Carta Giovani, a Sassari si tenta di diffonderla tra le aziende locali.

In un Paese noto per le iniziative di scarso impatto (come non citare l’emblematico sito web Giovani2030) e per l’impostazione di politiche tokeniste in materia di gioventù, non sorprende che anche in Sardegna le istituzioni locali si prestino a sostenere azioni non di sistema per i giovani, come la Carta Giovani.

Un intervento, sfortunatamente riproposto negli anni, che continua a sopravvivere come ricordato dall’ultimo incontro organizzato dal Comune di Sassari per sostenere la diffusione della Carta Giovani tra le imprese del territorio locale, nella speranza di aumentare il numero di aziende partecipanti.

Alla riunione, coordinata dalle assessore Laura Useri e Alessandra Corda, sono state infatti invitate le locali associazioni di categoria che, nelle ambizioni degli esponenti della Giunta Campus, dovrebbero diffondere l’iniziativa tra gli associati.

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Basterà, però, una carta a sostenere l’inclusione dei/delle giovani sardi/e, in assenza di un quadro regionale aggiornato in materia di politiche giovanili (ricordiamolo, la pl 182 dal 2020 è ancora ferma nel limbo dei lavori della seconda commissione in Consiglio regionale) e in presenza di iniziative per i giovani calate dall’alto e prive di alcuno spunto di co-programmazione con i giovani e le organizzazioni giovanili (vedi Giovani VISPI, giusto per citarne una)? Potrà mai essere utile la riproposizione di iniziative “bollite” e prive di alcun tasso di innovazione per sostenere la partecipazione dei giovani? Secondo i sostenitori di iniziative desuete e prive di impatto, sembrerebbe proprio di sì.

foto Ministero dell’Istruzione e Merito

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