Cittadini bulgari in Serbia, Dzhambazki: “Violazione diritto d’ingresso”.

Lo scorso 6 novembre è stato celebrato il 102° anniversario dell’occupazione delle terre di confine tra la Serbia e la Bulgaria, tra le quali Tsaribrod, Bosilegrad, Kulsko e Trunsko. Una ricorrenza che ha visto il centro di informazione culturale di Bosilegrad promuovere una commemorazione ad hoc, coinvolgendo gruppi di studenti e comunità locale in attività di mobilità internazionale tra i due Paesi.

“Senza alcuna spiegazione – ha dichiarato l’eurodeputato del gruppo dei Conservatori e Riformisti europei, Angel Dzhambazki – le autorità di frontiera serbe si sono rifiutate di ammettere i cittadini bulgari in Serbia, Paese che da oltre 100 anni, lavora sistematicamente all’assimilazione ed l’eliminazione fisica dei bulgari dai confini occidentali, ostacolando la mobilità delle persone su entrambi i lati del confine. E’ inaccettabile che un Paese candidato all’adesione all’Unione europea, e in fase di negoziato, violi uno dei valori fondamentali dell’Unione, ovvero la libera circolazione delle persone”.

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Per il Commissario europeo Oliver Várhelyi l’azione della Serbia è sotto il “costante monitoraggio” dell’UE, ricordando che la Serbia è tenuta, in base al capitolo 23 “Sistema giudiziario e diritti fondamentali” dei negoziati di adesione, a rispettare i diritti delle persone appartenenti alle minoranze. La Commissione – conclude – si attende che tutti i partner della regione promuovano un clima di fiducia reciproca e favoriscano le relazioni di buon vicinato e la cooperazione regionale”.

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