Acqua pubblica, Pedicini: “Ingnorato referendum del 2011”.

In Italia, ignorando totalmente il risultato del referendum del 2011 che obbligava gli enti pubblici – a tutti i livelli – a garantire la gestione pubblica della risorsa idrica, si sta assistendo alla privatizzazione sempre più spinta dei principali bacini italiani, addirittura mirando direttamente alle sorgenti. Una realtà di fatto ribadita recentemente dall’eurodeputato del gruppo Verdi/ALE, Piernicola Pedicini: “È nel Sud Italia che è presente la più cospicua – e qualitativamente migliore – risorsa idrica, in particolare in Campania, dove la regione ha rinnovato il contratto di gestione dell’intera rete di fonti regionali a una società che è al 47,9 % della Vianini S.p.A. di Caltagirone (quindi Suez/Acea) e per il 47,9 % di Veolia S.p.A., altra multinazionale francese”.

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Azioni che di fatto disconoscono il volere popolare e che confermano, a più riprese, la diffusa privatizzazione (e interessi lobbistici sottesi) nella gestione della rete idrica.

Un tema spinoso sul quale è intervenuto il commissario europeo Virginijus Sinkevičius: “La principale normativa dell’UE in materia di fornitura di acqua potabile è la rifusione della direttiva sull’acqua potabile – la Direttiva (UE) 2020/2184 -, i cui obiettivi sono proteggere la salute umana garantendo la qualità dell’acqua potabile erogata e migliorare l’accesso ad un’acqua potabile sicura per tutti i cittadini dell’UE”.

Direttiva, però, che non contiene disposizioni sulle modalità con cui gli Stati membri dovrebbero organizzare la propria fornitura idrica. Insomma, un gap piuttosto evidente capace di lasciare, contestualmente, una certa libertà di azione verso i promotori di interessi particolaristici.

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“La direttiva sull’aggiudicazione dei contratti di concessione – la Direttiva 2014/23/UE – non si applica alle concessioni per la fornitura o la gestione di reti fisse destinate alla fornitura di un servizio al pubblico in connessione con la produzione, il trasporto o la distribuzione di acqua potabile, o per l’alimentazione di tali reti con acqua potabile”, ha confermato l’esponente della Commissione von der Leyen.

Da qui il “telefonato” richiamo del commissario al limite di competenza della Commissione europea: “Rientra nelle competenze degli Stati membri garantire e organizzare la gestione della fornitura idrica per conseguire gli obiettivi della direttiva sull’acqua potabile”.

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