Istituto Superiore di Sanità, il vademecum contro le fake news sui vaccini.

Da “I vaccini causano il contagio” a “D’estate non serve vaccinarsi” sono molte le fake news che circolano sui vaccini anti Covid, come ricordato nel vademecum realizzato dal Gruppo Vaccini dell’Iss.

Tra le bufale più note, ricordano dall’ISS, la dietrologia sugli effetti a breve e lungo termine prodotti dai vaccini anti Covid. Sul tema il lavoro del gruppo ricorda che il sistema di farmacovigilanza per i vaccini contro il SarsCov-2 è lo stesso di tutti gli altri farmaci e vaccini già approvati in precedenza.

Ricorrente anche la credenza che “I vaccini anti Covid sono sperimentali” e che non avrebbero completato tutti i passaggi della sperimentazione necessari per l’autorizzazione all’immissione in commercio. Seppur i vaccini anti Covid-19 abbiano subito un’accelerazione senza precedenti a livello globale, al momento della loro autorizzazione da parte dell’Agenzia Europea per il farmaco (EMA) erano state percorse tutte le stesse tappe dell’iter di sperimentazione previste per gli altri vaccini in commercio. I vaccini attualmente usati nella campagna vaccinale in Italia(Comirnaty di Pfizer-BioNtech, Vaxzevria di Astrazeneca, Spikevax Moderna, Vaccino anti COVID-19 Janssen) pertanto non sono sperimentali, ma preparati regolarmente e immessi in commercio dopo aver completato l’iter che ha testato la loro qualità, sicurezza ed efficacia.

LEGGI ANCHE:  Terre ai giovani, Coldiretti: "+14% di imprese agricole gli under35".

Sul rischio di infezione indotto dai vaccini anti Covid, l’ISS ricorda che i vaccini attualmente in uso in Italia usano la tecnologia a mRNA (Pfizer-Biontech e Moderna) e quella a vettore virale (Astrazeneca e Janssen). In entrambi i casi si introducono nell’organismo le ‘istruzioni’ per produrre frammenti della proteina che il virus usa per ‘agganciare’ la cellula. Quindi non viene utilizzato il SArs-CoV-2 vivo e infettante. Una eventuale malattia COVID-19 successiva alla vaccinazione può essere quindi causata solo da una infezione naturale del virus contratta indipendentemente dal vaccino.

Sulla contagiosità dei vaccinati, ancora, il vademecum ricorda che, come capita per tutti i vaccini esistenti, l’efficacia anche se molto alta non è del 100%, e ci possono essere quindi i cosiddetti ‘fallimenti vaccinali’. Inoltre anche un soggetto che risponde al vaccino si può ritenere immunizzato solo dopo almeno una settimana dal completamento del ciclo.

LEGGI ANCHE:  Covid-19, nuovi aiuti per l'India.

Resta confermato che un livello di copertura della popolazione alto nella popolazione minimizza il rischio di trasmissione tra individui suscettibili all’infezione e il vaccino protegge dalle conseguenze peggiori della malattia, quali il decesso e, ancora, la vaccinazione riduce anche la capacità di infettare dei vaccinati.


Secondo i cittadini più paranoici e complottisti, inoltre, sarebbero stati nascosti gli effetti collaterali post vaccino. Un’altra bufala come confermato dai dati della farmaco-vigilanza che sono periodicamente pubblicati, dall’Agenzia Italiana per il farmaco (in Italia) e dalle altre agenzie nazionali, nonchè dall’EMA.

Un’altra stravagante credenza sostiene che il vaccino sia capace di modificare il nostro DNA. Niente di più falso dal momento che i vaccini anti COVID-19 non cambiano e non interagiscono in alcun modo con il DNA. Sia i vaccini a mRNA che a vettore virale forniscono istruzioni alle nostre cellule utili ad attivare una risposta immunitaria così da proteggere contro il Sars-Cov-2.

LEGGI ANCHE:  Sardegna, quasi 19mila vaccinazioni nelle ultime 24ore.

C’è poi chi sostiene che a fronte di più vaccinati si produrrebbero più varianti. Le varianti, ricordano dall’ISS, emergono perché il virus, replicandosi, tende a sviluppare nuove mutazioni. I vaccini, riducendo la circolazione, limitano quindi la possibilità che il virus muti.