Erasmus+, mobilità diminuita del 60% nel 2020 e del 36% nel 2021.

La pandemia, come rilevato nell’ultima relazione della Commissione UE, ha prodotto un importante calo della partecipazione al programma Erasmus+. Il benchmark delle politiche per i giovani in Europa ha infatti registrato, in termini di partecipanti, una diminuzione del 60% per il 2020 e del 36% per il 2021.

“Tuttavia – dichiara Olivier Chastel eurodeputato del gruppo Renew Europe -, la pandemia COVID-19 ha offerto l’opportunità di compiere importanti progressi nella digitalizzazione di alcune procedure amministrative. Inoltre, l’e-learning è diventato un’opzione per gli studenti che non potevano recarsi fisicamente presso gli istituti di scambio a causa di restrizioni”.

Una buona pratica, nata paradossalmente in uno dei momenti peggiori dal dopoguerra, sulla quale bisognerebbe puntare secondo Chastel.

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Parere condiviso dal Vicepresidente Schinas, secondo il quale l’ultimo rapporto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) mostra che, in seguito all’impatto di COVID-19, un maggior numero di programmi di mobilità virtuale è stato adottato dagli istituti di istruzione superiore. “La mobilità internazionale virtuale
consente un numero maggiore di studenti di accedere all’istruzione internazionale, anche tra coloro che non possono permettersi una permanenza in un Paese straniero, o che hanno obblighi familiari o lavorativi”.

“Come annunciato nella Strategia europea per le università presentata nel 2022, la Commissione, in stretta collaborazione con gli Stati membri e le parti interessate, sostiene il lancio e la messa in opera di una piattaforma europea mirata alla promozione della cooperazione tra gli istituti di istruzione superiore. Questa piattaforma sarà compatibile con la European Open Science Cloud (EOSC) e sarà interoperabile con altri standard europei”.

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