Isola al top per qualità della vita Over65…ma non per i giovani.

La Sardegna è fra le prime regioni per qualità della vita degli anziani. È quanto emerge dalla classifica sulle province italiane stilata dal quotidiano il Sole 24 Ore, subito ripresa in modalità autocelebrativa dalla comunicazione istituzionale della Giunta Solinas. Una medaglia da mostrare felicemente sul petto, mentre nulla o poco si continua a fare sul fronte delle politiche giovanili e dell’inclusione dei/delle giovani sardi/e.

Ma per il Presidente della Regione Sardegna il bicchiere è decisamente mezzo pieno alla luce della conferma della qualità della vita per gli anziani sardi rispetto alle altre regioni d’Italia: “È un dato che ci rende orgogliosi perché testimonia l’attenzione della Sardegna per i propri anziani. La Regione da tempo punta sui servizi, in un percorso di continua crescita. Investimenti importanti e un impegno che non si limita alla sola assistenza sanitaria, ma coinvolge i comuni e le diverse anime del territorio. La qualità delle condizioni di vita dei nostri anziani è per noi un fattore irrinunciabile e rappresenta un dovere morale e sociale che intendiamo continuare a perseguire con ogni sforzo”.

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Se si iniziasse, invece, ad agire e a programmare misure d’urto anche per i giovani nell’Isola – oltre a non rappresentare uno scandalo – per la prima volta si porterebbe in auge il tanto accennato principio di uguaglianza di tutti i cittadini/e sardi/e. Una speranza vana, guardando all’attuale produzione legislativa nel settore della gioventù dell’attuale Legislatura: una proposta di legge (la 182) – la cui audizione dello scorso 1° giugno è stata rinviata a data da destinarsi, quasi a voler rimarcare l’attenzione del tema per i rappresentanti del Consiglio regionale – e una proposta per l’istituzione di una non ben definita “commissione d’inchiesta sulla condizione giovanile nell’Isola”. Insomma, scarse ambizioni per portare in alto l’asticella della qualità della vita per i/le giovani in Sardegna.

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Ma sì, sempre più anziani e sempre meno giovani. Una fotografia confermata anche da un recente studio del Servizio Ricerca del Parlamento europeo (EPRS) che tra le regioni più vecchie d’Europa affida alla Sardegna un posto sul podio in termini di popolazione giovanile, con il 25,2%.

Che dire poi delle politiche a sostegno delle imprese sarde? Le stesse che faticano a trovare manodopera qualificata? Un autentico paradosso in un’Isola famosa per le alte percentuali di disoccupazione e inattività. Oppure quali misure sono state attivate per i/le giovani neet sardi/e? Quali ancora le azioni per ridurre la distanza dei ragazzi/e dal mondo del lavoro? Eppure siamo tra i primi posti nell’Ue per la maggiore percentuale di Neet sul totale dei giovani tra 15 e 29 anni, a fronte di una media europea del 13,1%.

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Non brilliamo nemmeno per l‘integrazione tra scuola e lavoro: siamo infatti fanalino di coda in Europa per la quota di occupati under 30 impegnati in percorsi formativi, con appena il 5,2% dei giovani di questa fascia di età, mentre in Europa si arriva ad una media del 15,2% e in Germania addirittura si sale al 24,4%.

Contemporaneamente cresce il fenomeno della fuga all’estero dei nostri giovani; dal 2016 al 2020 (ultimi dati disponibili), tra i giovani sardi gli espatri hanno superato i ritorni nella Regione.

Ma perché curarsene? Oggi è un giorno di festa e il Sole 24 Ore ci ricorda che gli Over65 vivono bene nell’Isola…

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