La fotografia dell’Istat sullo stato di salute del non profit in Italia.

Istituzioni in crescita nel Mezzogiorno, stabili o in diminuzione al Centro-nord. Sono i primi highlights contenuti nell’ultimo lavoro d’indagine dell’Istat sul mondo del no profit italiano.

Al 31 dicembre 2020 le istituzioni non profit attive in Italia sono 363.499 e, complessivamente, impiegano 870.183 dipendenti. Tra il 2019 e il 2020 le istituzioni non profit crescono dello 0,2%, meno di quanto rilevato tra il 2018 e il 2019 (+0,9%) mentre l’incremento dei dipendenti si mantiene intorno all’1,0% in entrambi gli anni.


2011 2015 2016 2017 2018 2019 2020
Istituzioni non profit 301.191 336.275 343.432 350.492 359.574 362.634 363.499
Dipendenti delle istituzioni non profit 680.811 788.126 812.706 844.775 853.476 861.919 870.183
Enti non profit e dipendenti.Anni 2011, 2015-2020, valori assoluti

Nel 2020, le istituzioni crescono più al Sud (1,7%) e nelle Isole (+0,6%), sono stabili al Centro e nel Nord-ovest, in diminuzione al Nord-est (-0,5%). Le regioni che presentato gli incrementi maggiori sono la Campania (+4,5%), la provincia autonoma di Bolzano/Bozen (+1,8%), la Puglia e la Valle d’Aosta (+1,6%), l’Umbria (+1,2%), mentre quelle con maggiori variazioni negative sono Abruzzo (-1,7%), Veneto ed Emilia-Romagna (-0,9%), Toscana (-0,6%) e Marche (-0,5%).

Regioni/Province autonome e Ripartizioni Istituzioni Dipendenti
v.a. Per 10 mila abitanti Var. % 2020/2019 v.a. Per 10 mila abitanti Var. % 2020/2019
Piemonte 30.203 70,4 0,6 72.780 169,5 -2,5
Valle d’Aosta / Vallée D’Aoste 1.432 115,0 1,6 1.986 159,4 7,8
Lombardia 57.909 57,9 -0,4 192.726 192,6 -0,5
Liguria 11.136 73,2 -0,1 22.228 146,1 -0,8
Nord-Ovest 100.680 63,1 0,0 289.720 181,7 -1,0
Bolzano / Bozen 5.861 109,8 1,8 10.212 191,3 3,0
Trento 6.510 119,7 0,3 14.253 262,1 3,4
Trentino-Alto Adige / Südtirol 12.371 114,8 1,0 24.465 227,0 3,2
Veneto 30.793 63,2 -0,9 79.720 163,5 -0,4
Friuli Venezia Giulia 10.985 91,2 0,1 21.365 177,5 3,8
Emilia-Romagna 27.658 62,1 -0,9 82.291 184,9 -0,9
Nord-Est 81.807 70,5 -0,5 207.841 179,1 0,2
Toscana 28.002 75,8 -0,6 53.709 145,4 1,7
Umbria 7.217 83,2 1,2 12.124 139,7 1,6
Marche 11.503 76,4 -0,5 19.174 127,4 0,8
Lazio 33.958 59,1 0,4 113.898 198,3 3,6
Centro 80.680 68,3 0,0 198.905 168,4 2,7
Abruzzo 8.171 63,5 -1,7 11.496 89,3 1,1
Molise 2.054 69,1 -0,4 3.361 113,0 -0,5
Campania 22.453 39,6 4,5 35.614 62,8 3,3
Puglia 19.278 48,9 1,6 40.181 101,9 2,7
Basilicata 3.769 68,6 0,1 5.868 106,8 -1,4
Calabria 10.287 54,8 -0,4 11.148 59,4 0,4
Sud 66.012 48,5 1,7 107.668 79,0 2,1
Sicilia 22.799 47,0 0,6 42.555 87,7 8,4
Sardegna 11.521 72,0 0,7 23.494 146,8 -0,3
Isole 34.320 53,2 0,6 66.049 102,3 5,1
ITALIA 363.499 61,2 0,2 870.183 146,4 1,0
Enti non profit e dipendenti per Regione/Provincia autonoma. Anno 2020, valori assoluti, variazioni percentuali e rapporto di incidenza sulla popolazione.

