Cagliari. Riaprono i Musei Civici.

Dopo oltre due mesi di chiusura, i Musei Civici di Cagliari sono pronti alla ripartenza. Lunedì 18 gennaio la Galleria Comunale d’Arte, il Palazzo di Città e il Museo d’Arte Siamese Stefano Cardu riapriranno i battenti.

Un piccolo passo per un ritorno alla normalità, nel rispetto di tutte le regole per la sicurezza.

La Galleria Comunale d’Arte, ospitata all’interno dei Giardini Pubblici di Cagliari, gioiello botanico della città e vera e propria oasi di tranquillità è un’occasione per riscoprire l’ampia raccolta di opere d’arte del Novecento ospitata al suo interno. L’esposizione permanente che comprende la Collezione Ingrao è costituita dalle opere dei più grandi maestri italiani del Novecento, tra cui Umberto Boccioni, con trentuno opere fra dipinti e disegni, Giacomo Balla, Mario Sironi, Fortunato Depero, Gino Severini, Filippo De Pisis, Carlo Carrà, Ottone Rosai e Mario Mafai. A Giorgio Morandi è dedicata la sala che espone tre oli, nove disegni e l’importante carteggio fra l’artista e il collezionista Ingrao. Mino Maccari è presente con quaranta opere, che costituiscono la più rappresentativa esposizione in un museo pubblico dell’artista. A Francesco Ciusa, tra i maggiori artisti sardi del Novecento, è dedicata la sala omonima, che espone le sue sculture in gesso, primo nucleo della Collezione Civica di Artisti Sardi.

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Allestimento Mostra Steve McCurry Icons - Cagliari 2020 - foto Giorgio Marturana
Allestimento Mostra Steve McCurry Icons – Cagliari 2020 – foto Giorgio Marturana

A tutto questo si aggiunge, la mostra temporanea “Giorgio Princivalle. L’anima malinconica delle cose”, a cura di Efisio Carbone e Stefania Mele, retrospettiva dedicata all’artista a distanza di trent’anni dalla sua scomparsa.

Visto il grande successo di pubblico, i Musei Civici di Cagliari con grande piacere annunciano la proroga della mostra “Steve McCurry. ICONS” sino al 31 marzo 2021, inaugurata immediatamente dopo la fine del primo lockdown a dimostrazione di quanto e quale sia l’impegno dell’Amministrazione nei confronti del comparto cultura della Città. La mostra, curata da Biba Giacchetti, sbarca per la prima volta in Sardegna con 100 scatti che raccolgono il meglio della vasta produzione del grande fotografo americano esponendo i vari aspetti della sua straordinaria attività ormai quarantennale. Le immagini, diventate vere e proprie icone della fotografia e conosciute dal pubblico del mondo intero, sono un viaggio simbolico nel complesso universo di esperienze e di emozioni che caratterizzano il lavoro di McCurry.

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Dall’India alla Birmania, dal Giappone all’Africa, fino al Brasile: con le sue foto Steve McCurry ci pone a contatto con le etnie più lontane e con le condizioni sociali più disparate, mettendo in evidenza una condizione umana fatta di sentimenti universali e di sguardi la cui fierezza afferma la medesima dignità. Mai come ora le sue foto consentono di attraversare le frontiere e di conoscere da vicino un mondo destinato a grandi cambiamenti. La mostra inizia infatti con una straordinaria serie di ritratti e si sviluppa tra immagini di guerra e di poesia, di sofferenza e di gioia, di stupore e di ironia.

Musei civici Cagliari, foto Giorgio Marturana
Musei civici Cagliari, foto Giorgio Marturana

Una audioguida disponibile gratuitamente per tutti i visitatori, Steve McCurry racconta in prima persona molte delle foto esposte. Inoltre, un primo video proiettato in mostra accompagna le foto del primo reportage in Afghanistan; in un secondo video, McCurryracconta la sua lunga carriera e soprattutto il suo modo di intendere la fotografia. Un ultimo filmato, prodotto da National Geographic è dedicato alla lunga ricerca che ha portato Steve McCurry a ritrovare la “ragazza afghana” 17 anni dopo il famoso scatto. A tale proposito è del novembre 2016, la notizia che, dopo essere stata arrestata dalla polizia pakistana, SharbatGula è finalmente tornata nel suo paese.

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Ancora, il gioiello d’Oriente nel cuore più antico della città di Cagliari, come è stato definito dalla rivista Bell’Italia, è il fiore all’occhiello delle Collezioni Civiche per via della straordinarietà della sua storia che dei pezzi che possiede. La storia del Museo d’Arte Siamese inizia infatti con la donazione alla sua città natale da parte di Stefano Cardu (Cagliari 1849–Roma 1933) di una preziosa collezione di oggetti d’arte provenienti dall’Estremo Oriente. Cardu, imbarcatosi da Cagliari in giovane età, dopo quasi dieci anni di navigazione approda in Siam, l’attuale Tailandia. A Bangkok, sotto il regno di Rama V, egli diviene progettista e costruttore di importanti edifici per la nuova capitale: fra questi il Palazzo del Principe Chaturonratsami (1879) il Royal Military College (1890-92), l’Hotel Oriental (1890), destinato a ospitare i diplomatici e regnanti in visita alla corte siamese.