Assorbenti e tamponi: ancora poca trasparenza sulla composizione chimica. L’UE si muove, ma resta in ritardo.
Milioni di persone che mestruano continuano a utilizzare ogni mese prodotti igienici senza sapere esattamente quali sostanze chimiche entrano in contatto con il loro corpo. In Europa, infatti, non esiste ancora un obbligo che imponga ai produttori di indicare chiaramente la composizione chimica di assorbenti, tamponi o coppette mestruali sulle confezioni. Una lacuna normativa che solleva crescenti preoccupazioni per la salute e i diritti dei consumatori.
L’allarme è stato rilanciato dall’eurodeputata Joanna Scheuring-Wielgus (S&D), che ha chiesto alla Commissione europea se intenda colmare questo vuoto normativo, seguendo l’esempio di paesi come la Francia e alcuni stati degli USA, dove già esistono obblighi informativi specifici. La questione, tutt’altro che marginale, riguarda la sicurezza di prodotti che vengono a diretto contatto con mucose e tessuti particolarmente sensibili, e che in alcuni casi possono contenere sostanze potenzialmente dannose per la salute intima e generale.
Nella sua risposta, la Commissione ha riconosciuto che non esiste al momento un requisito esplicito per l’indicazione in etichetta degli ingredienti, ma ha ricordato che i prodotti per l’igiene mestruale rientrano nell’ambito della nuova Regolamentazione generale sulla sicurezza dei prodotti (GPSR), entrata in vigore nel dicembre 2024. Questa normativa impone ai produttori l’obbligo di condurre analisi interne dei rischi e di fornire informazioni chiare sui pericoli connessi all’uso dei prodotti, anche attraverso il packaging.
Parallelamente, il regolamento REACH (Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals) già disciplina molte sostanze chimiche utilizzate nei beni di consumo, compresi i prodotti igienici femminili. Alcune restrizioni sono già in vigore, come il divieto di composti organostannici pericolosi, mentre nuove limitazioni, ad esempio su sostanze sensibilizzanti cutanee, sono attualmente in fase di elaborazione.
Nonostante i progressi normativi, resta irrisolta la questione centrale della trasparenza totale in etichetta, che molti ritengono essenziale per garantire alle consumatrici una scelta consapevole e sicura. La Commissione non ha ancora annunciato l’intenzione di introdurre un obbligo esplicito in tal senso, ma assicura di monitorare l’evoluzione della normativa e degli studi scientifici.
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