Lavoratori delle piattaforme online: primo via libera alle nuove norme Ue.

La commissione per l’occupazione e gli affari sociali del Parlamento europeo ha approvato – con 37 voti a favore e 3 contrari – un accordo politico su un nuovo disegno di legge volto a migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori delle piattaforme.

Le nuove regole, concordate dal Parlamento e dal Consiglio a febbraio, mirano a garantire che i lavoratori delle piattaforme abbiano il loro status lavorativo classificato correttamente e a correggere il lavoro autonomo fittizio. Regolamentano inoltre, per la prima volta in assoluto nell’UE, l’uso della gestione algoritmica e dell’intelligenza artificiale sul posto di lavoro.

La nuova legge introduce una presunzione di rapporto di lavoro (in contrapposizione al lavoro autonomo) che scatta quando sussistono fatti indicanti controllo e direzione, secondo la legislazione nazionale e i contratti collettivi, e tenendo conto della giurisprudenza dell’UE.

La direttiva obbliga i Paesi dell’UE a stabilire una presunzione legale relativa dell’occupazione a livello nazionale, con l’obiettivo di correggere lo squilibrio di potere tra la piattaforma e la persona che svolge il lavoro tramite piattaforma. L’onere della prova spetta alla piattaforma, ovvero spetta alla piattaforma dimostrare che non esiste alcun rapporto di lavoro. Quando una piattaforma vuole confutare la presunzione, spetta a lei dimostrare che il rapporto contrattuale non è un rapporto di lavoro.

Le nuove regole, inoltre, garantiscono che una persona che svolge un lavoro tramite piattaforma non possa essere licenziata o licenziata sulla base di una decisione presa da un algoritmo o da un sistema decisionale automatizzato. Invece, le piattaforme devono garantire il controllo umano su decisioni importanti che influiscono direttamente sulle persone che svolgono il lavoro tramite piattaforma.

La direttiva introduce, infine, norme che proteggono in modo più efficace i dati dei lavoratori delle piattaforme. Alle piattaforme sarà vietato trattare alcuni tipi di dati personali, come quelli relativi alle convinzioni personali e agli scambi privati ​​con i colleghi.

Il testo concordato dovrà ora essere approvato formalmente dal Parlamento durante la sessione plenaria del 22-25 aprile. Successivamente dovrà essere adottato formalmente anche dal Consiglio. Dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE, gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepire le disposizioni della direttiva nella legislazione nazionale.

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