8° anniversario dell’annessione della Crimea e di Sebastopoli, Josep Borrell: “Impegno a favore della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina”.

A otto anni dall’annessione della Repubblica autonoma di Crimea e della città di Sebastopoli da parte della Federazione Russa, l’Unione europea rimane ferma nel suo impegno a favore della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti. Il punto dell’UE è stato ribadito oggi dall’Alto rappresentante dell’UE, Josep Borrell, ricordando l’indisponibilità dei 27 Paesi membri a riconoscere le nuove Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk come entità indipendenti.

“La crescente militarizzazione della penisola da parte della Federazione Russa – ha dichiarato Borrell in relazione alla Crimea -, continua ad avere un impatto negativo sulla sicurezza nella regione del Mar Nero. In violazione del diritto umanitario internazionale, la Russia ha imposto la cittadinanza e la coscrizione nelle sue forze armate ai residenti della Crimea. In conformità con la risoluzione 76/70 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 9 dicembre 2021, l’Unione europea ricorda gli effetti negativi dell’annessione illegale sulla stabilità regionale, come dimostrato dall’uso ingiustificato della forza militare da parte della Russia contro l’Ucraina il 25 novembre 2018. Inoltre, la Federazione Russa deve cessare di modificare la struttura demografica della penisola con il reinsediamento della propria popolazione civile nella penisola e con la persecuzione dei tartari di Crimea e dell’etnia ucraina”.

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Stigmatizzata, ancora, la costruzione del ponte di Kerch e l’apertura di una tratta ferroviaria senza il consenso dell’Ucraina; “Questi passi – prosegue – costituiscono ulteriori tentativi di integrare con la forza la penisola annessa illegalmente alla Russia e un’ulteriore violazione della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina. L’UE si aspetta che la Russia garantisca il passaggio libero e senza ostacoli di tutte le navi attraverso lo stretto di Kerch da e verso il Mare d’Azov, in conformità con il diritto internazionale. Le restrizioni illegali in corso a tale passaggio hanno conseguenze economiche negative per i porti ucraini nel Mare d’Azov, nonché per la regione nel suo insieme”.

Dopo l’annessione illegale da parte della Federazione Russa, la situazione dei diritti umani nella penisola di Crimea è notevolmente peggiorata. Tenendo presente la storica decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo del 14 gennaio 2021, l’Unione europea ha chiesto il pieno rispetto da parte della Russia del diritto umanitario internazionale, degli standard internazionali in materia di diritti umani e delle pertinenti risoluzioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, inclusa la 76/179 del 16 dicembre 2021.

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“I residenti della penisola – ricorda l’Alto rappresentante – devono far fronte a restrizioni sistematiche delle loro libertà fondamentali, come le libertà di espressione, religione o credo e associazione, e il diritto a riunirsi pacificamente. Giornalisti, difensori dei diritti umani e avvocati subiscono interferenze e intimidazioni nel loro lavoro. I tartari di Crimea, in particolare, continuano a essere perseguitati e sottoposti a pressioni, soprattutto attraverso arresti e detenzioni arbitrarie”.

Conformemente alla risoluzione 76/179 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 16 dicembre 2021, continua Borrell, è fondamentale che i meccanismi di monitoraggio dei diritti umani regionali e internazionali e le organizzazioni non governative per i diritti umani abbiano libero accesso alla Crimea e a Sebastopoli. Tutti i casi pendenti di violazioni e abusi dei diritti umani, come sparizioni forzate, torture e uccisioni, violenze, procedimenti giudiziari a sfondo politico, discriminazione e molestie devono essere indagati a fondo. L’Unione europea non riconosce l’applicazione della legislazione russa in Crimea e nella città di Sebastopoli e si aspetta che tutti i detenuti vengano rilasciati senza indugio: “Condanniamo le recenti detenzioni di massa per motivi politici a danno dei tartari di Crimea. Tutti coloro che sono detenuti nella penisola di Crimea e condannati in violazione del diritto internazionale, inclusi Nariman Dzhelyal, Emir-Usein Kuku e i suoi cinque coimputati, Oleh Prykhodko, Halyna Dovhopola, Enver Omerov, Riza Omerov e Ayder Dzhapparov, devono essere immediatamente rilasciati. Il divieto alle attività del Mejlis, organo di autogoverno dei tartari di Crimea, deve essere revocato”.

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L’Unione europea – si legge nella nota dell’UE – continuerà a lavorare per una fine pacifica dell’annessione illegale della penisola da parte della Russia, come ribadito nella dichiarazione congiunta del primo vertice della piattaforma internazionale per la Crimea tenutosi il 23 agosto 2021.

Sul recente riconoscimento delle Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk e l’invio di truppe russe in Ucraina, Borrell a ribadito che “questi atti minano ulteriormente la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina, rappresentando una grave violazione del diritto internazionale e degli accordi internazionali, tra cui la Carta delle Nazioni Unite, l’Atto finale di Helsinki, la Carta di Parigi e il Memorandum di Budapest”.

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