Diritti LGBT: l’Italia perde 2 posizioni in Europa.

L’Italia frena sul fronte della protezione dei diritti  LGBT. Così ha dichiarato l’ILGA-Europe (gruppo di difesa delle persone lesbiche, gay, bisessuali, trasgender a livello europeo) attraverso la Rainbow Map, il report che sottolinea il livello di rispetto e di tutela dei diritti delle persone LGBT in Europa. L’Italia sembrerebbe aver perso ben due posizioni nella classifica delle nazioni europee rispetto al 2018, dalla 33esima alla 35esima, a causa di una regressione delle politiche legate all’uguaglianza. Un peggioramento nella classifica che ufficializza per la prima volta una retromarcia sul campo dei diritti LGBT nel nostro Paese. 

In testa alla classifica ,con un punteggio di 90,35, ILGA-Europe conferma Malta che ha messo in moto una significativa evoluzione nelle politiche legate all’uguaglianza considerata avanzata, anche per gli standard europei. Gli atti omosessuali, per esempio, sono stati depenalizzati già nel lontano 1973. Ancora le leggi per la protezione dell’identità di genere e intersex sono del livello più alto al mondo. Ma nonostante il primato ci sono ancora spazi di miglioramento. Gli omosessuali di Malta, infatti, non sono ancora autorizzati a donare il sangue.

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All’Italia, scesa alla 35esima posizione, ILGA-Europe attribuisce un punteggio di 21,53. Pesa anche per il 2019 l’assenza di una legge sul matrimonio egualitario, sulle adozioni omosessuali e una legge anti-discriminazione relativa all’identità di genere.

All’ultimo posto della classifica troviamo, invece, l’Azerbaigian con un magro 3,33 , nel quale l’impianto normativo non da spazio, solo per citarne alcune, a leggi contro le espressioni di odio, la discriminazione nei luoghi di lavoro, il matrimonio omosessuale e il diritto di cambiare genere legalmente.

Le classifiche di ILGA-Europe si basano su come le leggi e le politiche di ciascun paese hanno un impatto sulla vita delle persone LGBT.  Per quanto riguarda le categorie di analisi ILGA-Europe traccia ogni paese utilizzando una vasta gamma di indicatori, quali l’uguaglianza, questioni familiari e discorsi di incitamento al riconoscimento legale di genere, libertà di espressione e diritti di asilo. Queste misure di benchmarking sono state utilizzate per la prima volta da ILGA-Europe nel 2009 e da allora sono state ampliate. 

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Foto ILGA Europe

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