Ordine degli Architetti: “Si agli incentivi, no all’abusivismo”.

Dagli incentivi previsti dal Governo per la riqualificazione degli immobili secondo standard di efficientamento energetico e maggiore sostenibilità, siano esclusi quelli che risultano “illegittimi”, che siano totalmente o in parte non conformi ai progetti approvati. Questa la richiesta dell’Ordine degli Architetti, supportato dai dati dell’ultimo studio del CRESME, il Centro Ricerche Economiche Sociali e di Mercato per l’Edilizia, per il quale dal 2012 al 2017 sarebbero sorte in Italia 113.400 case abusive, un numero pari al 16,7% di tutte le nuove costruzioni, contro il 10,1% del periodo 2002-2011.

Anche dai dati elaborati dall’Agenzia del Territorio emergono dati allarmanti. In Sardegna, al 31 dicembre 2011, le unità immobiliari abusive in Sardegna rilevate sono state circa 46.877, posizionando l’Isola al sesto posto in Italia per numero di casi (2.799) su 100.000 residenti (prima la Calabria con 4.587).

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Il dato, già di per sé preoccupante, offre un ulteriore spunto di riflessione se lo si rapporta ai tentativi di porre argine a questa tendenza attraverso i numerosi condoni degli ultimi decenni, dimostrando che tale strumento non può essere la soluzione all’abusivismo.

Infatti, sempre secondo lo studio CRESME, dopo i condoni edilizi, la percentuale di abusivismo ogni anno in Italia oscilla tra il 10 e il 15%, aumentando ad un ritmo di 22.660 nuove costruzioni abusive all’anno, circa 60 al giorno.

«E’ necessario – per la Presidente dell’Ordine degli Architetti di Cagliari e del sud Sardegna, Teresa De Montis – analizzare con attenzione questi dati. Il nostro deve essere un cambio di passo prima di tutto culturale. E lo Stato che sta impegnando una quantità di denaro mai messa a disposizione per questo settore, deve pretendere qualità e controllo del territorio. Oltre a questo, il condono si è comunque dimostrato un’arma inefficace: quasi un terzo delle pratiche infatti non è giunto a perfezionamento. Sono 4.263.897 le pratiche che attendono ancora una definizione con un mancato introito per le casse dello Stato di circa 19 miliardi di euro”.

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Secondo il CRESME, tra le strade da percorrere, c’è quella di puntare su un sistema più efficace di digitalizzazione. Lo studio infatti evidenzia che a rendere spesso difficoltoso l’accertamento dei dati anche per gli stessi uffici tecnici dei Comuni, è la situazione degli archivi: solo nel 4,42% dei casi le pratiche sono totalmente digitalizzate a fronte di un 59,77% di pratiche ancora totalmente in versione cartacea, mentre il restante 35,81% è rappresentato da archivi misti.

“In realtà questo è solo un aspetto del problema. La digitalizzazione infatti offre, a costi molto elevati per la comunità, una panoramica sulle pratiche edilizie, non anche sul reale stato del costruito in Italia – spiega Teresa De Montis -. Oggi abbiamo tutti gli strumenti che ci permettono con una certa agilità di creare una fotografia attendibile. Partendo da questa schedatura degli immobili, si può e si devono avviare nuovi e innovativi processi edificatori che il Governo deve pretendere”.

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Dall’Ordine degli Architetti giunge quindi un appello alla Regione Sardegna affinché si faccia promotrice nelle sedi istituzionali competenti di queste rinnovate esigenze del settore che si ripercuoteranno sulla qualità della vita dei cittadini.

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