Bosnia-Erzegovina: preoccupazione Ue per “agenti stranieri”.

“Una iniziativa in diretta contraddizione con l’impegno per l’integrazione europea”. Questa in sintesi la risposta dell’Ue alle recenti azioni legislative adottate dalla Republika Srpska, compreso il disegno di legge sul registro speciale e sulla pubblicità dell’attività delle organizzazioni senza scopo di lucro l’etichettatura delle ONG come “agenti stranieri” adottata in prima lettura dall’Assemblea nazionale della Republika Srpska.

“L’adozione della legge contraddice direttamente i ripetuti impegni della Republika Srpska per far avanzare l’integrazione europea della Bosnia-Erzegovina, e in particolare la priorità chiave 11 sulla società civile e la priorità chiave 12 sulla libertà di espressione e dei media”, ha dichiarato oggi l’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell.

LEGGI ANCHE:  Difesa, 1,2 miliardi di euro per 61 progetti di cooperazione.

“Chiediamo ai delegati dell’Assemblea nazionale della Republika Srpska di riconsiderare e di non portare avanti questo progetto di legge”.

Azione, ancora, simile al modello adottato recentemente da Mosca e capace di ampliare l’utilizzo politico dell’etichetta ‘agente straniero’ già utilizzata dal 2012 per colpire media indipendenti e Ong. 

“Il rispetto dei diritti umani, della libertà di espressione, della libertà dei media e del pluralismo, nonché un ambiente che consenta alle organizzazioni della società civile di operare liberamente sono pilastri fondamentali di una società democratica – ha aggiunto l’Alto rappresentante – Deploriamo, ancora, la recente entrata in vigore delle modifiche al codice penale della Republika Srpska, che reintroducono sanzioni penali per diffamazione, che hanno imposto restrizioni inutili e sproporzionate ai media indipendenti e alla società civile, e costituiscono un deplorevole e innegabile passo indietro nella tutela dei diritti umani. diritti fondamentali”.

LEGGI ANCHE:  Sempre meno giovani in UE: ecco il "meccanismo per i talenti".

Iniziative legislative, ricordano dall’Unione europea, che vanno contro la concessione dello status di candidato all’UE.

foto Sardegnagol riproduzione riservata