Anno europeo della Gioventù, Georgoulis: “Estenderlo al 2023”.

Doveva essere l’anno dei giovani, come affermato nel mese di ottobre 2021 dalla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ma, tra recrudescenza della pandemia nei primi mesi del 2022 e lo scoppio della crisi geopolitica in Europa, l’iniziativa europea per i giovani non ha decisamente brillato in termini di azioni per il miglioramento della condizione giovanile nell’UE.

Aspetto, questo, evidenziato recentemente dall’eurodeputato de La Sinistra, Alexis Georgoulis, che ha chiesto alla Commissione europea di riferire circa l’opportunità di estendere l’Anno europeo della Gioventù anche al 2023.

“Sebbene il dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF) sia denominato Next Generation EU, i giovani non sono una priorità – ha dichiarato l’esponente europeo -. Inoltre, nonostante il 2022 sia l’Anno europeo della gioventù, nonché l’anno della Conferenza sul futuro dell’Europa, e nonostante i giovani europei siano il futuro della nostra Unione, i fondi europei già dedicati ai giovani per il 2022 sono risultati inadeguati”.

“Allo stesso tempo – prosegue -, le azioni, celebrazioni ed eventi dal vivo inseriti nell’Anno europeo della Gioventù 2022, non hanno potuto essere pienamente attuati durante i primi mesi del 2022 a causa della pandemia e del lockdown, che, nel complesso, ha avuto un impatto molto negativo impatto sul benessere fisico e psichico dei giovani, nonché sul loro progresso educativo”.

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Da qui la richiesta alla Commissione per conoscere gli interventi migliorativi per l’attuazione dell’Anno europeo della Gioventù e la possibilità di estenderlo per un’altra annualità.

Un intervento decisamente nel merito della questione giovanile drammaticamente smorzato, però, dalla risposta della Commissaria europea (va evidenziato per la Gioventù), Mariya Gabriel per la quale “l’attuazione dell’Anno europeo della gioventù 2022 sta procedendo bene, grazie al forte coinvolgimento delle parti interessate del mondo giovanile”. L’autoreferenzialità regna sovrana in Europa!

“L’Eurobarometro sulla gioventù – prosegue l’esponente della Commissione von der Leyen – conferma l’enorme interesse dei giovani verso l’Anno europeo della gioventù che conta ora più di 3500 attività”. Sarebbe interessante, in questo frangente, conoscere sia l’impatto delle presunte 3500 iniziative, nonché il sentiment dei giovani delle aree rurali delle varie regioni europee. Dati, molto probabilmente, capaci di smentire tale narrazione insostenibilmente autocelebrativa.

Ma, per la Commissaria, forse troppo ottimista circa le iniziative dei vertici europei “i giovani possono condividere le loro visioni, ad esempio attraverso la Voice Platform – un’autentica buffonata new age (provare per credere) – e i dialoghi tra i Commissari europei e i giovani”. Che si tratti dei soliti comizi unidirezionali partecipati dai noti (quanto acritici) comitati giovanili europei?

Difficile, quindi, assistere a un sussulto di razionalità leggendo l’intervento della Commissaria bulgara: “L’Anno europeo 2022 ha segnato chiaramente la volontà politica dell’UE di rafforzare l’impegno con i giovani e accrescere il loro coinvolgimento nella formulazione delle politiche dell’UE, in particolare attraverso una presenza strutturale dei giovani nei Citizens Panels che delibereranno e formuleranno raccomandazioni prima delle principali proposte della Commissione. Come annunciato nella comunicazione della Commissione del 17 giugno 2022 sulla Conferenza sul futuro dell’Europa, tutti i panel di cittadini organizzati dalla Commissione includeranno i giovani come un terzo dei partecipanti”. Se questa possa essere considerata una valida argomentazione per sostenere il cambiamento di paradigma politico verso i giovani siamo decisamente lontani dall’obiettivo, guardando, in merito, all’output dei giovani prodotto nel corso della Conferenza sul Futuro dell’Europa.

Interessante, infine, l’intervento sui fondi dedicati ai giovani: “Per quanto riguarda la creazione di un fondo dedicato ai giovani, l’UE dispone già di due programmi dedicati alla gioventù: Erasmus+ e il Corpo europeo di solidarietà. Entrambi – prosegue la Gabriel – sono stati rafforzati finanziariamente e resi più inclusivi per il periodo 2021-2027”. Probabilmente l’esponente della Commissione europea non deve avere contezza del livello di accessibilità ai 2 programmi da parte dei giovani più vulnerabili. Programmi difficilmente inclusivi senza una adeguata (nonché professionale) conoscenza in materia di project management, senza contare la complessità dei formulari e le pessime performance registrate dalla piattaforma online in prossimità delle scadenze delle varie call Erasmus+ ed ESC. Problemi di accessibilità confermati anche in numerose call per i giovani promosse da altre agenzie dell’UE.

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Ma, ormai è assodato, i membri della Commissione UE spesso vivono al di fuori del contesto che rappresentano…

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