Natalità, Vincenzo Sofo: “Quali politiche UE a sostegno delle nascite?”.

Recentemente, come ricordato in un’interrogazione parlamentare del deputato Vincenzo Sofo (ID), l’ISTAT ha lanciato l’allarme circa la preoccupante riduzione delle nascite in Italia, già ai minimi storici, nel 2020 e 2021 a causa della pandemia.

Dati poco confortanti anche secondo l’Istituto Toniolo per il quale, a causa della Covid-19, oltre il 70% degli italiani tra i 18 e i 34 anni ha deciso di sospendere i propri progetti di procreazione e il 36% addirittura di rinunciarvi, al pari del 14% dei giovani tedeschi, del 17% di quelli francesi e del 29% di quelli spagnoli.

“Tuttavia – chiosa l’esponente del gruppo Identita e Democrazia – nonostante la natalità sia una risorsa fondamentale sia dal punto di vista storico-culturale sia dal punto di vista economico-sociale e nonostante già prima del Covid-19 l’Europa stesse entrando in un preoccupante inverno demografico, questo problema non pare essere centrale nell’agenda dell’UE, che, anzi, in questo periodo sembra piuttosto orientata verso politiche che vanno in senso opposto, come l’incentivo a una pratica abortista sfrenata”.

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Una delicata tematica sulla quale è intervenuta Dubravka Šuica,  vicepresidente della Commissione europea nella Commissione von der Leyen: “Decidere se avere figli è una scelta individuale sulla quale l’UE non può interferire. La Commissione ha proposto una serie di iniziative, come la direttiva relativa all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare e la strategia dell’UE per la parità di genere 2020-2025 e nel corso del 2021 sarà presentato un sistema di garanzia per l’infanzia volto a garantire che tutti i bambini abbiano accesso ai servizi di cui hanno bisogno, come l’istruzione e l’assistenza sanitaria”.

Dubravka SUICA, foto Mathieu Cugnot Copyright© European Union 2014 – source:EP

In risposta alla dichiarazione dell’eurodeputato Sofo la vicepresidente ha poi aggiunto che “la Commissione riconosce che la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti sono fondamentali per la parità di genere” e che “sono gli Stati membri a detenere i poteri legislativi in materia di salute sessuale e riproduttiva, compreso il diritto all’aborto”.

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Intervento proseguito sul contributo dei migranti alla riduzione del deficit di nascite nell’UE: “A partire dalla metà degli anni Ottanta – conclude l’esponente croata della Commissione von der Leyen – la migrazione netta annuale dell’UE è stata costantemente positiva e, se così non fosse stato, la popolazione europea avrebbe già iniziato a ridursi. La Commissione riconosce il contributo dei
migranti che soggiornano legalmente alla riduzione del deficit di competenze e all’aumento del dinamismo del mercato del lavoro all’interno dell’UE. A lungo termine, aumentare la partecipazione alla forza lavoro, anche attraverso il soggiorno di migranti regolari, avrà un impatto significativo nell’alleviare le conseguenze negative dell’invecchiamento della popolazione”.

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