ID e NI: “Presunta elusione sanzioni UE sul petrolio russo”.

Secondo quanto riportato da alcuni organi di informazione, sembrerebbe che la Russia stia riuscendo ad aggirare le sanzioni Ue attraverso pratiche opache e a vendere il proprio petrolio sul mercato europeo. In particolare, alcuni Paesi terzi affacciati sulla sponda sud del Mediterraneo da tempo starebbero acquistando il greggio della Federazione russa per poi presentarlo ai Paesi europei.

“Il greggio delle navi russe – scrivono Marco Zanni, Susanna Ceccardi e Anna Bonfrisco del gruppo ID -, viene trasferito ad altre navi al largo, presumibilmente nell’area di Ceuta e Kalamata”.

Un fatto decisamente indicativo circa la reale azione di monitoraggio delle istituzioni UE sull’approvvigionamento delle fonti energetiche dei Paesi UE, potenzialmente elusivo delle misure entrate in vigore il 5 dicembre 2022 (il price cap e l’embargo europeo sul petrolio russo) e quelle del 5 febbraio 2023, che hanno esteso l’embargo anche ai prodotti petroliferi raffinati.

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Sullo stesso binario l’intervento dei 3 eurodeputati dei Non Iscritti, Carles Puigdemont i Casamajó, Clara Ponsatí Obiols e Antoni Comín i Oliveres: “Il petrolio russo continua a raggiungere il mercato mondiale in grandi quantità. Petroliere europee di petrolio, gas e carbone con una capacità di quasi 16 milioni di tonnellate di portata lorda hanno effettuato centinaia di viaggi dalla Russia da quando la Commissione ha iniziato a imporre l’embargo sulle esportazioni di petrolio russo. Più di 100 spedizioni di questo tipo sono state destinate ai porti dell’UE e tra il 5 dicembre 2022 e il 5 gennaio 2023, 689 spedizioni internazionali di combustibili fossili hanno lasciato i porti russi, dei quali 250 viaggi effettuati da petroliere europee”.

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“In Spagna – ricordano i 3 di NI – Ceuta viene utilizzata come centro per l’esportazione del petrolio russo. Piccole petroliere Aframax che trasportano fino a 700.000 barili vengono caricate con greggio nei porti baltici russi come Primorsk e Ust-Luga. Una volta che le navi cisterna raggiungono Ceuta, il carico viene trasferito a navi russe di greggio con una capacità di 2 milioni di barili, che si dirigono poi verso i porti africani e asiatici“.

In risposta alle due interrogazioni la Commissaria Mairead McGuinness ha inizialmente confermato che ‘importazione di petrolio russo via mare nell’UE è vietata dal 5 dicembre 2022 per il greggio e dal 5 febbraio 2023 per i prodotti petroliferi: “La Commissione è a conoscenza delle attività che coinvolgono il petrolio russo nello Stretto di Gibilterra, nei pressi di Ceuta, in particolare l’aumento dei trasferimenti da nave a nave in acque internazionali. Stiamo monitorando da vicino l’elusione delle sanzioni dell’UE, in quanto le navi stanno trasferiscono il petrolio in mare più volte per nasconderne l’origine, tentando di mascherare i loro movimenti spegnendo i localizzatori satellitari o trasmettendo coordinate false. Stiamo lavorando a stretto contatto con le autorità nazionali competenti per affrontare i rischi di elusione, anche con le autorità portuali – ha aggiunto la Commissaria -. La Commissione si rivolge anche ai Paesi terzi per far emergere i rischi di elusione, in particolare con il supporto dell’inviato dell’UE per le sanzioni, nominato di recente”.

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