Fake news, Anna Zalewska: “Combattere la disinformazione nell’UE”.

Sono notevoli e ampiamente conosciuti gli effetti distorsivi prodotti dalle fake news nell’Unione europea. Nonostante la diffusa percezione sul tema, restano ancora impercettibili le misure a contrasto del fenomeno nell’UE. Una criticità ricordata dall’eurodeputata del gruppo dei Conservatori e Riformisti europei Anna Zalewska: “Gli effetti di qualsiasi falsa informazione o menzogna diffusa nei media pubblici e sui social media rappresentano una minaccia per il corretto funzionamento di molti servizi pubblici, generando preoccupazione e confusione in ampi settori della società”.

“Avendo subito riconosciuto la gravità di questo problema, la Germania con il suo “Netzwerkdurchsetzungsgesetz” del 2017, e la Francia, con la sua “Loi relative à la lutte contre la manipulation de l’information” del 2018, hanno adottato regolamenti che combattono risolutamente tutte le forme di fake news introducendo, inoltre, pesanti sanzioni verso chi scrive o diffonde fake news”.

LEGGI ANCHE:  Covid-19, AGCOM: il 73% dei giornalisti ha riscontrato casi di disinformazione.

Oggi Věra Jourová, Vicepresidente della Commissione europea, ha ricordato i recenti sforzi intrapresi nella lotta alla disinformazione nell’UE, precisando che nel Piano d’azione per la democrazia europea, dello scorso 3 dicembre 2020, la Commissione ha annunciato un approccio più solido per contrastare i contenuti online falsi e fuorvianti, con la previsione di rivedere sostanzialmente lo stesso Codice di condotta sulla disinformazione.

“La Commissione ha annunciato la sua intenzione di presentare una proposta legislativa sulla trasparenza dei contenuti politici sponsorizzati, che può essere un canale importante per la diffusione di informazioni false. A complemento di questa iniziativa, la proposta della Commissione del 15 dicembre 2020 per una legge sui servizi digitali, mira a garantire la sicurezza degli utenti online. La proposta definisce inoltre un quadro di coregolamentazione all’interno del quale i fornitori di servizi devono lavorare secondo i codici di condotta per affrontare gli impatti negativi della diffusione virale di contenuti illegali e le attività manipolative. Le piattaforme online dovranno fornire, ancora, l’accesso ai repository di annunci, comprese le informazioni su come sono stati visualizzati gli annunci sulle loro piattaforme e il modo in cui gli utenti sono stati scelti come target”.

LEGGI ANCHE:  Disinformazione online: prosegue la revisione del Codice di condotta.

Foto Copyright European Union, Source EP: Jan Van De Vel