alle aziende dell’Isola, con le problematiche quotidiane acuite dall’emergenza pandemica.

Consiglio regionale, foto Sardegnagol riproduzione riservata
Consiglio regionale, foto Sardegnagol riproduzione riservata

Successivamente ha preso la parola il consigliere Giorgio Oppi, per il quale, sul ‘caso Sardara’ “mancano ancora molti nomi e soprattutto quelli degli organizzatori, per cui non ci sono gli elementi necessari e non si può intervenire su altri soggetti preposti alle indagini”.

Tema sul quale è proseguito l’intervento di Desirè Manca, del M5S, che ha ribadito la richiesta della minoranza di “ricevere spiegazioni dal presidente, che per l’ennesima volta non si presenta in Aula”.

Il capogruppo sardista Franco Mula, ha poi invitato la presidenza a far rispettare il regolamento: “I fatti di ieri non mi appassionano e non accetto forzature quando le leggi in discussione non piacciono: noi siamo pronti a lavorare”.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha sostenuto che l’opposizione ha chiesto solo al presidente di dichiarare in Aula la sua posizione, prendendo anche l’impegno di non intervenire successivamente: nient’altro.

Consiglio regionale Sardegna, foto Sardegnagol riproduzione riservata 2020
Consiglio regionale Sardegna, foto Sardegnagol riproduzione riservata 2020

Lavori proseguiti in un clima sempre più da curva e sempre meno da Consiglio regionale autorevole e meritoso di alcun rispetto da parte dell’elettorato sardo.

Alla ripresa della seduta, il consigliere Stefano Tunis – relatore di maggioranza del Dl 107 – ha ripreso la valutazione degli emendamenti all’art.1. Su tutte le proposte il parere è stato negativo tranne per alcune la cui valutazione è stata rimessa all’Aula, mentre altre sono state ricollocate, per la materia trattata, in articoli successivi.

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Assemblea nuovamente interrotta per una riunione dei capigruppo. Dopo la pausa, a nome della Giunta è intervenuta la vice presidente Alessandra Zedda: “L’opposizione ha il diritto di esercitare il suo ruolo così come la maggioranza ha il diritto – dovere di far approvare le leggi. Tuttavia, ciò che è successo a Sardara non riguarda questi due aspetti istituzionali. Il presidente della Regione non deve e non può riferire niente al Consiglio in questa fase, perché ci sono indagini in corso; al termine si faranno le necessarie valutazioni, ma oggi bisogna proseguire i lavori dell’Assemblea, nel rispetto dei ruoli e del confronto di merito che deve avvenire sul contenuto delle leggi.

Critico verso l’intervento della vice presidente il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda: “La politica deve attendere l’esito delle indagini quando ci sono vicende da approfondire ma qui il tema è un altro e riguarda funzionari pubblici che hanno violato le regole. Il presidente Solinas, ha dichiarato che avrebbe preso provvedimenti mettendo il comandante del Corpo forestale davanti alle sue responsabilità”.

Consiglio regionale, foto Sardegnagol riproduzione riservata
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Eugenio Lai di Leu ha poi lamentato che il presidente “ha smentito la richiesta di dimissioni delle persone coinvolte” e che “dovrebbe convocare la Giunta e chiedere a tutti gli assessori quali dirigenti di riferimento hanno partecipato a quell’incontro”.

Polemico anche l’intervento del consigliere pentastellato Alessandro Solinas: “Servono atti di responsabilità politica che possono essere assunti prima dell’autorità giudiziaria, fermo restando che chi c’era può autonomamente assumersi le proprie responsabilità. A parte la violazione delle regole, preoccupano le ragioni di quella riunione”.

La consigliera Maria Laura Orrù (Progressisti) ha fatto presente, invece, il collegamento tra la discussione del Dl 107 e i fatti di Sardara: “Discutiamo un testo fuori tempo in un periodo difficile ed è impensabile sostenerlo anche alla luce di quanto accaduto in questi giorni. Questa legge è un pugno in faccia ai sardi che fanno i sacrifici per fronteggiare la pandemia”. La consigliera ha successivamente posto il tema della campagna vaccinale, invitando l’esecutivo “ad approfittare delle chiusure della zona rossa per incrementare le inoculazioni”.

