Omicidio Galizia. Una delegazione del PE in visita a Malta

A seguito dei recenti sviluppi nelle indagini sull’omicidio di Daphne Caruana Galizia, un gruppo di deputati del Parlamento europeo, composto da Roberta Metsola, Birgit Sippel, Sophie in T’Veld, Lars Patrick Berg, Sven Giegold, Assita Kanko e Stelios Kouloglou, ha visitato Malta per fare il punto della situazione sul campo.

La delegazione, guidata da Sophie in ‘t Veld del gruppo Renew Europe, ha incontrato il primo ministro maltese Joseph Muscat e altri membri del governo, polizia, autorità giudiziarie, opposizione, rappresentanti della società civile e giornalisti, nonché membri della famiglia di Daphne Caruana Galizia. Questa è la terza volta che una delegazione del PE visita Malta per indagare sull’omicidio della giornalista Caruana Galizia.

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I deputati, alla luce delle valutazioni effettuate sul caso, hanno espresso disappunto sulla decisione del primo ministro Muscat di rimanere in carica fino a metà gennaio, sottolinenado, inoltre, che è di fondamentale importanza che le indagini proseguano senza indebite interferenze e che sia garantita la giustizia. A questo proposito, la delegazione ha sottolineato che i prossimi 40 giorni saranno cruciali, anche per la fiducia nell’integrità dell’indagine. 

A seguito di un incontro con alti funzionari di polizia e investigatori, i deputati hanno riconosciuto i progressi nelle indagini sull’omicidio di Daphne Caruana Galizia, pur riconoscendo che il caso è lungi dall’essere chiuso. Hanno anche espresso preoccupazione per il fatto che le indagini sui relativi casi di riciclaggio di denaro e corruzione, collegati all’omicidio della giornalista maltese, non abbiano registrato progressi, soprattutto per quanto riguarda Keith Schembri, ex capo di stato maggiore del primo ministro Muscat, e Konrad Mizzi, ex ministro del turismo. 

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Omicidio Caruana GaliziaAltri rilievi circa la salute dello stato di diritto nello Stato maltese sono stati indirizzati verso il processo di riforma della giustizia, in particolare sul controverso ruolo costituzionale del procuratore generale e dell’attuale sistema di nomine giudiziarie. A tale proposito, i deputati hanno accolto con favore i commenti del vicepresidente della Commissione Vera Jourová, affermando che l’incapacità di Malta di attuare le riforme giudiziarie potrebbe servire da base per l’avvio di una procedura ai sensi dell’articolo 7, spesso indicato come “l’arma atomica”, ovvero la procedura di infrazione dell’Unione per affrontare i casi di “sistematica violazione” dello stato di diritto nei Paesi membri. 

Parlando alla fine della visita della delegazione, l’eurodeputata Veld ha dichiarato: “Siamo venuti a Malta con preoccupazioni profonde e non lasciamo il Paese rassicurati. Lo stato di diritto è sotto pressione, c’è impunità per i crimini, per la corruzione diffusa, e i giornalisti subiscono intimidazioni. Malta è una parte dell’Europa; ciò che colpisce Malta, colpisce l’Europa. L’Europa deve monitorare attentamente questa situazione e sollecitare riforme costituzionali di vasta portata. Siamo al fianco del popolo di Malta, che merita un governo pulito e funzionari integri. “

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