Rilancio economico e sociale della Regione: il resoconto della seduta del Consiglio.

Oggi in Consiglio regionale si è svolta la discussione sulle misure strategiche per il rilancio economico e sociale della Regione. Il primo intervento, dopo una breve riunione della conferenza dei capigruppo, è stato quello del consigliere PD, Gianfranco Ganau: “Il virus ha messo in crisi prima il sistema sanitario e poi quello economico aumentando a dismisura il disagio della società sarda. Occorre quindi ragionare insieme con spirito costruttivo per costruire una nuova organizzazione sociale, dalla sanità che non ha tanto bisogno dell’ennesima riforma ma di un nuovo modello organizzativo, del potenziamento dei servizi, del rilancio dell’attività terapeutica e diagnostica ordinaria, perché le liste si sono molto allungate per cui è lecito aspettarsi un incremento della mortalità nei prossimi mesi”.

Ma la ‘medicina’ dell’esponente del Partito Democratico per la sanità sarda prevede anche la necessità di “sbloccare i numerosi progetti edilizi, dare corpo al sistema territoriale, al 118, ai punti di primo soccorso, medicina generale, ai pediatri di libera scelta, ai poliambulatori, alla medicina di prossimità”.

Soluzioni seguite dalla polemica politica: “Soffermandosi poi sulle polemiche riguardanti passaporto o certificato sanitario di immunità, alla base vi potevano essere ragioni comprensibili ma, senza tamponi e test sierologici, l’incertezza ha provocato nel tempo disdette e prenotazioni con gravi danni per il turismo. In questa fase, bisogna pensare anche ad un’organizzazione sanitaria che consenta in sicurezza l’eventuale isolamento dei pazienti ma ancora non si conosce dove, e ad un sistema di informazione rivolto ai turisti, ed un protocollo di comportamenti in caso di sospetta positività da concordare con albergatori”.

“Quanto alle attività produttive – ha proseguito Ganau – anch’esse richiedono sforzi straordinari come ha fatto il Governo con una manovra mai vista rafforzando anche gli interventi della Regione. Attendiamo i dettagli delle proposte della Giunta, ha detto ancora l’esponente del Pd, e la sua valutazione sulla nostra proposta per contributi a fondo perduto per quanti rischiano di non riaprire. La Regione, nel prossimo futuro, avrà senz’altro maggiori spese per cui è urgente un confronto a tutto campo sia per rinegoziare l’accordo con lo Stato, che per riaffermare la necessità di rivedere il principio del pareggio di bilancio, di consentire la contrazione di mutui per spesa corrente, di avviare una ampia opera di sburocratizzazione e di sostegno ai bilanci dei Comuni con l’aumento del fondo unico. Va rilanciato con priorità, ha dichiarato Ganau, tutto il settore dell’istruzione vittima di un grande deficit di conoscenza, con la diffusione di strumenti digitali ai meno abbienti e della banda larga in tutto il territorio, la revisione del dimensionamento scolastico nel quadro di una nuova legge regionale sulla scuola. Dalla crisi si può uscire, ha concluso il consigliere, cogliendo le opportunità di cambiamento e selezionando nuove priorità”.

Ha preso poi la parola il consigliere Cesare Moriconi: “Sarebbe bastato condividere le decisioni e non agire in solitudine, fino al punto di arrivare ad una gestione complessiva che potrebbe trasformarsi in isolamento dal Consiglio, dai rapporti col Governo e soprattutto dalla società sarda. Il presidente Solinas è qui per la prima volta nel dopo-crisi, ed è una occasione importante perché la pianificazione della ripartenza non è cosa da poco: serve un grande sforzo di qualità senza contrapposizioni ideologiche e capacità di ascolto, per riorganizzare il sistema pubblico perchè non si può perdere nemmeno una impresa, nemmeno una di quelle che non possono chiedere un prestito, servono coraggio e responsabilità, iniziative politiche alte a livello regionale e parlamentare, partendo dalla vertenza entrate”.

Per il consigliere di Forza Italia, Emanuele Cera: “La burocrazia è il principale male da combattere. Bisogna partire da qui, dalle piccole e piccolissime imprese che hanno necessità di una forte vicinanza della politica e delle istituzioni, in una situazione eccezionale che deve essere affrontata con misure specifiche per proteggere tutte le componenti della nostra comunità, con interventi importanti e rapidi per il nostro sistema sanitario, famiglie ed imprese. L’Europa si è discostata dagli obblighi di bilancio consentendo agli Stati di agire in deficit, però le Regioni non hanno la stessa possibilità e dovranno fare i conti con un forte calo delle entrate. Il Consiglio – ha detto infine l’esponente di FI -, ha stanziato risorse importanti per l’accesso al credito per le aziende, la moratoria sulle scadenze dei finanziamenti ed un fondo per le erogazioni di prestiti a lunga scadenza; non abbasseremo la guardia a livello propositivo, perché possiamo ancora fare tanto accanto allo Stato”.

