250 milioni in armamenti. In arrivo l’ultimo “carico” per il Governo di Kiev.

Continua, seppur in sordina (sia per il calo di attenzione mediatica verso il conflitto in Ucraina che per la crescente contrarietà del Congresso americano), l’invio di armi al Governo di Kiev o, meglio, come è stato ridefinito negli ultimi 2 anni ricorrendo ad una forzatura semantica, la consegna di un nuovo pacchetto “di assistenza per l’Ucraina”.

Un’ultima “tornata di assistenza” che segna il 54esimo prelievo di attrezzature militari per l’Ucraina dalle scorte del Dipartimento della Difesa americana dall’agosto 2021. 

250 milioni di piompo dove non mancheranno munizioni di artiglieria da 155 e 105mm, armi anticarro, attrezzature logistiche e missili, a partire dagli HIMARS, Stinger, TOW, Javelin, At-4 e NASAMS, componenti per la difesa aerea e oltre 15 milioni di munizioni per armi leggere. Tutti simboli rappresentativi dell’ideologia democratica americana nonché della capacità diplomatica dell’Amministrazione Biden che, nella speranza di un ripensamento del Congresso, bramerebbe per aumentare l’invio di armi a Kiev, come ricordato recentemente anche dal rappresentante del Pentagono Pat Ryder: “E’ imperativo disporre dei fondi necessari per garantire maggiori capacità sul campo di battaglia”. 

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Ma, con molta probabilità, quello di oggi sarà l’ultimo “regalo” in armamenti all’Ucraina finché il Congresso non autorizzerà fondi aggiuntivi.

Una bella botta per lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, recatosi recentemente a Washington per incontrare Biden e chiedere maggiori aiuti per il Paese.

foto Nato.int