Wallader al Congresso: “Il sostegno bellico all’Ucraina serve agli interessi degli Stati Uniti”.

Il sostegno all’Ucraina serve anche gli interessi degli Stati Uniti. Lo ha rimarcato, nel corso dell’ultima riunione alla Commissione per le Forze Armate del Congresso degli Stati Uniti d’America, l’assistente del Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Celeste Wallander.

“L’Ucraina sta lottando per la propria vita ed è nell’interesse degli Stati Uniti che la Russia non riesca ad avere successo. L’obiettivo di Putin – prosegue – è soggiogare l’Ucraina, privarla della sua sovranità e indipendenza, ma anche indebolire e sovvertire l’Europa, l’America e soprattutto l’alleanza NATO”, ha detto alla commissione.  

Uno statement per ribadire, contro ogni evidenza guardando ai “movimenti” in progress da oltre 2 anni a “Kiev e dintorni”, il sostegno alla sovranità e indipendenza dell’Ucraina: “Gli Stati Uniti – sostiene la Wallander – devono continuare a finanziare l’Ucraina per fornire alle forze armate sistemi, munizioni e l’addestramento necessari per sconfiggere l’aggressione russa”. Ennesima conferma che la diplomazia per gli Stati Uniti non è mai stata una soluzione realistica dal lontano 2014 sul “caso ucraino”.

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Facile, dunque, registrare per l’ennesima volta da parte di un alto funzionario americano l’ennesima geremiade sulla “minaccia a livello globale”: “La Cina – ha aggiunto la rappresentante del Pentagono – sta osservando come ci comportiamo in Europa, perché sta traendo lezioni su come rispetteremo i nostri impegni nei confronti degli alleati e dei partner nell’Indo-Pacifico. Alla fine, stiamo facendo in modo che gli americani possano essere sicuri in patria e all’estero”.

Americani/e, probabilmente poco informati/e, che hanno contribuito con 88 miliardi di dollari, ovvero l’attuale cifra stanziata per armare l’Ucraina negli ultimi due anni, al prolungamento dell’escalation in Europa. Una montagna di denaro pubblico, che poteva essere spesa sicuramente per altre esigenze globali, che si sommerebbero, secondo i dati del Pentagono agli oltre 211 miliardi di dollari “investiti” dalla Federazione Russa.

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“La Russia sta pagando un caro prezzo, cosa che davvero non può permettersi. Le forze armate russe hanno riportato almeno 315.000 vittime nel combattimento”. Numeri, va ricordato, ampiamente inferiori rispetto alle principali ricostruzioni degli ultimi giorni condivise da una certa stampa mainstream.

Una riunione col Congresso, infine, per ricordare “i grandi” passi avanti della NATO mossi negli ultimi due anni di guerra: “Le azioni di Putin hanno sostenuto una NATO più forte. Finlandia e Svezia si sono unite all’alleanza e gli alleati stanno investendo nella difesa, raggiungendo l’obiettivo di investire il 2% del prodotto interno lordo nella difesa. Un dato in aumento rispetto al 9% del 2020, e le percentuali cresceranno entro l’estate”. ha concluso la Wallander.

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foto Army Spc. Trevares Johnson