Risorse proprie e impatto della tassa sulla plastica, Isabella Tovaglieri: “Rischio di disincentivare la ripresa economica”.

La futura tassa sulla plastica, proposta come una delle soluzioni da parte della Commissione europea, potrebbe essere più ‘dogmatica’ che orientata alla ripartenza economica secondo l’esponente del gruppo Identità e Democrazia Isabella Tovaglieri, che, attraverso una recente interrogazione, ha chiesto alla Commissione di riferire circa l’esistenza di valutazioni d’impatto sull’introduzione della tassa sulla plastica in UE, sotto il profilo dei vantaggi ambientali e sulle conseguenze sotto il profilo occupazionale: “La tassa alimenta il dubbio che il criterio primario della Commissione sia più dogmatico che orientato all’economia reale, con il rischio di disincentivare, invece che favorire, la ripresa economica. Rimane anche incerto come questa tassa possa concretamente favorire un consumo più razionale di plastica”.

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La riduzione della produzione di plastica in Europa, ancora, non garantirebbe di per sè un minore impatto ambientale, alla luce del conseguente incremento nell’importazione di materiali plastici da Paesi terzi, per l’esponente di ID: “Il rischio è che con la diminuzione della produzione europea si contribuisca limitatamente a salvaguardare ambiente ed economia, aprendo piuttosto maggiori margini a importazioni di merci estere (plastiche e simili), spesso molto più impattanti sull’ambiente rispetto agli omologhi prodotti europei”.

In risposta all’interrogazione dell’eurodeputata di ID, oggi è intervenuto a difesa della tassa sui rifiuti di imballaggio il Commissario europeo Johannes Hahn, per il quale “non si tratta di un’imposta sulle società, bensì di un contributo versato dagli Stati membri per finanziare il bilancio. Questa risorsa – ha ricordato il Commissario – incentiva gli Stati membri a ridurre l’inquinamento provocato dalla plastica, lasciandoli allo stesso tempo liberi di adottare le misure più adeguate conformemente al principio di sussidiarietà”.

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Contributo, come confermato dal Commissario Hahn, che sarà “versato dagli Stati membri” e “determinato semplicemente in funzione della quantità di rifiuti di imballaggio in plastica non riciclati generati in ciascuno Stato membro, indipendentemente dal fatto che gli imballaggi siano stati prodotti in Europa o in Paesi terzi”.

Nel suo intervento l’esponente della Commissione von der Leyen ha poi rimarcato il percorso di condivisione che ha accompagnato l’introduzione della nuova tassa sugli imballaggi: “Nella concezione di tale risorsa propria, in particolare nel corso della tavola rotonda del 22 marzo 2018, si è tenuto conto del parere dei portatori di interessi, comprese le organizzazioni non governative e le associazioni industriali. La sua concezione è in linea con l’obiettivo di evitare eventuali ripercussioni negative a livello di posti di lavoro”.

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