I dipendenti impiegati dalle istituzioni non profit aumentano di più nelle Isole (+5,1%), al Centro (+2,7%) e al Sud (+2,1%), diversamente dal Nord-ovest che prensenta una variazione negativa (-1,0%). L’incremento dei dipendenti è più sostenuto in Sicilia (+8,4%), Valle d’Aosta (+7,8%) e Friuli Venezia Giulia (+3,8), Lazio (+3,6%), provincia autonoma di Trento (+3,4%) e Campania (+3,3%). Si osserva una diminuzione del personale dipendente in Piemonte (-2,5%), Basilicata (-1,4%), Emilia-Romagna (-0,9%) e Liguria (-0,8%).

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Le istituzioni non profit, benché a partire dal 2018 siano cresciute di più nel Mezzogiorno, presentano una distribuzione territoriale piuttosto concentrata: oltre il 50% è attivo al Nord, il 22,2% al Centro, il 18,2% e il 9,4% rispettivamente al Sud e nelle Isole. La distribuzione territoriale è anche più concentrata in considerazione dei dipendenti, per il 57,2% impiegati nelle regioni del Nord rispetto al 20,0% occupato dalle istituzione non profit del Mezzogiorno.

Più “giovani” le istituzioni non profit localizzate al Sud. Le istituzioni non profit del Sud sono state costituite più di recente rispetto a quelle operanti nelle altre ripartizioni geografiche. La metà delle istituzioni non profit al Sud è stata costituita a partire dal 2010, nel Nord-est e nel Nord-ovest rispettivamente nel 2004 e nel 2005. Pertanto, la dinamica tra nuove istituzioni non profit e quelle cessate o inattive è stata maggiore nel Mezzogiorno dove nel corso del tempo è aumentato il peso di quelle costituite più di recente.

In crescita i dipendenti nelle istituzioni non profit più “grandi”. Nel 2020 l’85,7% delle istituzioni non profit opera senza dipendenti, il 5,9% ne impiega fino a 3 e il 4,7% tra 3 e 9 mentre la quota di istituzioni con almeno 10 dipendenti è pari al 3,7%. Quest’ultime, oltre ad impiegare l’86,6% dei dipendenti, sono quelle in cui il personale dipendente è cresciuto in misura maggiore (+1,3%) rispetto all’anno precedente.

Classi di dipendenti Istituzioni Dipendenti
v.a. % Var. % 2020/2019 v.a. % Var. % 2020/2019
Nessun dipendente 311.515 85,7 0,3
1-3 21.624 5,9 0,5 28.841 3,3 0,3
3-9 17.025 4,7 -1,5 87.730 10,1 -1,4
10 e più 13.335 3,7 0,7 753.612 86,6 1,3
TOTALE 363.499 100,0 0,2 870.183 100,0 1,0
Enti non profit e dipendenti per classe di dipendenti. Anno 2020, composizioni percentuali e variazioni percentuali

Sempre in calo il numero di cooperative sociali. Nel 2020, come nei due anni precedenti, diminuisce il numero di cooperative sociali attive in Italia (-3,3%). Si riducono anche le istituzioni non profit con altra forma (-1,6%) contrariamente alle fondazioni (+2,9%) e alle associazioni (+0,5%). L’associazione resta la forma giuridica che raccoglie la quota maggiore di istituzioni (85,2%), seguono quelle con altra forma giuridica(8,4%), le cooperative sociali (4,1%) e le fondazioni (2,3%).

I dipendenti aumentano tra le associazioni (+4,3%), le fondazioni (+2,9%) e le cooperative sociali (+1,0%) mentre diminuiscono nelle istituzioni non profit con altra forma (-4,5%). La distribuzione dei dipendenti per forma giuridica permane piuttosto eterogenea, con il 52,9% impiegato dalle cooperative sociali e quote che si attestano al 19,6% nelle associazioni e al 15,3% nelle istituzioni non profit con altra forma giuridica.

