Sanità, proseguono le iniziative spot nell’Isola.

Un reclutamento straordinario per rispondere alle carenze d’organico nei reparti ospedalieri e nei territori. Questo, in sintesi, il contenuto dell’ultima comunicazione inviata dall’esponente della Giunta Solinas, Carlo Doria, ai direttori generali delle aziende sanitarie dell’isola, nella “ridicola” speranza di recuperare medici in quiescenza che non abbiano ancora compiuto 70anni d’età, nella sempre più vana speranza di “andare a tappare i buchi” occupazionali nel settore sanitario dell’Isola.

Azione che sembrerebbe avere più il sapore dell’ennesima iniziativa di scarso impatto, in una regione che, per via della pandemia (capace di aprire semplicemente gli occhi a tutti/e in materia) e di un sistema politico-amministrativo lesivo della professionalità di tantissimi giovani medici (ormai stanziatisi altrove o in procinto di farlo), arranca non poco in termini di attrattività.

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Ma, dalle parti della Giunta, si crede comunque alla buona riuscita dell’iniziativa, che, come indicato nella circolare dell’Inps del 6 settembre scorso, resterà aperta fino al 31 dicembre 2023.

“La possibilità di assegnare incarichi al personale in pensione rappresenta chiaramente uno strumento ulteriore rispetto a quelli già messi in campo per rispondere alla carenza di medici nei reparti ospedalieri – ha dichiarato Doria -. Parliamo di misure emergenziali per sopperire a una carenza che, in particolare in alcune specialità, riguarda l’intero sistema sanitario nazionale e che deriva da una mancata programmazione che parte da lontano e per cui occorrono soluzioni strutturali”.

Mancanza di programmazione? Meglio tacere guardando ai tanti casi di pessima amministrazione visti nelle legislature precedenti. Come non citare, per esempio, il prolungato blocco delle graduatorie per la medicina territoriale che per molti anni durante la Giunta Pigliaru ha, di fatto, precluso a tantissimi giovani (e meno giovani) l’assunzione di incarichi di quelle definite oggi come “sedi disagiate e disagiatissime”. O che dire, ancora, della ricorrente lotizzazione della macchina sanitaria regionale dove, nella più coerente opposizione tra partiti, vengono “collocati” ds, da e dg vicini a questo o quell’orticello da “piccolo mondo antico politico” privi delle minime capacità di leadership e senso di pubblico servizio? Situazione, come facilmente desumibile conoscendo l’ambiente sanitario, capace di creare un sistema di lavoro sempre meno appetibile per i giovani (e i sempre meno giovani) operatori del comparto medico-sanitario.

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Superficiale, ancora, la nota contenuta nella nota istituzionale dell’Esecutivo Solinas, secondo la quale la decisione del Governo, che per la Sardegna ha aumentato il tetto del numero degli iscritti alle facoltà di medicina, darà una risposta positiva per sopperire alle criticità dell’Isola. Difficile essere d’accordo. Ormai, come ricorda una massima popolare, è inutile “chiudere la stalla dopo che sono scappati i buoi”.

Anche la successiva iniziativa della Regione, che con risorse proprie ha stanziato fondi per la riattivazione e il potenziamento dell’offerta delle scuole di specializzazione nelle discipline in cui la carenza, quale effetto potrà sortire in una Regione dove gli stessi bandi per i medici vanno spesso deserti o nei quali si presentano sempre meno medici?

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