Per Daniele Cocco, capogruppo di LeU: “L’epidemia ci ha lasciato povertà e ne ha aggiunto altre. Proprio su questo, sulle politiche sociali, dobbiamo concentrare il massimo della nostra attenzione, cominciando dal Reis. Sul sistema sanitario, i protocolli della ripartenza devono essere uniformi in tutta la Sardegna, ma questo non succede a Nuoro, dove ci sono spostamenti di risorse umane e professionali nonostante gli impegni dell’assessore e del commissario Ats, ma purtroppo le cose vanno avanti nello stesso modo e si verificano altri paradossi a cominciare dalla raccolta fondi per un apparecchio radiologico portatile ancora imballato perché senza certificazione. Per ripartire, bisogna cominciare dall’ordinario e dalle situazioni che la pandemia ha interrotto, dalle liste d’attesa alle terapie oncologiche, per finire con i drammi del lavoro: quelli di molti dipendenti stagionali dell’agenzia Forestas, per esempio, dove noi tutti insieme abbiamo trovato una soluzione per i dipendenti trimestrali che però sono ancora sulla strada da ottobre”.

Per Fratelli d’Italia è intervenuto Fausto Piga, che ha paragonato l’epidemia Covid alla crisi peggiore dal dopoguerra: “Il Consiglio ha messo in campo provvedimenti importanti approvati con ampio consenso, dal reddito per le famiglie a nuovi strumenti di liquidità, dall’accordo quadro con associazioni datoriali e sindacali, alla copertura di categorie escluse dallo Stato, lavoro poi messo in ombra dalle polemiche anche se va riconosciuto che un “caso Sardegna” non è mai esistito, posto che certe cose sono successe in tutta Italia a causa soprattutto di una burocrazia esagerata. In sintesi, non si è mai perso tempo e si è lavorato in grande difficoltà, con la consapevolezza che c’è da fare molto di più, ben sapendo che per questo serve un Governo che però va a rilento e non si può pretendere alla Giunta che si sostituisca allo Stato. Tuttavia, la Regione può integrare molte misure ed essere complementare allo Stato, come ad esempio ha già fatto con il recente provvedimento, frutto dell’accordo con la BEI, che consentirà l’accesso a risorse per 200 milioni a condizioni agevolate per tutte le imprese sarde, con una procedura snella e tempestiva grazie alla quale si potranno dare dare maggiori risposte. La ripartenza va governata ed accompagnata, aiutando le aziende a rimanere aperte, percorrendo una strada che sarà difficile ma ci dovrà vedere sempre a fianco dei sardi”.

Ironico l’intervento di Eugenio Lai: “In questo difficilissimo periodo, il presidente è stato molto presente in televisione e poco al suo posto, cioè fra i sardi che non hanno ricevuto nulla a causa delle deficienze della “macchina” amministrativa, esaltando la differenza con il pragmatismo dell’amministrarore locale che prima fa e poi dice. Dalla sua posizione, il governatore avrebbe dovuto essere un leader, aprire ad altre forze, provare a dar vita a una grande stagione di riforma, perché ai sardi interessa la soluzione dei problemi ed avere una prospettiva, anziché restare vittima di un pressapochismo senza visione a 360 gradi. Visto che non è riuscito ad essere un leader, che provi almeno a fare il coordinatore che faccia funzionare le istituzioni regionali; noi chiediamo di confrontarci su trasporti e continuità senza rimbalzi col Governo, e lo dice anche la maggioranza nei corridoi, perché la Sardegna ha tanto bisogno di riforme e sicuramente merità di più”.

