Le correlazioni cognitive ipotetiche del PD sardo: “Colmare la mancanza di personale per la stagione estiva con i profughi ucraini nell’Isola”.

Il gruppo del PD in Consiglio regionale, attraverso una interrogazione indirizzata al Presidente della Regione Christian Solinas, ha consigliato di attingere ai profughi ucraini arrivati in Sardegna per sopperire ‘almeno in parte’ alla mancanza di personale per la stagione turistica 2022.

A partire dal 25 febbraio scorso – si legge nella nota del PD – oltre due milioni di cittadini ucraini hanno abbandonato il loro Paese trovando rifugio negli Stati dell’Ue. Accoglienza, però, scarsamente rilevante e sostanziale in termini di protezione temporanea alla luce dell’assenza del permesso di soggiorno per i profughi ucraini nell’Isola, come ricordato anche dalle diverse segnalazioni provenienti dalle Questure e Commissariati della Sardegna.

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Un documento (il permesso di soggiorno) accessibile, come risaputo, dietro sottoscrizione di un regolare contratto di lavoro. Da qui “l’alzata d’ingegno” del PD sardo, per il quale “la mancanza di personale per la stagione turistica della Sardegna potrebbe essere almeno in parte affrontata con l’assunzione a termine di personale attinto tra i profughi presenti nell’Isola”.

Una proposta, leggendo l’attuale crisi economica regionale e premettendo il massimo rispetto per i rifugiati ucraini, che non può che apparire opportunistica. Cosa possono aspettarsi i profughi ucraini da un Consiglio e da una Giunta regionale, dimostratisi spenti e flemmatici, anche in presenza di un’emergenza pandemica? A che pro chiamare in causa i profughi ucraini mettendoli sul piatto della ‘improbabile’ dialettica politica regionale?

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