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Stessa conclusione per Alessandro Solinas che ha definito il Dl 107 come “una legge inopportuna” e “una somma di disvalori che non porterà alcun beneficio all’efficienza della macchina amministrativa ma introdurrà nuovi intermediari e incrementerà le persone non adeguate a ricoprire il ruolo che gli sarà assegnato. Ciò che serve sono i concorsi e non le nomine fiduciarie”.

Consiglio regionale, foto Sardegnagol riproduzione riservata
Consiglio regionale, foto Sardegnagol riproduzione riservata

Dopo uno scambio polemico tra il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus – per il quale la mancanza del numero legale non dovrebbe permettere la prosecuzione della discussione – e il relatore di maggioranza Stefano Tunis – per il quale, invece, non è richiesto dal regolamento un numero legale per il dibattito – il consigliere del Pd, Piero Comandini, ha ripreso con le critiche al Dl 107 e soprattutto verso la poca opportunità di procedere con la discussione in Aula “mentre la zona rossa aumenta le difficoltà delle famiglie e delle imprese in Sardegna” e ancora che “le imprese non hanno i ristori, le crisi industriali sono sempre più preoccupanti e profonde eppure voi ci parlate di una legge che si propone di aumentare i posti negli uffici di gabinetto con sei milioni di euro da prendere dalle casse pubbliche”.

“Provo tristezza nel parlare di poltrone in un momento di profonda crisi sanitaria ed economica”, ha attaccato Desirè Manca. “Avete il coraggio di presentare un testo per gli staff e le nomine fiduciarie in Regione, mentre in Italia chiudono 390mila imprese, solo in Sardegna hanno chiuso il 46% delle imprese e dove ci sono 26mila aziende artigiane chiuse solo nel 2020 e davanti ad impoverimento sociale e economico mai visto”.

Sempre per l’opposizione è intervenuto Eugenio Lai (LeU), per il quale “la Giunta e la Regione sono già dotate di consulenti e posizioni fiduciarie. Il problema non è nominare altri consulenti ma nominare persone competenti nel sottogoverno. Se vi servono dirigenti andate a pescare dalle graduatorie, sono piene di giovani sardi che non vogliono emigrare”.

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A seguire l’intervento di Massimo Zedda: “Discutiamo dell’articolo 1 e degli emendamenti e il primo impulso politico dovrebbe essere l’accertamento della copertura delle spese di bilancio. E io qualche dubbio ce l’ho visto che usate spesso risorse di parte corrente e l’anno scorso al bilancio mancavano 450 milioni di euro. E’ bene che i sardi lo sappiano”.

Consiglio Regionale Sardegna
Consiglio Regionale Sardegna

Ha quindi preso la parola il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau che ha espresso, a nome del suo gruppo, un giudizio negativo sulla legge: “Questo provvedimento crea una sovrastruttura totalmente in mano al presidente della Regione. C’è una lesione della autonomia gestionale della dirigenza, la politica pretende di governare il settore amministrativo”. “Ci si giustifica dicendo che saranno inferiori ai sei milioni di euro, si dice che in realtà si spostano figure interne all’amministrazione. Lo si spieghi meglio. Anche in questo caso si creerebbero vuoti negli organici. La strada per rendere più efficiente il sistema Regione è quella del reintegro del personale attraverso concorsi pubblici”.

Stesso giudizio per Francesco Agus: “E’ inopportuno discutere questo provvedimento, che fine ha fatto la legge sui ristori che stanzia 130 milioni di euro aggiuntivi al bando Resisto. Abbiamo fatto gli straordinari per approvare quella legge lo scorso luglio, ancora agli esercenti non è arrivato un euro dei soldi promessi. Oggi si utilizza quel bisogno come arma contro l’opposizione per nascondere i fatti di Sardara”. Sull’art. 1 del Dl 107 ha poi aggiunto che “si parla di impulso politico. Dov’è questo impulso? Avete mandato la politica in tribuna. Avete fatto lo stesso per i fatti di Sardara. Oggi apprendiamo che il presidente Solinas non prenderà provvedimenti, si dice che attenderà l’esito delle indagini. E’ una sconfitta per quest’Aula”.

foto Sardegnagol riproduzione riservata