Aiuti alle imprese: due giorni di audizioni in Quinta Commissione.

La Commissione “Attività Produttive” del Consiglio regionale ha concluso in tarda mattinata la due-giorni di audizioni sul pacchetto di provvedimenti allo studio della Giunta regionale per contrastare gli effetti devastanti causati dall’emergenza Covid-19 sul tessuto economico isolano.

Nel corso dei lavori del ‘parlamentino’ presieduto da Piero Maieli sono intervenuti i rappresentanti delle associazioni datoriali, gli operatori del turismo, dell’artigianato e del commercio. Da tutti è arrivata un’indicazione precisa: le imprese, soprattutto quelle costrette a sospendere l’attività per contrastare la diffusione del coronavirus, hanno urgente bisogno di liquidità. Unanimità anche sull’esigenza di prestare soccorso immediato al comparto turistico, settore trainante dell’economia isolana sul quale l’emergenza sanitaria rischia di provocare una crisi irreversibile se non si assumeranno decisioni rapide ed efficaci.

Sulle modalità di erogazione delle risorse si confrontano due posizioni: la Giunta, grazie all’accordo stipulato recentemente con la Banca di investimenti europea (BEI), propone alle imprese un prestito garantito con l’azzeramento degli interessi fino a 800mila euro, un preammortamento di due anni e la restituzione della quota capitale in 15 anni. La minoranza consiliare preme invece per la formula del fondo perduto da riservare alle piccole e micro imprese.

Secondo il presidente di Confindustria Maurizio De Pascale la via più rapida per immettere liquidità del mercato è il ricorso al credito d’imposta: “I prestiti garantiti rischiano di trasformarsi in un boomerang, il credito d’imposta sarebbe invece immediatamente disponibile e consentirebbe alle imprese di respirare. La Sardegna ha bisogno di ripartire al più presto. Occorre concentrare gli sforzi sul sistema turistico altrimenti si perderebbero migliaia di posti di lavoro. Siamo in una situazione eccezionale, servono misure eccezionali come nel dopoguerra. Occorre semplificare le procedure e rendere immediatamente disponibili le risorse”.

Impresa

Stessa linea sulle tempistiche degli interventi da parte di Enrico Gaia (Confapi) e Roberto Bolognese (Confesercenti). Il primo ha puntato il dito contro le lungaggini burocratiche che rallentano l’erogazione delle risorse alle aziende e sollecitato lo sblocco dei bandi T1,T2 e T3 per gli aiuti alle nuove imprese e l’aumento di competitività. Roberto Bolognese, invece ha rimarcato le difficoltà attraversate dalle piccole aziende del settore turistico indicando alcuni possibili interventi: integrazione di 1000 euro (per tre mesi) al bonus statale da 600 euro, prestiti garantiti in misura proporzionale al volume d’affari delle imprese (fino a un massimo di 50mila euro) accesso al credito anche per le piccole attività che non potranno beneficiare dei fondi statali, esonero per il 2020 del Durc e del certificato antimafia, concessioni gratuite del suolo pubblico per rendere più agevole il rispetto delle norme sul distanziamento sociale. “Senza un soccorso di Stato e Regione – ha detto Bolognese – il 42 per cento delle imprese isolane legate al turismo rischia di non riaprire”.

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Intervento pubblico invocato anche da Sara Pintus, direttore di Confcommercio: “Occorre evitare alle piccole imprese di fare debito – ha detto – meglio pensare a interventi a fondo perduto come ha fatto la Provincia autonoma di Bolzano. Sarebbe opportuno coprire i costi di esercizio delle attività commerciali, se non è possibile con il fondo perduto si prevedano finanziamenti a tasso zero”.