Per il Psd’Az il consigliere Stefano Schirru ha affermato di non voler rispondere alle polemiche, pur comprendendo le perplessità e ribadendo il suo rispetto per il ruolo dell’opposizione, perchè nello straordinario momento di difficoltà del pianeta serve uno sforzo di tolleranza in più, consapevoli che non sappiamo molto di una epidemia che ha disorientato il mondo, nei confronti della quale sono state adottate misure vecchie di un millennio, come distanziamento e quarantena: “Molto meno facile, affrontare problemi enormi in condizioni di difficoltà estreme dal punto di vista sanitario ed economico, per cui diciamo la verità: le scelte di Solinas sono state giuste anche grazie al dialogo con le opposizioni in occasione del bilancio, e poi la chiusura della Regione, la saldezza del sistema sanitario di fronte a decisioni non troppo tempestive del Governo centrale, che solo venerdì scorso ha convertito in legge il c.d. ‘Decreto liquidità’. Non è il tempo delle polemiche ma della concordia e del dialogo, ed è la strada che seguiremo nel confronto con le opposizioni, nel rispetto dei ruoli, orientati a scelte giuste non per disciplina di maggioranza ma perché non c’è niente di meglio, con fermezza ma con prudenza, perché il periodo che si apre sarà ancora più travagliato, e non serviranno contrapposizioni inutili di fronte ad una sfida alta per la nostra comunità.

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Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu ha messo in luce che una categoria ha sofferto di più nell’epidemia: ” Giovani e studenti, rimasti a casa in migliaia ad arrangiarsi con una didattica a distanza affrontata senza alcuna formazione, aggravando problemi che esistevano già, come l’abbandono scolastico al 21% la crescita di quanti non studiano o lavorano, fino a 90.000 unità. Una crisi permanente e di sistema che investe tutta la società, per cui dopo 71 anni di autonomia è evidente che la Regione deve essere il soggetto propulsivo di un grandissimo cambiamento, di una fase nuova che si può aprire unendo il sistema pubblico per garantire ai giovani diritto ad istruzione e studio. Solinas esca dal gioco delle parti per cogliere il vero spirito di dialogo”.

Per la Lega Annalisa Mele ha ricordato che l’emergenza sanitaria è piombata sulla Sardegna mentre si stava cominciando a costruire un difficile progetto di riforma: “Il sistema ha comunque retto, anche perché il personale di ogni livello ha lavorato in maniera incessante con ottimi risultati, nonostante le poche risorse a disposizione e le molte carenze perché si tratta di un sistema che non si aziona come un interruttore: ora i protocolli per la ripartenza ci sono, abbiamo più posti in terapia intensiva, sub intensiva e pediatrica, e più assunzioni con una spesa di 54milioni, siamo preparati ad ogni evenienza e pronti a ripartire con l’ordinario nel pieno dell’estate. Alle accuse di immobilismo, si risponde con i fatti: 20 milioni per abbattimento della liste d’attesa, 120 milioni per famiglie ed imprese, misure di contrasto alla crisi economica e turistica in particolare, fondi per le pmi, il sostegno al reddito ed al lavoro, la semplificazione burocratica.

Alessandro Solinas (M5S) ha parlato di emergenza non “ancora conclusa” ed in apertura del suo intervento ha rivolto “un plauso e un ringraziamento” agli operatori sanitari, auspicando che siano individuati i responsabili delle “disfunzioni del sistema e nelle strutture ospedaliere”. Per quanto attiene gli aspetti economici, il consigliere della minoranza, ha rimarcato la necessità di mettere in atto “politiche espansive” e garantire un maggiore coinvolgimento del enti locali.

Solinas, infine, pur riconoscendo la gran mole di risorse finanziarie messe in campo, si è detto rammaricato per la mancanza di finanziamenti a fondo perduto. “La Regione deve aiutare i più deboli e sostenere microimprese e giovani, nonché prestare attenzione ai soggetti non bancabili. La minoranza in questi mesi di emergenza ha dimostrato un alto tasso di responsabilità mentre si riscontrano gravi carenze in alcuni componenti la Giunta regionale”.

Antonio Mario Mundula dei Fratelli d’Italia, ha riconosciuto “toni più accondiscendenti” da parte dei consiglieri delle opposizioni ma non ha dimenticato di rimarcare una serie di “atteggiamenti strumentali e di critiche infondate” rivolte, nel corso degli ultimi mesi, al presidente della Regione e ai componenti l’esecutivo: “La verità è che tutti ci siamo trovati davanti ad un’emergenza epocale. La maggioranza ha messo in campo tutto ciò che è stato possibile fare per tutelare la salute dei sardi”.

“Non sprechiamo l’occasione che ci offre il dibattito in Aula – ha attaccato – Piero Comandini del Partito Democratico – per fare il resoconto degli accadimenti di questi ultimi mesi, ricordandoci che davanti alle grandi emergenze le istituzioni devono lavorare insieme. Oggi, il presidente Solinas più della sua maggioranza ha bisogno delle forze delle minoranze. La fase dell’emergenza è finita e bisogna andare avanti ma non più solo con i titoli e i proclami. Comandini ha quindi lamentato una serie di ritardi da parte della Giunta ad incominciare dagli aiuti alle imprese “assurdo che il testo non sia consultabile a due mesi dall’approvazione dell’esecutivo” e dalla cassa integrazione in deroga dove “restano disattesi gli impegni assunti con le parti sociali per colf e badanti”.

