In 13 regioni italiane sempre meno giovani istruiti.

In Italia ci sono ben 13 regioni che si trovano nella famigerata ‘trappola dello sviluppo dei talenti’, ovvero un contesto dove convivono (nella più totale dabbenaggine della classe dirigente) calo demografico e scarsa istruzione.

E’ quanto sembrerebbe suggerire il nono Rapporto sulla coesione pubblicato dalla Commissione europea, tra le istituzioni europee più autoreferenziali e promotrice di call inaccessibili proprio per quei tanti giovani europei.

Secondo l’Esecutivo Ue, in particolare, circa 46 regioni europee vengono identificate come in una trappola per lo sviluppo dei talenti. Queste regioni, che si trovano principalmente in Bulgaria, Romania, Ungheria, Croazia, Sud Italia, Portogallo, Germania orientale e regioni nord-orientali e ultraperiferiche della Francia, hanno una popolazione in età lavorativa sempre più in calo e un numero limitato e stagnante numero di persone con un’istruzione terziaria. Insieme rappresentano il 16% della popolazione dell’Ue.

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Per l’Italia rientrano nella trappola per lo sviluppo dei talenti le regioni Marche, Umbria, Molise, Puglia, Sicilia, Calabria, Basilicata, Abruzzo e,l’immancabile Sardegna. A queste si aggiungono nel Nord, Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia. La Campania invece non è ancora nella trappola ma è considerata a rischio di cadervi, per il tasso di emigrazione dei giovani tra 15 e 39 anni.

Una regione è considerata come trappola per lo sviluppo dei talenti se la riduzione media annua della popolazione di età compresa tra 25 e 64 anni è stata superiore a 7,5 per 1.000 tra il 2015 e il 2020. Ancora, se la quota della popolazione di età compresa tra 25 e 64 anni con un’istruzione terziaria era inferiore alla media dell’Ue nel 2020 e la quota della popolazione di età compresa tra 25 e 64 anni con un’istruzione terziaria è aumentata meno della media dell’Ue tra il 2015 e il 2020. Una regione è considerata a rischio di cadere nella trappola dello sviluppo dei talenti, infine, se non si trova in tale trappola ma se il tasso di migrazione netto medio annuo in uscita della popolazione di età compresa tra 15 e 39 anni è stato superiore a 2 su 1.000 tra il 2015 e il 2020.

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