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Forme giuridiche Istituzioni Dipendenti
v.a. % Var. % 2020/2019 v.a. % Var. % 2020/2019
Associazione riconosciuta e non riconosciuta 309.723 85,2 0,5 170.129 19,6 4,3
Cooperativa sociale 14.984 4,1 -3,3 461.468 52,9 1,0
Fondazione 8.295 2,3 2,9 105.856 12,2 2,9
Altra forma giuridica 30.497 8,4 -1,6 132.730 15,3 -4,5
TOTALE 363.499 100,0 0,2 870.183 100,0 1,0

Nel settore dello sport quasi una istituzione non profit su tre. Il settore dello sport raccoglie il 32,9% delle istituzioni non profit, seguito da quelli delle attività culturali e artistiche (15,9%), delle attività ricreative e di socializzazione (14,3%), dell’assistenza sociale e protezione civile (9,9%). La distribuzione del personale dipendente presenta una maggiore eterogeneità sebbene sia concentrata in pochi settori: assistenza sociale e protezione civile (48,4%), istruzione e ricerca (15,0%), sanità (11,9%) e sviluppo economico e coesione sociale (11,4%).

Rispetto al 2019, le istituzioni non profit attive aumentano negli altri settori (+5,3%), nelle relazioni sindacali e rappresentanza interessi (+2,7%), nella sanità, assistenza sociale e protezione civile (+1,6%) e nella religione (+1,0%) mentre diminuiscono nei settori dello sviluppo economico e coesione sociale (-4,9%), dell’istruzione e ricerca (-1,6%) e della cultura, sport e ricreazione (-0,6%).

I dipendenti crescono nei settori delle relazioni sindacali e rappresentanza interessi (+4,2%), della sanità, assistenza sociale e protezione civile (+2,3%), mentre diminuiscono negli altri settori, in particolare in quelli della religione (-5,8%), della cultura, sport e ricreazione (-5,6%) e dello sviluppo economico e coesione sociale (-3,7%).

Settori di attività prevalente Istituzioni Dipendenti(b)
v.a. % v.a. %
Attività culturali e artistiche 57.615 15,9 20.038 2,3
Attività sportive 119.476 32,9 18.747 2,2
Attività ricreative e di socializzazione 51.954 14,3 10.827 1,2
Istruzione e ricerca 13.839 3,8 130.392 15,0
Sanità 12.578 3,5 103.215 11,9
Assistenza sociale e protezione civile 35.868 9,9 421.356 48,4
Ambiente 6.316 1,7 2.145 0,2
Sviluppo economico e coesione sociale 6.351 1,7 98.918 11,4
Tutela dei diritti e attività politica 6.684 1,8 3.350 0,4
Filantropia e promozione del volontariato 4.126 1,1 2.667 0,3
Cooperazione e solidarietà internazionale 4.635 1,3 3.868 0,4
Religione 17.249 4,7 9.396 1,1
Relazioni sindacali e rappresentanza interessi 24.610 6,8 40.686 4,7
Altre attività 2.198 0,6 4.578 0,5
TOTALE 363.499 100,0 870.183 100,0

In calo il fatturato per piu della metà di istituzioni non profit in regime IVA. Nel 2020 la normativa fiscale non prevede l’assoggettamento al regime IVA di molte istituzioni non profit che svolgono unicamente l’attività istituzionale. Tuttavia, per l’anno di imposta 2020, circa un quarto delle istituzioni presenta la dichiarazione IVA. Si tratta di quelle più rilevanti dal punto di vista economico, che impiegano oltre l’85% dei dipendenti. Rispetto al 2019, il fatturato è diminuito di oltre il 20% per più della metà delle istituzioni non profit assoggettate al regime IVA.