Il presidente della commissione Sanità, Domenico Gallus, ha svolto il suo intervento con l’intento dichiarato “di difendere l’operato del presidente della Regione e le cose fatte per una corretta gestione della pandemia del coronavirus. La Sardegna è stata risparmiata dall’emergenza per la prudente e determinata azione del presidente della Regione che ha adottato le più opportune ordinanze”.

Il consigliere dei centristi ha quindi ricordato la pericolosità del virus ed ha parlato di una generale tenuta del sistema regionale: “Le opposizioni hanno mostrato in molte occasioni senso di responsabilità e capacità di proposta pur nel permanere di differenti visioni strategiche e prospettiche”.

Gianfranco Satta dei Progressisti ha criticato, invece, il ritardo con il quale si è arrivati alla riunione del Consiglio ed ha auspicato una maggiore considerazione dell’Aula: “Il parlamento dei sardi deve essere coinvolto e non snobbato. I dati dimostrano un’attenuazione del virus e le riaperture non hanno influito negativamente sull’andamento del contagio ma il presidente Solinas non deve costruire muri con le altre Regioni con passaporti sanitari e altre trovate quanto rivendicare più risorse dal governo nazionale per migliorare i servizi socio sanitari destinati ad accogliere in sicurezza i turisti. Solinas ha cercato la ribalta mediatica mentre crescevano i senza lavoro e le strutture ricettive restano in attesa di aiuti e interventi adeguati a fronteggiare la crisi”.

Roberto Li Gioi (M5S) ha definito il presidente Solinas , “Christian-contrario”, per evidenziarne l’atteggiamento di contrasto rispetto alle scelte del governo nazionale “per assecondare le decisioni del suo capitano. Li Gioi ha definito una “pantomima” la disputa per l’introduzione del passaporto sanitario “con concetti volutamente vaghi e dal sapore incostituzionale”. “Gli annunci del presidente – ha incalzato il consigliere – hanno provocato migliaia di cancellazioni per la disperazione degli albergatori e degli operatori del turismo”. L’esponente della minoranza ha quindi introdotto il tema “Air Italy” invitando, con toni polemici, il presidente della Regione a non perdere le opportunità che sarebbero contenute nel cosiddetto “decreto rilancio” varato dal governo Conte.

Andrea Piras (Lega) ha difeso l’operato di Giunta e presidente, ricordando i positivi risultati raggiunti sul fronte del contenimento del contagio da Covid e gli ingenti stanziamenti regionali a sostegno di imprese e famiglie. L’esponente della maggioranza ha quindi rivolto critiche al governo nazionale e alle forze politiche che in Sardegna sono all’opposizione e che non chiedono conto per i ritardi nel pagamento della cassa integrazione o per il prestito “solo annunciato dei 25mila euro”. Piras in conclusione del suo intervento ha rivolto un accorato appello al presidente della Regione perché siano messe in atto tutte le iniziative necessarie per favorire la riapertura delle discoteche, dei locali e delle attività , così come fatto in altre realtà italiane come il Veneto e la Puglia.

Antonio Piu (Progressisti) ha evidenziato l’opportunità del dibattito per la formulazione di proposte utili per far ripartire economia e scuola ed ha però raccomandato “una più corretta comunicazione delle iniziative rivolte al turismo. “Gli annunci di un passaporto sanitario o di una certificazione hanno prodotto danni alla Sardegna”. Antonio Piu ha quindi auspicato una più frequente convocazione dell’Assemblea, una maggiore presenza in Aula del presidente della Regione, sottolineato “l’alto senso di responsabilità politica” dimostrato dalle minoranze, nonostante la mancata risposta alle tante iniziative consiliari intraprese dai consiglieri delle opposizioni».

Ha quindi preso la parola il consigliere dei progressisti Maria Laura Orrù che ha invitato il Consiglio a prendere esempio dagli anziani, i più colpiti dalla pandemia del Covid-19: “E’ quella la generazione che è riuscita a superare la guerra e ha saputo ricostruire il paese pensando in modo diverso rispetto al passato finora abbiamo visto una classe dirigente inadeguata. Spero di ricredermi presto. Occorre abbandonare gli slogan, serve coraggio per immaginare una Sardegna diversa. Ci sono a disposizione risorse economiche e capitale umano. Serve una visione ecosostenibile e un’inedita capacità di programmazione per investire dove finora non si è investito: prima di tutto l’ambiente. Si guardi a un futuro turistico innovativo, a un consumo più sano. La Sardegna può essere un modello per l’impresa green”.