Sulla diversificazione delle misure di sostegno alle imprese ha invece concentrato il suo intervento il presidente di Unioncamere Gavino Sini: “Serve un cocktail di farmaci per risanare il grande malato – ha detto Sini – l’economia sarda ha bisogno di interventi rapidi ed efficaci. Il fondo perduto potrebbe andar bene per le piccole e le micro imprese, garantire loro un minimo di liquidità le aiuterebbe a risollevarsi. Diverso invece il discorso per le imprese medio-grandi: in questo caso il prestito a interesse agevolato sarebbe di aiuto. Ma non è l’unica soluzione: vedrei bene anche l’emissione di mini bond per le grandi imprese turistiche o il ricorso del prestito partecipativo con l’ingresso della Sfirs in società di capitali. Un’altra via è quella della moneta complementare. In Sardegna c’è un circuito già sperimentato che potrebbe aiutare a lasciare i soldi nel territorio”.

Drammatica la situazione delle strutture ricettive in Sardegna: “Il settore registra perdite del 70% rispetto allo scorso anno – ha detto il presidente di Federalberghi Paolo Manca – c’è bisogno di iniziative forti. Se non si garantisce la ripartenza potrebbe andare in fumo il 50% delle buste paga stagionali. Per questo chiediamo tempi brevi nell’erogazione delle risorse. Bisogna fare un ragionamento di sistema, in futuro occorrerà cambiare volto al turismo isolano, c’è bisogno di investimenti strutturali”.

Una sburocratizzazione dei finanziamenti ha chiesto anche Carlo Amaduzzi di Assohotel: “Le imprese hanno bisogno di liquidità. I soldi devono essere investiti per garantire sicurezza ai nostri clienti. Se la Sardegna riaprirà sarà un’isola sicura e felice – ha affermato Amaduzzi – ma per rafforzare questa immagine serve l’aiuto della Regione. Mi lasciano perplesso però alcune dichiarazioni del presidente Solinas che ha parlato di passaporto sanitario per i turisti e di test della saliva. Serve chiarezza, così si spaventano i turisti”.

Rocco Meloni, in rappresentanza di oltre 200 microimprese isolane del settore alberghiero, extralberghiero e del commercio, ha suggerito alcune misure a sostegno degli operatori economici: sospensione dei mutui e dei tributi per il 2020, contributi a fondo perduto, bonus assunzioni, attivazione e rilancio dei collegamenti aerei e marittimi, pianificazione dei protocolli di accoglienza dei turisti, campagna promozionale a livello regionale e nazionale. “Parlo a nome delle micro imprese che rappresentano il tessuto produttivo di territori marginali come l’Ogliastra – ha detto Meloni – se muoiono queste piccole attività muore la Sardegna”.

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L’avvio immediato della Fase 2 ha auspicato il presidente di CNA, Francesco Porcu: “Occorre mettere in campo tutte le energie per avviare la ricostruzione economica – ha detto Porcu – suggeriamo l’istituzione di una cabina di regia che veda la partecipazione di Regione, enti locali e forze sociali. E’ necessario procedere a una ricognizione del bilancio della Regione per recuperare le risorse ancora non impegnate o difficilmente spendibili, a partire dai fondi strutturali europei, renderle disponibili e metterle al servizio di un grande progetto di rilancio del nostro sistema economico-produttivo”.

Critico l’intervento del presidente di Confartigianato Fabrizio Mazzuzzi: “A due mesi dal lockdown stiamo ancora discutendo su quali misure mettere in campo. Siamo in forte ritardo e le aziende non possono più aspettare – ha detto Mazzuzzi – quando è scoppiata l’emergenza abbiamo proposto alla giunta una soluzione immediata: lo sblocco dei 40 milioni stanziati in finanziaria per il comparto artigiano. Una parte poteva essere utilizzata sottoforma di contributi a fondo perduto, ciò avrebbe consentito a molte piccole imprese di pagare i costi di esercizio. Non si è fatto niente e, a oggi, non sappiano se quei soldi sono ancora disponibili o sono andati a finire in un fondo indistinto. Sulle risorse messe in campo da Stato e Regione occorre stare attenti: non tutte le imprese hanno subito danni, nell’erogazione dei finanziamenti bisogna tenere conto dei bisogni reali”.

