Censura dei media in Russia, Josep Borrell: “Banditi TV e siti web”.

“La censura dei media imposta dalle autorità russe e la repressione delle proteste pacifiche contro la guerra in Ucraina stanno aumentando in Russia”, ha ricordato oggi l’Alto rappresentante dell’UE Josep Borrell per stigmatizzare l’ondata censoria verso i mezzi di comunicazione da parte del Governo di Putin.

“Ieri altri due dei più importanti media russi, Echo e Dozhd di Mosca, sono stati banditi, così come i siti web di altri media indipendenti. Questi mezzi di comunicazione sono stati messi a tacere per aver fornito una piattaforma a fonti e voci che sfidano le mistificazioni della guerra in Ucraina”.

“Proscrizione” ordinata recentemente dalla stessa Unione europea a danno dei media russi, Russia Today e Sputnik. Il Consiglio dell’Unione europea, infatti, ha deciso negli ultimi giorni di sospendere la distribuzione dei due organi di informazione (di proprietà della Federazione Russa) in tutta l’UE. Decisione, quest’ultima, dissonante in termini di coerenza e rispetto della libertà di stampa ricordata nel suo speech dall’Alto Rappresentante.

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Chiunque – riteniamo – dovrebbe avere accesso alle informazioni prodotte da tutte le parti in causa e, confidando nel pensiero critico, ragionare con consapevolezza su fatti e circostanze.

Andando oltre le questioni soggettive, intervenendo sulle recenti dimostrazioni di piazza in Russia, l’Alto rappresentante ha dichiarato che “secondo i rapporti più di 7600 manifestanti contro la guerra in più di 120 città sono stati arrestati dall’inizio dell’invasione militare russa dell’Ucraina. E’ molto preoccupante il fatto che la Duma di Stato russa stia attualmente elaborando una legge con la previsione di condanne fino a 15 anni di reclusione per coloro che esprimono opinioni che si discostano dalla linea ufficiale del governo”.

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Sulla recente recrudescenza delle violazioni alla libertà dei media russi, è intervenuta oggi anche la Rappresentante OSCE per la libertà dei media, Teresa Ribeiro: “Il 1 ° marzo, l’agenzia di regolamentazione dei media Roskomnadzor su istruzione dell’ufficio del procuratore generale ha bloccato i siti Web dei noti media indipendenti Ekho Moskvy e Dozhd. Inoltre, diversi giornalisti di Dozhd che temono per la loro incolumità hanno lasciato il Paese. Nel corso degli ultimi giorni, Roskomnadzor avrebbe bloccato anche i siti web di Current Time (parte di RFE/RL), DOXA e The Village, nonché molte piattaforme di notizie ucraine, tra cui Gordon, Correspondent.Net , Ukrainskaya Pravda, TSN, 24TV , Segodnya, Ukrinform, Leviy Bereg, Fakty, Zaxid.net , Zerkalo Nedeli, Сensor.net ,  Vesti.ua e altri. Prese insieme, conclude Ribeiro, queste misure portano all’istituzione di un monopolio statale sull’informazione nella Federazione Russa, uno sviluppo molto triste per la libertà dei media nel Paese e va contro i pertinenti impegni dell’OSCE”.

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