Il consigliere dei Progressisti, Massimo Zedda, in apertura del suo intervento ha rivolto un pensiero alle migliaia di vittime che ci sono state nel mondo a causa del Covid-19 ed espresso solidarietà a tutto il personale medico, del volontariato e delle forze dell’ordine impegnato a contrastare l’emergenza.

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Rivolto al presidente della Regione, Zedda gli ha dato, ironicamente, il bentornato in Aula: “Sarebbe stato più utile se a chiedere la convocazione del Consiglio fosse stato lei sia per tracciare una linea di demarcazione su quanto accaduto e dare un indirizzo per il futuro e lo sviluppo dell’Isola. Lei è venuto meno al suo ruolo istituzionale e oggi è in aula perché costretto dalla nostra richiesta di convocazione del Consiglio. Lei prova fastidio per il confronto. Ha una manifesta incapacità di dialogo nonostante la nostra disponibilità al dialogo. In questi mesi abbiamo invece assistito a ordinanze confuse e scritte male, ritardi nella sanità, e annunci di passaporti sanitari. Serve un metodo di lavoro differente, occorre coinvolgere i sindacati per rilanciare l’economia, far ripartire la scuola, la cultura. occorre stabilire priorità per i settori in maggiore difficoltà. Serve un piano regionale di sviluppo, non una mente dissociata rispetto alle drammatiche vicende che hanno interessato l’intero pianeta”.

Laura Caddeo (Progressisti) ha concentrato il suo intervento sulle problematiche determinate dall’emergenza Covid-19 nel sistema scolastico: “Mesi di isolamento hanno messo in luce la disparità che si annida nella nostra società non si riesce a incidere per annullare le disuguaglianze. Si rischia non solo di lasciarle immutate ma di amplificarle. Questo riguarda soprattutto la scuola, se non si interviene subito per programmare la ripresa saranno guai. Chiediamo da settimane di elaborare un Piano, abbiamo suggerito l’apertura di un tavolo di confronto. Tutto tace e oggi potrebbe essere già troppo tardi. Senza programmazione, le autonomie scolastiche avranno come unica alternativa la didattica a distanza che ha dilatato quotidianamente le difficoltà di molte famiglie. E’ una grande sfida che non può riguardare solo i lavoratori della scuola ma deve essere affrontata dalla politica. La Regione deve esercitare la sua forza di negoziazione nei confronti del Governo. Si faccia subito una ricognizione degli spazi e si proceda al loro adeguamento per operare in sicurezza. Serve più personale docente e non docente. Più soldi perché queste condizioni diventino realtà. L’Europa ha messo molti fondi a disposizione, perché non possono essere utilizzati dalla scuola?”.

Anche per Pierluigi Saiu (Lega) l’operato della Giunta è andato nella giusta direzione: “Da subito la Giunta ha chiesto la chiusura di porti e aeroporti. L’emergenza ha messo a dura prova la nostra autonomia che è stata difesa dal presidente Solinas e che qualcuno pur di attaccarlo era disposto a sacrificare. Il costo della crisi graverà soprattutto sulle imprese. Per questo abbiamo subito varato una legge di sostegno, la n.8 per il settore turistico, e chiuso l’accordo con la BEI. Occorre continuare su questa strada dando attenzione alle categorie dimenticate: commercio, lavoratori stagionali e spettacolo”. Saiu ha poi posto l’accento sulla necessità di procedere a una semplificazione burocratica: “La legge 12 sugli aiuti alle famiglie ha incontrato numerose difficoltà causa di un meccanismo farraginoso, lo stesso è avvenuto per la cassa integrazione”.

Per Francesco Mura, capogruppo di Fratelli d’Italia: “La pandemia ha messo in discussione tutte le nostre certezze, sono stati tre mesi in cui le opposizioni hanno dato vita a una narrazione errata della situazione con il solo compito di screditare l’azione della giunta regionale, di mettere i sindaci contro la Regione, utilizzando il conflitto istituzionale come clava contro l’avversario politico”. Rispondendo alle considerazioni di alcuni consiglieri di minoranza sulla scuola, Mura ha puntato l’indice contro il Governo nazionale: “Non è questa la sede in cui discutere di scuola, bisognerebbe rivolgersi al ministro dell’Istruzione”.