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Le misure dovute al contenimento dell’epidemia da Covid-19 sono tra i fattori che influenzano la dinamica per settore di attività: la diminuzione del fatturato è superiore al 20% nei settori dell’istruzione e ricerca (63,8%), delle attività culturali e artistiche (62,5%), di quelle ricreative e di socializzazione (61,7%), e delle attività sportive (58,5%). Al contrario, rispetto al 2019, il fatturato è in aumento nei settori della sanità (42,3%), dello sviluppo economico e coesione sociale (39,9%) e dell’assistenza sociale e protezione civile (37,7%).

Settori di attività prevalente Diminuzione di oltre il 20% Diminuzione tra il 10% e il 20 % Diminuzione tra 1%-10% Stabile o in aumento tra il 1%-10% Aumento di oltre il 10% Totale
Attività culturali e artistiche 62,5 5,4 4,7 4,8 22,6 100,0
Attività sportive 58,5 6,6 5,8 6,0 23,1 100,0
Attività ricreative e di socializzazione 61,7 6,0 4,8 5,6 21,9 100,0
Istruzione e ricerca 63,8 9,0 6,3 5,4 15,5 100,0
Sanità 24,6 14,3 18,8 17,5 24,8 100,0
Assistenza sociale e protezione civile 31,4 12,8 18,1 13,8 23,9 100,0
Sviluppo economico e coesione sociale 37,3 10,6 12,2 10,8 29,1 100,0
Altri settori(a) 51,1 7,2 9,4 8,9 23,4 100,0
TOTALE 52,1 8,3 8,9 8,0 22,7 100,0

In aumento associazioni di promozione sociale e organizzazioni di volontariato. La classificazione delle istituzioni secondo la forma giuridica solo in parte riesce a rappresentare i diversi profili organizzativi che caratterizzano il settore non profit. A tal fine, le istituzioni non profit si possono classificare con un maggiore dettaglio in base alle principali forme organizzative definite dalla legislazione speciale di questo settore.

Nel 2020 aumentano le associazioni di promozione sociale (+7,2%) e le organizzazioni di volontariato (+5,7%) mentre diminuiscono Onlus (-2,7%) e imprese sociali (-1,8%). Il 10,6% delle istituzioni non profit è rappresentato da organizzazioni di volontariato, il 5,8% da associazioni di promozione sociale, il 4,4% da imprese sociali e il 3,7% da Onlus. Il peso delle forme organizzative muta significativamente considerando i dipendenti impiegati: le imprese sociali occupano oltre la meta dei dipendenti (54,2%), seguono le altre istituzioni non profit (31,8%), le Onlus (9,3%), le organizzazioni di volontariato (3,4%) e le associazioni di promozione sociale (1,3%). Rispetto al 2019, i dipendenti crescono tra le organizzazioni di volontariato (+7,6%) e le imprese sociali (+1,6%) mentre decrescono nelle associazioni di promozione sociale (-7,1%) e tra le Onlus (-2,3%).

Forme organizzative Istituzioni Dipendenti
v.a. % Var. % 2020/2019 v.a. % Var. % 2020/2019
Organizzazione di volontariato 38.500 10,6 5,7 29.704 3,4 7,6
Associazione di promozione sociale 21.085 5,8 7,2 11.467 1,3 -7,1
Impresa sociale 16.092 4,4 -1,8 471.199 54,2 1,6
Onlus 13.300 3,7 -2,7 81.048 9,3 -2,3
Altra istituzione non profit 274.522 75,5 -0,7 276.765 31,8 0,5
TOTALE 363.499 100,0 0,2 870.183 100,0 1,0

Considerando i principali profili organizzativi delle istituzioni non profit emergono alcune differenze territoriali. Le associazioni di promozione sociale sono relativamente più diffuse nel Nord-est (10,4%) e meno presenti nelle Isole (2,1%). La quota di imprese sociali è più elevata nelle Isole (8,1%) e al Sud (6,6%) ed inferiore al 4% nel resto del Paese. Rispetto al territorio, la distribuzione delle organizzazioni di volontariato e delle Onlus è più omogenea. Le organizzazioni di volontariato sono più presenti nel Nord-est (11,7%) mentre le Onlus risultano leggermente più diffuse nelle regioni del Nord-ovest (4,4%), delle Isole (4,3%) e del Centro (4,2%). Infine, la percentuale di istituzioni non profit con altra forma organizzativa oscilla tra il 72,6% del Nord-est e il 78,4% del Nord-ovest.

