Regionali 24, Confagricoltura ai candidati: “Nuova governance e contrasto allo spopolamento”.

Dal Ceasar Hotel il mondo di Confagricoltura Sardegna ha lanciato oggi un nuovo appello ai candidati presidente alle prossime elezioni regionali, ovvero riportare la centralità dell’agricoltura nell’isola, constrastare lo spopolamento delle campagne, ridisegnare l’attuale governance amministrativa, nonché rimuovere i “famosi” lacci e lacciuoli onnipresenti nella burocrazia regionale.

“L’attuale apparato amministrativo, la siccità e l’assenza di interventi formativi di qualità per giovani e addetti rappresentano alcuni problemi sui quali si deve intervenire nel breve periodo quando si parla di agricoltura”, ha dichiarato il Presidente regionale di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele”.

Parere ribadito nel corso della giornata dal Presidente Nazionale dell’associazione di categoria, Massimiliano Giansanti: “Chiediamo alla politica e ai candidati alle elezioni regionali, di dare maggiore ascolto alle richieste del mondo delle campagne, partendo dal documento programmatico degli imprenditori sardi. Perdiamo costantemente giovani e il ricambio generazionale nelle campagne è sempre più critico. Servono, pertanto, nuovi strumenti a sostegno dell’inserimento dei giovani nel settore”. Presidente che ha poi stigmatizzato le critiche verso le recenti proteste del mondo agricolo: “Le proteste nascono nell’Europa più profonda perchè per anni la politica non ha ascoltato i protagonisti dell’agricoltura, ovvero gli imprenditori agricoli. Quello che vediamo oggi è solo la punta dell’iceberg di un disagio diffuso all’interno delle campagne”.

Proposte di puro buonsenso e rinnovati appelli per riportare in auge la centralità del comparto che, guardando ai sempre crescenti dati di abbandono delle campagne da parte dei giovani e al corposo calo di produttività, sta scontrandosi con una progressiva perdita della forza lavoro, l’indebolimento della stessa sostenibilità del sistema primario – orfano di nuovi addetti – e, infine, con la perdita di coesione sociale all’interno delle comunità rurali.

Massimiliano Giansanti, foto Sardegnagol riproduzione riservata
Massimiliano Giansanti, foto Sardegnagol riproduzione riservata

Da qui la condivisione delle soluzioni per l’agricoltura sarda. Per i vertici di Confagricoltura Sardegna, infatti, servono non solo maggiori dotazioni finanziare ma un rinnovato dialogo con Bruxelles, Roma e ridisegnare l’attuale governance amministrativa regionale in agricoltura, partendo proprio da quello Statuto regionale, da sempre immutato, e da una riforma delle 3 agenzie regionali AGRIS, LAORE e ARGEA. Agenzia, quest’ultima che ha dimostrato, in modo inequivocabile, la propria difficoltà oggettiva per i pagamenti ai beneficiari del mondo agricolo.

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Rinascita che dovrà passare anche dal contrasto al cosiddetto “nanismo d’impresa” delle aziende agricole, come ricordato oggi da Giambattista Monne, direttore Confagricoltura Sardegna: “C’è un problema di scarsa propensione all’aggregazione di impresa. Qui servono politiche capaci di mettere al centro le filiere e le comunità rurali. Imprescindibile, ancora, una formazione di qualità e sostenere scambi ed esperienze con altre regioni d’Italia ed Europa”.

Alessandra Todde, foto Sardegnagol riproduzione riservata
Alessandra Todde, foto Sardegnagol riproduzione riservata

Appelli seguiti oggi dalle proposte dei candidati alla presidenza della Regione, a partire da Alessandra Todde, intervenuta proprio sul tema del ricambio generazionale in agricoltura: “Scontiamo il fatto che le imprese agricole sarde sono in maggioranza imprese familiari. Bisogna lavorare con gli strumenti a disposizione, per esempio i Gal, e integrare lo sviluppo locale agricolo con il turismo e la promozione delle identità delle comunità locali. Serve – prosegue la candidata del Campo Largo – valorizzare le pratiche tradizionali, sostenere la formazione, abbiamo 700 milioni di euro non spesi, e sostenere l’accesso al credito in agricoltura, possibilmente recuperando le funzionalità di un organismo come la SFIRS”.

Renato Soru, foto Sardegnagol, riproduzione riservata
Renato Soru, foto Sardegnagol, riproduzione riservata

“Tribuna politica” seguita dallo speech del leader della Coalizione sarda, Renato Soru: “Oggi eliminerei l’AGRIS e la metterei dentro Laore dato che si stanno sovrapponendo le funzioni e visto che serve una ricerca al servizio del mondo agricolo. LAORE, ancora, deve fare assistenza tecnica e trasferimento tecnologico. I suoi dipendenti devono andare nelle campagne. Oggi, però, sono arrivati tanti dipendenti che non hanno esperienza in agricoltura ma, piuttosto, amministrativa”. Intervento dell’ex Governtatore proseguito poi sul tema del contrasto allo spopolamento e al ricambio generazionale nelle campagne: “Le persone lasciano i propri paesi per il lavoro. Cosa bisogna fare per fare in modo che di agricoltura si possa vivere? Se si può produrre reddito le persone restano nei territori, ma i cittadini hanno anche bisogno di servizi nelle comunità rurali. La Regione – prosegue Soru – deve rendere più attraente il mondo agricolo, sostenere la scalabilità delle aziende del settore e la multidimensionalità. Siamo il polmone verde d’Italia. Questo è un dato che deve essere fatto valere in Italia. Se vogliamo affrontare il futuro – conclude – bisogna proseguire sulle orme dei protagonisti dell’agricoltura del passato e dobbiamo, per esempio, smettere di perdere metà dell’acqua per uso civile. Tutti devono essere incentivati ad avviare una agricoltura di precisione”.

Lucia Chessa, foto Sardegnagol riproduzione riservata
Lucia Chessa, foto Sardegnagol riproduzione riservata

Per Lucia Chessa, invece, fa riflettere il fatto che le ultime proteste di piazza abbiano visto una contrapposizione tra agricoltori e associazioni di categoria e, soprattutto, l’assenza di Paolo Truzzu all’incontro di Confagricoltura Sardegna: “Come fece nel 2019 Matteo Salvini con Christian Solinas, non vorrei che il sindaco Truzzu faccia campagna elettorale all’ombra di Giorgia Meloni”. “Appartengo alla generazione di sardi cresciuti con “la puzza dell’odore del pecorino romano”, quasi a voler svilire l’occupazione nel settore agricolo. Bisogna invertire la tendenza nella nostra isola secondo la quale lavorare in agricoltura è un lavoro poco remunerativo e appetibile”.

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Sulle 3 agenzie e sulla governance in agricoltura, ancora, la candidata ha poi dichiarato che “i problemi sono segnalati da ogni agricoltore” e che “c’è molto da cambiare”. Sul ricambio generazionale in agricoltura, infine, la candidata di Sardinia Resiste, ha dichiarato che “vivere in aree rurali in un’epoca di civiltà urbana è complesso. La scelta di lavorare in campagna dovrebbe essere incentivata dalla politica”.

foto Sardegnagol, riproduzione riservata