Michele Cossa (Riformatori) ha apprezzato il clima costruttivo con cui è stato affrontato il dibattito. “Nessuno però ha finora parlato della gestione imbarazzante dell’emergenza da parte del governo nazionale. Sono stati così tanti gli errori che dire che in Sardegna è stata gestita bene è perfino banale. Questo però non impedisce di guardare a ciò che non è andato bene: nella sanità sono emerse diverse criticità. Ciò che ha evitato il disastro è stata l’azione tempestiva del presidente della Regione che ha chiuso da subito porti e aeroporti – ha affermato Cossa – non si può però confidare sempre sulla buona sorte, è urgente una riforma del sistema sanitario che metta in sicurezza i cittadini da eventuali altre emergenze”. Positivo anche il giudizio sulle misure messe in campo dall’esecutivo a favore delle famiglie e delle imprese: “L’ultima punta a immettere nel sistema economico circa 200 milioni di euro attraverso un sistema innovativo che farà da battistrada anche per altre regioni italiane. Ciò che emerge oggi è l’opportunità storica di mettere mano a interventi infrastrutturali tali da superare il gap dell’insularità. Il Green New Deal, le infrastrutture verdi (soprattutto nel trasporto su ferro dove siamo cenerentola d’Italia) la banda ultralarga rappresentano le basi per una rivoluzione economica e sociale. La regione deve riappropriarsi di quella governance che è stata lasciata in mano al governo nazionale. Le infrastrutture non possono realizzarsi se non si mette mano al codice degli appalti. Il ponte di Genova non si sarebbe potuto costruire senza bypassare le norme”.

E’ poi intervenuta la consigliera del Movimento 5 stelle Desirè Manca che ha detto di essere molto contenta di vedere in aula il Governatore . “Secondo la maggioranza lei in questi tre mesi ha fatto tanto. Effettivamente ci sono stati molti proclami ed è andato in tutte le trasmissioni televisive. Certo le idee del Presidente sono state moltissime. Prima voleva rendere il tampone obbligatorio a tutti, poi i test seriologici, poi i test rapidi, poi il passaporto sanitario, poi il certificato di negatività. Questo ‘gioco’ non ha fatto altro che fare scappare i turisti che volevano venire in Sardegna”. Per la Manca però bisogna lasciare il passato alle spalle e si deve arrivare alle proposte. La consigliera ha ricordato che due mesi fa il Presidente della Regione e la maggioranza avevano chiesto alla minoranza di votare in tutta fretta un bilancio ristretto per l’emergenza Covid-19: “L’abbiamo votato e poi? Cosa è successo? tutto bloccato. Come per le imprese: 93 giorni fa il Presidente aveva promesso al Consiglio regionale una misura a sostegno delle imprese. Le promesse si mantengono, soprattutto quando gli impegni si prendono con il popolo sardo”.

Giorgio Oppi (UDC – Cambiamo) ha ringraziato il Presidente Solinas perché i risultati della Sardegna sono eccellenti: “Nessuna regione d’Italia può vantare dati così positivi. Situazioni confortanti anche nelle RSA, nel Mater Olbia e nel Policlinico di Sassari”. Oppi ha poi ricordato che il Presidente della Regione è stato il primo a chiedere il blocco degli ingressi per tutelare la salute dei sardi. “Basta con le critiche fini a se stesse che, per altro, sono confutate dai dati. I risultati dell’azione del Presidente della Regione sono estremamente positivi e sotto gli occhi di tutti”.

Anche per Franco Mula (Psd’az) i dati parlano chiaro: “La Sardegna e la Puglia sono considerate le regioni più virtuose. Questo grazie all’operato del Presidente Solinas che ha salvaguardato in ogni modo la salute del popolo sardo”. Mula ha detto che vanno bene le critiche ma solo quelle costruttive. Il capogruppo del Partito sardo d’azione ha ricordato le 28 ordinanze Covid firmate dal Presidente in questi tre mesi e la decisione di chiudere porti e aeroporti per blindare la nostra terra. “Ho letto ‘con disprezzo’ qualche dichiarazione di esponenti della minoranza che affermavano che il Presidente Solinas stava ‘mistificando la realtà’. Ma quali sono le prenotazioni che abbiamo perso? Dobbiamo cercare di far arrivare in Sardegna chi è sano, perché questa isola non vive solo di turismo”. Per la minoranza, secondo il consigliere sardista, non va bene nulla: non andava bene il passaporto sanitario ma neanche la certificazione sanitaria. Si tratta di critiche non costruttive.