Forme organizzative Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud Isole Italia
v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. %
Organizzazione di volontariato 10.295 10,2 9.562 11,7 8.526 10,6 7.161 10,8 2.964 8,6 38.508 10,6
Associazione di promozione sociale 3.397 3,4 8.478 10,4 5.699 7,1 2.790 4,2 713 2,1 21.077 5,8
Impresa sociale 3.643 3,6 2.447 3,0 2.829 3,5 4.386 6,6 2.787 8,1 16.092 4,4
Onlus 4.419 4,4 1.855 2,3 3.395 4,2 2.164 3,3 1.467 4,3 13.300 3,7
Altre istituzioni non profit 78.926 78,4 59.465 72,6 60.231 74,6 49.511 75,1 26.389 76,9 274.522 75,5
TOTALE 100.680 100,0 81.807 100,0 80.680 100,0 66.012 100,0 34.320 100,0 363.499 100,0

Le principali forme organizzative delle istituzioni non profit si diversificano anche rispetto alle attività svolte. Le organizzazioni di volontariato sono attive prevalentemente nei settori di intervento tradizionale: assistenza sociale e protezione civile (40,6%) e sanità (24,3%). Le Onlus sono più presenti nella cooperazione e solidarietà internazionale (17,4%) oltre che nel settore dell’assistenza sociale e protezione civile (43,8%). Le imprese sociali operano principalmente nei settori dell’assistenza sociale e protezione civile (48,4%) e sviluppo economico e coesione sociale (31,4%), sebbene non sia trascurabile la quota di imprese attive nel campo dell’istruzione e ricerca (9,8%).

Le associazioni di promozione sociale svolgono prevalentemente attività ricreative e di socializzazione (40,1%) e culturali e artistiche (32,4%). Gli ambiti di attività che caratterizzano maggiormente le altre istituzioni non profit sono le attività sportive (42,4%) e gli altri settori (17,0%).

Settori di attività prevalente Organizzazione di volontariato Associazione di promozione sociale Impresa sociale Onlus Altre istituzioni non profit Totale
Attività culturali e artistiche 8,5 32,4 2,6 12,3 16,6 15,9
Attività sportive 1,5 7,8 0,5 2,0 42,4 33,1
Attività ricreative e di socializzazione 9,8 40,1 1,4 3,7 14,2 14,3
Istruzione e ricerca 1,0 2,6 9,8 5,6 3,9 3,8
Sanità 24,3 1,1 3,6 4,2 0,7 3,5
Assistenza sociale e protezione civile 40,6 8,3 48,4 43,8 1,8 9,9
Ambiente 6,9 2,4 0,1 4,8 0,9 1,7
Sviluppo economico e coesione sociale 0,3 0,9 31,4 0,1 0,4 1,7
Tutela dei diritti e attività politica 2,3 2,7 0,1 1,1 1,8 1,8
Cooperazione e solidarietà internazionale 3,8 0,7 0,1 17,4 0,3 1,3
Altri settori(a) 1,0 1,0 2,0 5,0 17,0 13,0
TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Più contributi del cinque per mille alle istituzioni non profit. Nel 2020 sono 65.439 le istituzioni non profit iscritte nell’elenco degli enti destinatari del cinque per mille (17,0% del totale). Nell’anno di dichiarazione dei redditi 2020 aumentano, rispetto all’anno precedente, il numero degli enti beneficiari (+5,8%) e l’importo ricevuto (+1,6%), pari a circa 455,6 milioni di euro, contrariamente al numero di scelte espresse dai contribuenti al momento della dichiarazione che si attesta sui 12,6 milioni (-3,9%).

