Governance economica: accordo Parlamento e Consiglio Ue.

Nuove disposizioni che promuoveranno gli investimenti, la convergenza sociale e la definizione degli importi minimi di deficit che ogni singolo Stato membro dovrà rispettare. Sono solo alcune delle disposizioni contenute nell’accordo provvisorio raggiunto dai colegislatori Ue, Parlamento e Consiglio, sulla governance economica.

Le nuove regole, fanno sapere i colegislatori, “aggiungono chiarezza e semplicità al processo di sorveglianza fiscale concentrandosi su un unico parametro, la spesa annuale di un governo, per analizzare la sostenibilità delle finanze pubbliche”. 

Secondo le disposizioni provvisorie, tutti i Paesi dovranno fornire piani a medio termine circa gli obiettivi di spesa e le modalità con cui verranno intrapresi gli investimenti e le riforme. Gli Stati membri con livelli elevati di deficit o debito, a loro volta, riceveranno indicazioni pre-piano su come dovrebbero essere i loro obiettivi di spesa. 

Per garantire una spesa sostenibile, sono state introdotte anche misure di salvaguardia basate su parametri numerici, a cui faranno seguito i Paesi con debito o deficit eccessivi. “Le norme – proseguono i colegislatori – conferiranno inoltre un nuovo accento al sistema, che ora contribuirà attivamente anche a promuovere gli investimenti pubblici nei settori prioritari. Infine, il sistema sarà più adattato alle realtà di ciascun paese piuttosto che applicare un approccio unico e valido per tutti, e terrà maggiormente conto delle preoccupazioni sociali”.

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Le norme obbligheranno specificamente gli Stati membri a garantire che i loro piani nazionali spieghino come verranno effettuati gli investimenti nelle aree prioritarie dell’UE quali la transizione climatica e digitale, sicurezza energetica e difesa.

Inoltre, la spesa nazionale per il cofinanziamento dei programmi finanziati dall’UE sarà esclusa dalla spesa del governo, creando maggiori incentivi agli investimenti.

I piani dovranno inoltre fornire informazioni sulle esigenze di investimenti pubblici, vale a dire dove esistono lacune negli investimenti.

Le nuove norme concedono tre anni in più rispetto ai quattro standard per raggiungere gli obiettivi del piano nazionale.  Su richiesta di uno Stato membro, il Consiglio potrà concedere il permesso di deviare dal percorso di spesa del Paese laddove circostanze eccezionali al di fuori del suo controllo producano un impatto notevole sulle finanze pubbliche. La proroga avrà una durata massima di un anno e potrà essere concessa più di una volta.

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Prima della presentazione di un piano nazionale, che tutti gli Stati membri devono presentare, lo Stato membro interessato si incontrerà, secondo le disposizioni, con la Commissione con l’obiettivo di definire un piano che soddisfi tutti i requisiti. Per i Paesi con deficit o debito eccessivo, fino a un mese prima che la Commissione trasmetta le sue linee guida sul percorso di spesa a uno Stato membro, questi Stati membri potranno richiedere un processo di discussione con la Commissione. Ciò dovrebbe garantire un approccio e una titolarità più personalizzati.

Uno Stato membro può richiedere la presentazione di un piano nazionale rivisto se esistono circostanze oggettive che ne impediscono l’attuazione, compreso se vi è un cambio di governo.

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Anche il ruolo delle istituzioni fiscali nazionali indipendenti, gli organismi apartitici incaricati di verificare l’idoneità dei bilanci e delle proiezioni fiscali del proprio governo, è notevolmente rafforzato, con l’obiettivo che questo ruolo maggiore contribuisca a rafforzare ulteriormente la proprietà nazionale.

L’accordo provvisorio è ora soggetto al voto sia del Consiglio che del Parlamento. Una volta adottate, le norme entreranno in vigore subito dopo la loro pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE. I primi piani nazionali dovranno essere presentati da ciascuno Stato membro entro il 20 settembre 2024.

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