Anche il capogruppo delle Lega, Dario Giagoni, ha difeso l’operato della Giunta: “Si è fatto molto in questi mesi sul fronte della sanità. Ci sono stati interventi economici a favore delle imprese discussi con le organizzazioni sindacali la rinascita deve partire da una capillare riforma della sanità che deve tener conto delle esigenze territoriali. L’emergenza Covid ha messo a nudo le carenze del sistema sanitario ereditate dal passato. La Giunta ha evitato una catastrofe. Non possiamo permetterci di affrontare una nuova emergenza. La sanità deve essere messa al centro dell’azione legislativa”.

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Altra priorità riguarda le infrastrutture per Giagoni: “Occorre investire nelle grandi opere pubbliche per abbassare il gap con le altre regioni italiane senza dimenticare il comparto turistico, settore trainante della nostra economia. Per questo abbiamo proposto la modifica della legge n.7 del 1955 che ci consenta di promuovere le nostre bellezze e di superare lo slogan ‘Sardegna solo mare’. Abbiamo chiari i progetti che vogliamo portare avanti. La Sardegna è prima negli aiuti alle famiglie e alle imprese. Siamo orgogliosi di quanto fatto. Non ho sentito parole di biasimo per le manchevolezze del Governo nazionale. L’atteggiamento della minoranza è fazioso e strumentale. Tutto fumo e niente arrosto, solo chiacchiere e distintivo. Oggi in aula non avete portato nulla. Vi consiglio di essere costruttivi’.

Sull’ordine dei lavori ha chiesto di intervenire Massimo Zedda che rivolto al presidente del consiglio ha detto: “E’ grave quanto afferma Giagoni, utilizzando l’espressione rivolta in un film di successo da un mafioso a un rappresentante della legge”.

Il capogruppo dei progressisti Francesco Agus ha chiuso la tornata degli interventi prima della replica del presidente della regione: “Sono trascorsi tre mesi dal primo dibattito sul Covid allora sembrava solo un problema di una lontana provincia della Cina. Nel frattempo abbiamo presentato diverse proposte di legge, mozioni, interrogazioni che rimangono agli atti. Non è il momento per fare la cronistoria di quanto accaduto. Le decisioni prese in quel periodo sono state oggetto di processi mediatici. Se in questo paese Fontana può autoassolversi può farlo anche l’assessore Nieddu. Però bisogna farlo nel rispetto di chi ha lavorato per contrastare l’emergenza, medici e infermieri prima di tutto”. Agus ha poi criticato la comunicazione istituzionale messa in campo dalla Giunta: “Sarebbe stato utile parlare un linguaggio chiaro anche con le opposizioni, su molti aspetti si poteva essere d’accordo. Si cambi metodo per il futuro, per questo abbiamo insistito per dar vita a questo dibattito: l’emergenza non è finita, avremo di fronte sfide delicatissime, non si potrà andare in ordine sparso. Tanti fronti sono aperti, a partire da quello della scuola. C’è un’emergenza sanitaria che va oltre il Covid: a marzo sono 160 i decessi oltre la media. Di questi, solo 30 sono morti di coronavirus. In tutti i territori dove è stato applicato il lockdown si sono avuti questi problemi, la Regione sarda ha riaperto la sanità in ritardo”. Il capogruppo dei Progressisti ha infine sollecitato un’accelerazione sugli aiuti alle imprese”.

A conclusione del dibattito ha preso la parola il presidente della Regione Christian Solinas, che in apertura ha ringraziato il Consiglio ed in particolare il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau per aver tracciato la giusta “cornice” del dibattito, cornice dalla quale purtroppo ci si è allontanati, soffermandosi sul passato. I numeri, però, ha affermato Solinas, raccontano di questi tre mesi un’altra storia: decine e decine di video-conferenze con Regioni, Governo, ministeri, comitati scientifici ed organizzazioni di categoria, 28 ordinanze nessuna delle quali è stata impugnata, un lavoro immane che qualcuno ha provato a dimenticare ma non si può.

“In questi mesi – per Solinas -, si sono prodotti anche risultati. Il Sole 24Ore ha riportato che la Sardegna è la prima Regione per stanziamenti pro-capite a favore di famiglie ed imprese, con risorse proprie, mentre il Ministero della Salute ha rilevato che la Sardegna è la Regione con minore tasso di circolazione virale. Certo, alcune volte abbiamo ottenuto ciò che chiedevamo ed altre no, ma abbiamo sempre proposto alternative. La decisione di chiudere i porti e gli aeroporti ne è un esempio e lo stesso certificato di negatività non è idea della Regione Sardegna ma una tendenza che si va consolidando a livello internazionale: il 1° luglio con destinazione Canarie parte il primo volo nel quale i passeggeri presenteranno questo documento, e così stanno facendo altre democrazie avanzate. La Corea del Sud, che aveva fatto scelte diverse, è di nuovo in lockdown e arriverà alla stessa conclusione. In Sardegna il meccanismo ha funzionato e funziona nei voli privati, pur sapendo che non si tratta di un certificato di immunità ma di un filtro.

