Accordo sulla Brexit: le conseguenze dei nuovi rapporti tra UE e Regno Unito per i cittadini ‘europei’.

A seguito dell’accordo raggiunto a fine dicembre 2020 tra UE e Regno Unito – e in attesa dell’approvazione da parte del Parlamento europeo per la sua entrata in vigore – i cittadini europei nel Regno Unito o i cittadini britannici che risiedevano in uno stato membro prima di gennaio 2021 possono continuare a vivere e lavorare dove si trovano, purché già registrati in precedenza e in possesso dei permessi concessi dalle autorità nazionali dei vari stati membri o del Regno Unito.

Il diritto di vivere e lavorare in uno qualsiasi degli stati membri UE dei cittadini britannici che non risiedono ancora nell’Unione Europea non sono garantiti automaticamente e possono essere oggetto di restrizioni (a eccezione della Repubblica d’Irlanda, con cui il Regno Unito ha raggiunto un accordo separato). Inoltre le qualifiche ottenute non sono più riconosciute in modo automatico nei paesi UE come accadeva invece in precedenza.

I cittadini del Regno Unito che per qualsiasi motivo vogliano visitare o rimanere nell’Unione europea per più di 90 giorni devono rispettare le stesse condizioni di entrata e soggiorno per chi proviene da fuori UE. Questo è valido anche per i cittadini britannici che possiedono una seconda casa in Europa.

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Per i cittadini europei che vogliono trasferirsi nel Regno Unito per un soggiorno di lungo termine o per motivi di lavoro (ovvero per più di sei mesi) sarà necessaria la richiesta di un visto da parte del governo britannico.

Sul fronte della mobilità di breve periodo, come le vacanze, i cittadini britannici potranno visitare i Paesi dell’Unione europea per massimo 90 giorni senza bisogno di un visto. In ogni caso i cittadini del Regno Unito non possono più usufruire delle corsie rapide di controllo dei passaporti né delle corsie doganali. Devono anche dimostrare di avere già un biglietto per il ritorno nel proprio Paese e che hanno fondi sufficienti alla loro permanenza. Il loro passaporto deve inoltre scadere non prima di sei mesi dalla data di entrata.

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Di converso, i cittadini europei possono visitare il Regno Unito per un periodo di massimo sei mesi senza necessità di un visto, ma dovranno dotarsi di un passaporto in corso di validità.

Per quanto attiene l’assistenza sanitaria, i cittadini UE che soggiornano temporaneamente nel Regno Unito beneficiano ancora dell’assistenza sanitaria d’urgenza basata sulla tessera sanitaria europea (TEAM). Per soggiorni più lunghi di sei mesi dovranno, invece, pagare un supplemento.

I pensionati e le pensionate continuano a beneficiare dell’assistenza sanitaria dovunque si trovino. Il Paese che eroga la pensione rimborserà il Paese di residenza.

Com’è ormai ‘tristemente’ noto il Regno Unito ha deciso di uscire dal famoso programma di scambio Erasmus+ e di creare invece un proprio programma. Quindi gli studenti europei non potranno più partecipare in programmi di scambio nel Regno Unito, mentre gli studenti dell’Irlanda del Nord potranno continuare a farlo.

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In materia di commercio, con l’accordo raggiunto i beni scambiati tra Regno Unito e UE non saranno soggetti a tariffe o quote. In ogni caso sono già state attive nuove procedure per il trasferimento delle merci da e per il Regno Unito, come i controlli alle frontiere sul rispetto delle regole del mercato interno (devono rispettare gli standard sanitari, di sicurezza, ambientali etc.) o della normativa britannica applicabile. Questo significa più burocrazia e costi aggiuntivi. Per esempio, tutte le importazioni nell’UE saranno, con il nuovo accordo, soggette a formalità doganali. Questo principio non si applicherà, invece, alle merci in transito tra l’Irlanda del Nord e l’UE.

Inoltre, le aziende britanniche non avranno più il diritto automatico di offrire i loro servizi in Europa: se vogliono continuare a essere operativi nell’Unione europea le aziende britanniche dovranno stabilirsi in uno dei Paesi UE.

Foto di Tumisu da Pixabay