Un aiuto immediato alle imprese hanno chiesto anche Ignazio Schirru di Casartigiani e Aldo Pisu di Artigiancassa. Schirru ha proposto “un reddito di sopravvivenza” che consenta alle imprese di pagare le spese vive mentre Pisu ha invocato interventi rapidi a sostegno degli imprenditori in difficoltà.

La Quinta Commissione, infine, ha sentito gli operatori dello spettacolo, settore tra i più colpiti dall’emergenza Covid-19.

“Tutti gli eventi primaverili ed estivi sono stati sospesi o annullati – ha detto il responsabile del Coordinamento dei rappresentanti dello spettacolo Marco Benoni – difficilmente si tornerà a lavorare nel 2020. C’è bisogno di un intervento urgente a sostegno delle imprese e dei lavoratori”. Benoni ha proposto per questo l’incremento dei capitoli di spesa inseriti nel bilancio regionale, in particolare nella legge 56 del 1990, portando la dotazione finanziaria a 29,5 milioni di euro per il prossimo triennio. Più risorse anche per gli eventi culturali, la promozione della lettura, lo sviluppo del cinema.

Meeting

“Un altro tasto dolente – ha aggiunto Benoni- riguarda la sicurezza: ci sarà bisogno di importanti interventi per adeguare le strutture alle nuove disposizioni anti-Covid”.

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Sulle difficoltà dei lavoratori dello spettacolo si è invece concentrato l’intervento di Fausto Siddi (Sai-Slc Cigil): “In Sardegna sono circa mille gli attori e i danzatori professionisti che in questi mesi si sono dovuti fermare – ha detto Siddi- in molti casi si tratta di liberi professionisti che soffrono una situazione ancora più precaria. E’ importante offrire loro una tutela, a partire dall’istituzione di un registro regionale. Le risorse per il comparto oltre a garantire gli ammortizzatori sociali per i lavoratori dovrebbero essere utilizzate anche per finanziare le prove degli spettacoli futuri e per la formazione e riqualificazione professionale”.

Le audizioni sono state intervallate dagli interventi dei consiglieri di maggioranza e opposizione. Nel dibattito sono intervenuti Gianfranco Satta (Progressisti), Gigi Piano e Salvatore Corrias (Pd), Emanuele Cera (Forza Italia, Carla Cuccu (M5S) e Maria Elena Fancello (Misto).

I rappresentanti della minoranza hanno insistito sull’opportunità di prevedere forme di finanziamento a fondo perduto per le imprese attualmente non contemplate nel disegno di legge della Giunta.
I consiglieri Emanuele Cera e Carla Cuccu hanno proposto alla Commissione l’approvazione di un documento unitario che tenga conto dei suggerimenti arrivati dai rappresentanti delle imprese turistiche, dell’artigianato e del commercio. Proposta su cui sembra esserci l’accordo di tutte le forze politiche.

Il consigliere di Udc-Cambiamo, Antonello Peru, ha invece annunciato la presentazione di un progetto di legge per il varo di strumenti finanziari innovativi a favore del sistema produttivo: “Presenterò il documento alla maggioranza – ha detto Peru – servono misure che bypassino il sistema bancario. Penso ai minibond o ai basket bond con garanzia pubblica. L’altra proposta è quella della introduzione della moneta complementare nella pubblica amministrazione, per le politiche di sviluppo e di supporto alle imprese. La mia idea è quella di un bonus vacanze da 1000 euro per nucleo familiare finanziato con 300 milioni di euro”.

“In questi due giorni abbiamo ascoltato proposte e suggerimenti interessanti – ha detto il presidente della Commissione Piero Maieli. L’obiettivo di tutti noi è quello di garantire liquidità alle imprese per programmare la ripartenza. Valuteremo, tenendo conto degli interventi decisi dal Governo nazionale, quali misure adottare. Non siamo contrari per principio al fondo perduto, occorre però valutare il fabbisogno reale e procedere con misure mirate, tempestive ed efficaci”.

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