Tutelare chi lavora tramite le piattaforme: la Commissione avvia la prima fase di una consultazione delle parti sociali.

La Commissione avvia oggi la prima fase di una consultazione delle parti sociali europee sulle condizioni di lavoro delle persone che lavorano tramite piattaforme di lavoro digitali, spesso associate a condizioni di lavoro precarie, che si manifestano nell’assenza di trasparenza e prevedibilità degli accordi contrattuali, in problemi di salute e sicurezza e nell’insufficiente tutela sociale. Problemi aumentati dalla dimensione transfrontaliera, dalla gestione del lavoro mediante algoritmi e dalla crisi sanitaria.

Periodo pandemico che ha ulteriormente messo in evidenza la situazione vulnerabile di coloro che lavorano nell’economia delle piattaforme, sia in termini di esposizione a rischi per la salute e la sicurezza che di limitatezza delle tutele sociali e delle prestazioni corrispondenti.

Questi sviluppi e la natura transfrontaliera delle piattaforme digitali hanno ulteriormente evidenziato la necessità di un’iniziativa dell’UE per migliorare le condizioni di lavoro delle persone che lavorano tramite tali piattaforme.

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Nel corso della prima fase di consultazioni con le parti sociali, che resterà aperta per almeno 6 settimane, la Commissione raccoglierà le opinioni così da calibrare nel migliore dei modi le future azioni dell’UE in tale settore, come ha ricordato oggi la Vicepresidente esecutiva Margrethe Vestager: “L’era digitale spalanca le porte a grandi opportunità per le imprese, i consumatori e i cittadini. Le piattaforme possono contribuire alla ricerca di un nuovo lavoro e alla sperimentazione di nuove idee imprenditoriali. Allo stesso tempo, dobbiamo garantire che i nostri valori europei siano correttamente integrati nell’economia digitale. Dobbiamo assicurarci che queste nuove forme di lavoro rimangano sostenibili ed eque”.

Assunto ribadito da Nicolas Schmit, Commissario per il Lavoro e i diritti sociali: “Con la transizione digitale già in corso non possiamo perdere di vista i principi basilari del nostro modello sociale europeo. Dovremmo valorizzare al massimo il potenziale occupazionale delle piattaforme digitali ma anche garantire dignità, rispetto e tutele alle persone che le usano per lavorare. Le opinioni delle parti sociali saranno essenziali per mettere a punto un’iniziativa equilibrata dedicata al lavoro tramite piattaforme digitali nell’UE”.

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Nei propri Orientamenti politici la Presidente von der Leyen aveva già sottolineato che la trasformazione digitale avrebbe “comportato rapidi cambiamenti tali da influire sui nostri mercati del lavoro” e che devono essere trovati nuovi “modi per migliorare le condizioni di lavoro degli operatori delle piattaforme digitali”. Importanza rimarcata dalla comunicazione un’Europa sociale forte per transizioni giuste che descrive le varie opportunità e sfide dell’Europa in ambiti quali la lotta al cambiamento climatico, la digitalizzazione e il cambiamento demografico, e ribadisce la necessità che tutte queste transizioni siano eque e attente al sociale. Il documento osserva anche che la crescita sostenibile dell’economia delle piattaforme impone di migliorare le condizioni di lavoro in questo settore.

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Nel programma di lavoro 2021, ricordano dalla Commissione, sono previste iniziative legislative volte al miglioramento delle condizioni di lavoro dei lavoratori delle piattaforme entro la fine del 2021. Tali iniziative contribuiranno, nelle ambizioni della Commissione UE, all’attuazione dei principi contenuti nel pilastro europeo dei diritti sociali.

foto Parlamento europeo