Fipe: i titolari dei locali di Cagliari studiano la città del futuro.

Cagliari è una città business oriented? Serve una importante opera di revisione dei regolamenti comunali? Stando ai commenti dei principali protagonisti (e soprattutto vittime) dello sviluppo locale (ricordiamolo, gli/le imprenditori/trici) e, dalla repressione “da Paese socialista” verso gli esercenti pubblici è sempre più improcrastinabile un cambio di rotta.

Una brutale aggressione al diritto di impresa ricordata recentemente anche dall’imposizione dello stop alla concessione di suolo pubblico per 18 mesi a due locali del centro storico di Cagliari. Ennesimo episodio che ha portato gli imprenditori di Cagliari a incontrarsi per capire quali correttivi suggerire per procedere verso una crescita comune.

“Oggi Cagliari è cambiata, la crescita turistica ha contribuito alla crescita della nostra categoria, ma allo stesso tempo ha fatto emergere diverse criticità – spiega il presidente della Fipe Confcommercio Sud Sardegna Emanuele Frongia -. In tutti questi anni il dialogo con l’amministrazione è sempre stato positivo, ma oggi ci rendiamo conto che è arrivato il momento di una profonda riflessione sul futuro e sulle norme che regoleranno le nostre attività a Cagliari ”.

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Tra le criticità emerse: il regolamento sull’occupazione del suolo pubblico e la sua applicazione per quanto riguarda le fonti sonore, l’applicazione del coefficiente Asl per l’esterno e relative sanzioni. E ancora: il piano del risanamento acustico e la raccolta differenziata che ad oggi se sulla carta ha portato a una città più pulita nella pratica ha ribaltato sugli operatori l’onere del servizio.

Oggi i titolari dei locali sono al lavoro per studiare un nuovo regolamento sul suolo pubblico che renderanno pubblico a gennaio. “Vogliamo ragionare insieme su un regolamento che educhi, che pianifichi, ma che non uccida le attività”, dice Frongia “oggi solo attraverso gli strumenti normativi pianificatori possiamo tracciare il futuro della nostra città”. Tanti operatori, oggi hanno la percezione di una città che si evolve in termini di libertà imprenditoriale. “Capiamo la necessità di normare e di ristabilire il principio di legalità, ma le tante sanzioni oggi, non sono il termometro della presenza dell’amministrazione e del controllo, ma anzi sono la dimostrazione di come forse palazzo Bacaredda si sia allontanato dalla reale interpretazione dei fenomeni”, precisa Frongia che aggiunge “oggi non si può portare alla morte economica un’attività a causa della musica all’interno del locale”.

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Si è parlato poi dei parametri di riferimento relativi all’occupazione del suolo pubblico esterno che sono quelli utilizzati dalla Asl per gli spazi interni. “Come è possibile che un qualcosa che normi una situazione contemplata per l’interno dei locali venga attribuita senza una reale logica anche all’esterno?”, si domanda Frongia. Normative e regolamenti anche sull’occupazione delle strisce blu, secondo gli addetti ai lavori non sono efficienti. Chi riceve l’autorizzazione deve pagare il Comune e Parkar o Apcoa, ma ancora oggi l’amministrazione comunale non ha stretto un accordo con le due aziende e pertanto gli esercenti non sanno ancora quanto dovranno pagare alle due società.

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E ancora, la raccolta differenziata: “Bene per una città più pulita, ma un operatore oggi non può ritrovarsi costretto ad uscire dal proprio ristorante mentre è in corso il servizio per eseguire il conferimento”. Ricordiamola la corriera ecologica, ovvero il massimo apice di una amministrazione locale che ha ampiamente disatteso il proprio mandato e promesse elettorali. Qualcuno/a si ricorda delle bordate contro il sistema della raccolta differenziata dell’allora “furioso Truzzu”? E adesso ualcuno/a lo vorrebbe pure mettere al comando della coalizione di centrodestra alle prossime regionali…