Il confronto tra la distribuzione delle istituzioni ammesse al contributo del cinque per mille e quella delle scelte operate dai contribuenti consente di individuare i settori di attività maggiormente premiati dai cittadini: quelli che presentano una percentuale di scelte superiore al peso relativo delle istituzioni che vi operano sono istruzione e ricerca (22,6% contro 4,9%), sanità (14,5% contro 9,4%) e cooperazione e solidarietà internazionale (11,9% contro 5,0%). La percentuale di scelte è invece inferiore alla quota di istituzioni nei settori delle attività sportive (3,9% contro 20,4%), culturali e artistiche (3,3% contro 10,6%), ricreative e di socializzazione (3,9% contro 10,1%), dell’assistenza sociale e protezione civile (26,7% contro 30,5%).

Settori di attività prevalente Istituzioni non profit Numero scelte dei contribuenti Importo totale
v.a. % v.a. % v.a. %
Attività culturali e artistiche 6.914 10,6 417.069 3,3 16.842.657 3,7
Attività sportive 13.380 20,4 491.451 3,9 17.726.700 3,9
Attività ricreative e di socializzazione 6.629 10,1 489.280 3,9 15.408.126 3,4
Istruzione e ricerca 3.223 4,9 2.850.728 22,6 121.724.045 26,6
Sanità 6.156 9,4 1.832.174 14,5 62.713.529 13,8
Assistenza sociale e protezione civile 19.893 30,5 3.388.764 26,7 112.437.549 24,7
Ambiente 2.354 3,6 578.070 4,6 18.550.391 4,1
Sviluppo economico e coesione sociale 1.564 2,4 299.722 2,4 7.823.185 1,7
Tutela dei diritti e attività politica 872 1,3 299.051 2,4 7.764.511 1,7
Cooperazione e solidarietà internazionale 3.299 5,0 1.498.776 11,9 60.180.383 13,2
Altri settori(a) 1.155 1,8 482.074 3,8 14.418.418 3,2
TOTALE 65.439 100,0 12.627.159 100,0 455.589.494 100,0

Rispetto al 2019, il numero di scelte operate dai contribuenti diminuisce pressoché in tutti i settori di attività delle istituzioni non profit, in particolare in quelli dello sviluppo economico e coesione sociale (-8,3%) e istruzione e ricerca (-6,6%), ad eccezione dei settori della tutela dei diritti ed attività politica (+2,7%) e dell’ambiente (+1,4%).

Diversamente, le variazioni degli importi sono di segno positivo nella gran parte dei settori di attività, in misura maggiore in quelli dell’ambiente (+6,7%) e della tutela dei diritti ed attività politica (+5,9%), con l’esclusione dei settori dello sviluppo economico e coesione sociale (-4,1%) e della cooperazione e solidarietà internazionale (-0,3%).

Per quanto riguarda la forma organizzativa, le scelte compiute dai contribuenti attraverso il cinque per mille hanno interessato principalmente le Onlus (31,9%) e le organizzazioni di volontariato (26,9%), in misura minore le imprese sociali (3,5%). La distribuzione degli importi del cinque per mille rispetto alle diverse forme organizzative è molto simile a quella del numero di scelte.

Forme organizzative Istituzioni non profit Numero scelte dei contribuenti Importo totale
v.a. % v.a. % v.a. %
Organizzazione di volontariato 21.166 32,4 3.398.469 26,9 110.111.454 24,2
Associazione di promozione sociale 8.575 13,1 1.608.308 12,7 49.091.408 10,8
Impresa sociale 5.745 8,8 444.679 3,5 14.688.808 3,2
Onlus 11.089 16,9 4.023.503 31,9 152.800.595 33,5
Altre istituzioni non profit 18.864 28,8 3.152.200 25,0 128.897.229 28,3
TOTALE 65.439 100,0 12.627.159 100,0 455.589.494 100,0

Rispetto al 2019, il numero di scelte effettuate dai contribuenti diminuisce in tutte le principali forme organizzative del settore non profit, in particolare tra le Onlus (-5,9%). Per quanto riguarda gli importi, la crescita maggiore si osserva tra le altre istituzioni non profit (+4,6%), le associazioni di promozione sociale (+2,8%) e le organizzazione di volontariato (+1,3%). Diversamente, gli importi sono in lieve flessione tra le Onlus (-0,8%).

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