Caro carburanti: le azioni (poco) risolutive del Governo Meloni.

Il Consiglio dei ministri, nel corso dell’ultima seduta, è intervenuto per approvare alcune modifiche al decreto-legge, già deliberato nella riunione del 10 gennaio 2023, relativo alla trasparenza dei prezzi dei carburanti.

Tra le azioni (per la verità poco disruptive) la proroga al 31 dicembre 2023 dei termini di validità dei buoni benzina ceduti dai datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti. Voucher, nel limite di 200 euro, che non concorreranno alla formazione del reddito da lavoro dipendente.

L’Esecutivo nazionale ha poi stabilito che, in presenza di un aumento eventuale del prezzo del greggio e quindi del relativo incremento dell’IVA in un quadrimestre di riferimento, il maggiore introito incassato in termini di imposta dallo Stato possa essere utilizzato per finanziare riduzioni del prezzo finale alla pompa.

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Insomma, poca roba per una coalizione che aveva usato toni a dir poco caustici contro l’ex premier Mario Draghi (lui si che era riuscito a tenere a bada i prezzi del carburante) e promosso se stessa durante la campagna elettorale della scorsa estate come “capace” e “affidabile”. Un’altra occasione mancata, quindi, dall’attuale Governo, la cui inadeguatezza, però, non riesce ancora ad essere comunicata con evidenza pubblica, grazie a una stampa (sempre più advertorial), “poco interessata” a fare le pulci all’azione inadeguata per il Paese intrapresa da Giorgia & Partners.

foto Governo.it