“Restando ai fatti – ha aggiunto Solinas – i numeri dicono anche che Regioni con analoga popolazione alla nostra hanno avuto più vittime e quindi, nel complesso, la gestione di questa fase ci consegna una Regione che non è stata immobile e si è messa nelle condizioni di programmare bene la sua ripartenza. Naturalmente la crisi va governata con strumenti nuovi ed abbiamo già iniziato a farlo: il 17 giugno conosceremo l’esito della gara per l’accordo con banche in materia di sostegno alle imprese, comprese quelle non bancabili fino al più alto grado di rischio, con tassi di interesse a zero e con tre anni di tempo per iniziare a restituire il prestito.

“Poi c’è la nuova legge-quadro sul lavoro che prevede una spesa di 120 milioni e porterà il volume complessivo dell’intervento della Regione a circa 500milioni, il massimo fatto da una Regione italiana, come ha riconosciuto anche il Banco di Sardegna. Su questo provvedimento, ha assicurato Solinas, il confronto potrà accogliere anche molte proposte dell’opposizione, come quelle sulla scuola, anche se proprio in materia di scuola finora si è sentito un po’ di tutto; credo che noi, piuttosto, dobbiamo tornare su tante chiusure fatte in passato”.

Affrontando il tema del turismo, il presidente della Regione ha invitato tutti a “non dare una immagine negativa della Sardegna all’esterno, perché in realtà le cancellazioni sono dovute alla chiusura dei mercati internazionali di settore in primo luogo, ed alla situazione di tanti Paesi ancora in lockdown. La Spagna aprirà il primo luglio e la Russia ancora più tardi, il fattore che inciderà maggiormente sarà quello della paura come ci dimostrano le immagini di fosse comuni in molti Paesi, e quanto ai 2.5 milioni di presenze previste in Sardegna per questa stagione, non è un numero a caso, ma il risultato di un modello matematico al quale hanno lavorato Federalberghi e le Società di gestione degli aeroporti sardi”.

“Sulla continuità territoriale i voli stanno riprendendo e proprio oggi ho scritto al ministro per il rispetto di tutte le frequenze previste in una fase in cui è previsto comunque l’arrivo di altre compagnie, in una fase mondiale che sta concentrando la ripartenza nell’ultima parte di giugno. Per quanto riguarda AirItaly, non possono che confermare che, a mio giudizio, siamo in presenza di una grande crisi industriale nazionale e non un fatto locale della Sardegna, altrimenti, siccome la maggior parte dei lavoratori di Alitalia è concentrata nel Lazio, dovremmo scaricare i costi di quella crisi su quella Regione. Io penso che se il Governo decide di mettere 3 miliardi su Alitalia deve intervenire anche su AirItaly che ha la stessa dignità, ma non immagino società controllate con conto a carico della Regione: c’è un tavolo di crisi e vedremo dove si arriverà e solo se quel tavolo non arriveranno risposte terremmo pronte le nostre alternative, per portare soluzioni a casa”.

“Voglio rivolgere un ringraziamento particolare al sistema sanitario regionale, che ha fatto un grandissimo lavoro nell’emergenza ma ha dimostrato fragilità oggettive stratificate negli anni: blocco del turn over, spending review, depotenziamento dei territori che vanno invece messi al centro della riforma perché in passato si è preferito iniziare dalla rete ospedaliera, mentre noi abbiamo il compito di costruire un sistema in grado di durare per i prossimi vent’anni”.

Ultimo tema toccato nell’intervento del presidente della Regione, quello della registrazione richiesta ai turisti: “Serve – ha spiegato Solinas – per tenere sotto controllo arrivi ed individuare le aree nelle quali si concentrano i maggiori flussi, per potenziare le strutture sanitarie dove c’è più bisogno di fronteggiare picchi di popolazione nella stagione estiva: la scheda sanitaria, facoltativa, è poi utile sia per una indagine epidemiologica che per tracciare eventualmente la “catena” dei contagi, questo non significa cambiare idea ma lavorare con responsabilità”.

In chiusura, Solinas ha assicurato al Consiglio che svilupperà molti spunti emersi dal dibattito, a cominciare dalla nuova legge-quadro sul lavoro che, ha auspicato, arriverà all’esame delle commissioni e dell’Assemblea quanto prima.

foto Sardegnagol, riproduzione riservata.

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