Contraffazione olio EVO, Non Iscritti: “Aggiornare gli standard di acidità”.
Per gli eurodeputati del gruppo dei Non Iscritti, Ignazio Corrao, Eleonora Evi e Piernicola Pedicini l’olio extra vergine di oliva (EVO) è uno dei prodotti più colpiti da sofisticazioni e falsificazioni, subendo cosi la concorrenza scorretta da parte degli oli non extra vergine.
Una problematica che, per i firmatari dell’interrogazione, richiede l’aggiornamento degli standard di acidità: “Secondo il regolamento di esecuzione (UE) n. 299/2013, l’olio EVO deve avere un’acidità libera, espressa in acido oleico, inferiore o uguale a 0,8g per 100g. In tale parametro di acidità rientra anche l’olio vergine di oliva. Tale standard consente facilmente frodi in commercio: l’olio vergine di oliva viene etichettato, infatti, come ‘olio EVO’, con aumento ingiustificato del prezzo e speculazione a danno dei consumatori”.
I controlli, allo stato attuale, colpiscono solo una piccola percentuale del prodotto in commercio, che una volta imbottigliato è difficile da verificare, per gli eurodeputati del gruppo dei Non Iscritti: “Occorre dunque l’abbassamento della percentuale di acido oleico per l’olio EVO al tetto massimo dello 0,5%. Ciò creerebbe un meccanismo virtuoso nel mercato dell’olio di oliva, a vantaggio dei consumatori e del loro diritto di scegliere consapevolmente tra olio vergine e olio extra vergine di oliva”.
Sul tema dei controlli sul mercato dell’olio d’oliva è intervenuto il Commissario europeo, Janusz Wojciechowski, che ha ricordato che “le norme di commercializzazione dell’olio d’oliva prevedono un limite massimo di acidità dello 0,8 % per l’olio extravergine di oliva e del 2 % per l’olio vergine di oliva”, rassicurando inoltre che “Sono stabiliti limiti diversi anche per altre caratteristiche di qualità e purezza, che consentono di distinguere chiaramente queste due categorie”.
“Nondimeno – ha aggiunto il Commissario Wojciechowski -, le norme di commercializzazione dell’UE per l’olio d’oliva sono aggiornate in funzione delle esigenze e dei più recenti sviluppi scientifici e tecnici”.
Sulle norme di commercializzazione dell’UE il Commissario ha ricordato che esse si basano sulla norma commerciale del Consiglio oleico internazionale (COI) che si riunirà il prossimo mese di ottobre per valutare nuove prove scientifiche e la necessità di integrarle nelle definizioni e nelle categorie di oli di oliva, anche fissando nuovi livelli di acidità”.
Wojciechowski ha, infine, ricordato i dati dei controlli effettuati dagli Stati membri sul fronte della lotta alla contraffazione: L’olio d’oliva è un alimento ad alto rischio di non conformità e di frode in ragione del suo elevato valore economico. Per questo motivo è uno dei prodotti alimentari più controllati: nel 2018 gli Stati membri hanno notificato 4 231 controlli della categoria e 5 709 controlli dell’etichettatura. Lo “Studio sull’attuazione dei controlli di conformità”, pubblicato dalla Commissione europea nel febbraio 2020, giunge alla conclusione che il sistema di controllo dell’UE è globalmente adatto allo scopo; individua inoltre azioni che potrebbero contribuire a migliorarlo ulteriormente e che la Commissione continua a perseguire insieme agli Stati membri”.