Nivola e New York, una mostra sul rilievo monumentale realizzato per Olivetti.

Dal 15 aprile al Museo Nivola di Orani, sarà allestita una mostra dedicata al grande artista Costantino Nivola e, al suo rapporto con la ‘Grande Mela’, ovvero la Città di New York. Una ‘relazione’ particolarmente prolifica nata inizialmente come risposta al fascismo dell’artista di Orani – esule negli Stati Uniti – e proseguita nel segno di una feconda produzione artistica, come testimoniato anche dalla realizzazione del famoso rilievo monumentale creato per lo showroom Olivetti di New York, la cui ricostruzione in scala rappresenta il core della mostra in programma al Museo Nivola.

Opera, quest’ultima, eseguita con la tecnica del sand casting (scultura in gesso da una matrice di sabbia) e collocata oggi, dopo la chiusura del negozio Olivetti nel 1969, nello Science Center dell’Università di Harvard.

Con i suoi 101 metri quadri di estensione, si tratta di uno dei più grandi progetti di riproduzione tridimensionale di beni culturali con fresatura robotica mai realizzato, come ricordato dai promotori dell’esposizione: “La mostra – dice Giuliana Altea – ruota intorno a questo straordinario rilievo, esteso a coprire un’intera parete del museo, che ha esattamente le stesse misure dell’opera. La riproduzione consentirà di osservare da vicino i dettagli di una scultura il cui originale, conservato a Harvard, è difficilmente visibile dal grande pubblico”.

Costantino Nivola, foto Fondazione Costantino Nivola
Costantino Nivola, foto Fondazione Costantino Nivola

Se il rilievo Olivetti è il punto di partenza della carriera americana di Nivola, la Combined Police and Fire Facility del 1984 ne è il punto di arrivo. Come osserva Carl Stein, autore del progetto architettonico e amico di Nivola, “l’artista, al termine della sua carriera, ha scelto un approccio narrativo e antimonumentale, raccontando il lato umano delle forze di polizia, mettendone in luce la responsabilità civica, concentrandosi su episodi di quotidiana presenza dello Stato invece di esaltare i valori assoluti dell’istituzione”.

LEGGI ANCHE:  Ucraina, altre due date per la compagnia Circus-Theatre Elysium di Kiev. Bonaccini-Felicori: “Anche il sistema culturale fa la sua parte”.

Tra questi due capitoli della vicenda newyorkese di Nivola si situa, all’inizio degli anni Sessanta, il progetto della Stephen Wise Recreation Area, un insediamento di case popolari nell’Upper West Side per cui Nivola eseguì un grande graffito murale, delle sculture, una fontana e un playground con un gruppo di cavallini in cemento stilizzati. Una piccola mandria di questi cavallini, ricreati per l’occasione in scala 1.1 dalla designer Monica Casu, popolerà il parco del museo.

“I cavallini della Stephen Wise – afferma il direttore Luca Cheri – sono una delle invenzioni più felici e gioiose di Nivola, e dopo l’accesa protesta popolare sollevata dalla loro minacciata distruzione nel 2021 sono diventati il simbolo della capacità dell’arte di Nivola di toccare il suo pubblico.  Per questo vorremmo che al termine della mostra le riproduzioni rimanessero a Orani come parco giochi per i bambini.”

LEGGI ANCHE:  Pompei. Scoperti neuroni nel cervello di una vittima dell'eruzione del 79 d.C.

Completa la mostra una selezione di dipinti e disegni sul tema di New York. Oltre a intervenire nelle strade e negli edifici di New York con i suoi progetti – il cui tessuto connettivo è ricostruito in una timeline che mostra la presenza pervasiva dell’opera dell’artista sardo nella Grande Mela – Nivola è tornato a più riprese sul tema della metropoli nella sua produzione grafica e pittorica.  Le opere esposte colgono la natura caotica ed eccitante di New York, rendendo al tempo stesso l’incalzante fluire della vita urbana e il senso di spiazzamento e disorientamento che questo può produrre.

“Questa mostra – dice Antonella Camarda – è il frutto della collaborazione fra umanisti, scienziati e imprese. È lo stesso spirito di sperimentazione e costante innovazione che ha caratterizzato l’approccio di Costantino Nivola ed è stato tratto distintivo dell’Olivetti. L’azienda di Ivrea ha fatto del binomio fra arte e tecnologia, antico e moderno, una bandiera negli anni cruciali della diffusione del Made in Italy negli Stati Uniti”.

LEGGI ANCHE:  Maninni torna il 25 febbraio con "Irene".

foto Fondazione Nivola