Regionali 2024, i Progressisti chiedono “una consultazione popolare aperta e diretta”.

Il Coordinamento regionale del Partito Progressista ha ribadito oggi le proprie condizioni per la partecipazione alla coalizione di centrosinistra in vista delle prossime elezioni Regionali 2024. Appuntamento elettorale, come ormai assodato da diversi lustri, dove la priorità è rappresentata dalla cosiddetta “quadratura del cerchio” sul nome del candidato presidente, piuttosto che dalla descrizione di programmi e proposte alternative, in questo caso, al disastroso governo di centrodestra degli ultimi anni.

Opposizione che, tra malumori minimalisti e massimalisti, sembra aver smarrito con l’aumentare degli odds a favore della pentastellata Alessandra Todde, l’apparente unità di intenti vista nel corso degli ultimi anni contro l’Amministrazione Solinas.

Un cul de sac, per non dire un vero muro contro muro, dove alcuni/e si stanno giocando le proprie carte per la sopravvivenza politica, sacrificando (con il beneplacito delle varie claque acritiche) la sostanza e i programmi.

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“Prendiamo atto che la Direzione del Partito Democratico, nel corso della riunione del 31 ottobre scorso, ha ribadito come “prioritario riconfermare l’unità della coalizione per poter imprimere una svolta di cambiamento per la Sardegna”, e che tale priorità non debba essere sacrificata per favorire pretese di candidature identitarie di nessuna forza politica della coalizione – reca la nota dei Progressisti -. Concordiamo su questo punto con il PD, tanto più se tali eventuali candidature identitarie fossero il risultato di accordi esclusivi tra alcuni dei soggetti politici della coalizione, con l’esplicito obiettivo di non sottoporle ad una ampia, diretta e democratica consultazione dei cittadini-elettori dello schieramento democratico. Consultazione che, a nostro avviso, può solo favorire un risultato positivo per la larga coalizione delle forze progressiste, socialiste, democratiche, autonomiste e dell’autodeterminazione”.

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Da qui la nuova proposta dei Prograssisti, ovvero l’avvio di consultazioni “popolari, aperte e dirette” in ogni comune oltre i 15mila abitanti per individuare il candidato più autorevole. “Vogliamo riaffermare la convinzione che la prassi democratica nella decisione sia imprescindibile se si vuole rafforzare la partecipazione dei cittadini nella politica e contrastare il pericoloso sentimento di sfiducia verso le istituzioni”, concludono i Progressisti.