Attività produttive, Sorgia scrive al Presidente Solinas

Da alcuni giorni l’Italia è passata alla ‘Fase 2’. Una nuova tappa che, nell’incertezza generale, richiama sempre più le atmosfere di un quadro a tinte fosche. Specialmente per il mondo delle imprese, ultimo baluardo della creazione di ricchezza in un Paese dove la politica degli ultimi 30 anni si è ostinata (riuscendoci) a sacrificare la produttività delle imprese per garantire il mantenimento di posizioni e bonus sociali anacronistici. 

In questo contesto l’assessore alle Attività Produttive del Comune di Cagliari, Alessandro Sorgia, ha inviato una missiva al Presidente Solinas, chiedendo una maggiore attenzione per le imprese e gli imprenditori locali; i veri eroi della nostra comunità locale e dell’intero Paese!

La lettera di Alessandro Sorgia.

Gentile Presidente Solinas,

nei giorni scorsi ho incontrato i rappresentanti delle attività produttive cittadine i quali mi hanno consegnato il loro grido di dolore per lo stato delle loro aziende e per la prospettiva difficilissima difronte alla quale oggi si trovano: mesi di chiusura e ora, nei casi in cui la riapertura sarà a breve possibile, condizioni così stringenti da non consentire, spesso, il raggiungimento dell’equilibrio economico, così da indurre molti a riflettere seriamente se riaprire o meno.

Non le nascondo che, specie per le attività che operano nel campo della ristorazione e per i pubblici esercizi, un settore non trascurabile dell’economia cittadina, il tempo che ci attende rischia di essere estremamente pesante; così pure per le attività del commercio ambulante e dei mercati all’aperto, chiusi fin dal principio dello stato di emergenza e le cui prospettive sono tutt’altro che rassicuranti.

Gli strumenti a disposizione dell’Amministrazione comunale, in un contesto simile e nel quadro degli interventi normativi, anche recenti, adottati dal Governo, sono estremamente limitati.

Se, da un lato è alta la preoccupazione degli operatori economici per la mancanza di liquidità finanziaria, e per la prospettiva di ottenere questa soltanto facendo ricorso a ulteriori indebitamenti, preoccupazione che si esprime nella accorata richiesta di poter ottenere dei contributi a fondo perduto che consentano loro di far fronte alle pur presenti spese aziendali anche di questo periodo, dall’altro lato è incessante la richiesta di poter riavviare, il prima possibile, le loro attività economiche; di poterle riavviare in un tempo che appare oggi incompatibile con quello previsto dall’ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Venti giorni ulteriori di attesa, perché tanto manca al 18 maggio, quando non addirittura più di un mese, tempo che ci separa dall’inizio di giugno, sono termini che per molte attività rischiano di essere insostenibili.

A fronte di un simile quadro desolante, che scaturisce anche da decisioni che il Governo ha assunto in maniera omogenea per tutto il Paese, c’è un quadro dell’andamento dell’epidemia nella nostra Regione che parrebbe suggerire la possibilità di una modulazione in chiave attenuata di quegli interventi nazionali.

Per questi motivi mi rivolgo a Lei, ben conoscendo la Sua sensibilità politica e l’attenzione verso la Sardegna, affinché valuti la possibilità di adottare a favore delle attività produttive sarde, nell’ambito dei poteri che le norme attuali Le concedono, misure meno gravose di quelle previste dall’ultimo Decreto governativo.

Le presento quindi, anche a nome delle rappresentanze economiche da me recentemente incontrate, l’accorata richiesta di fare tutto quanto è nelle Sue possibilità per consentire, in tutto il territorio regionale o, almeno, nelle aree dell’isola con minori contagi giornalieri, l’introduzione di un più celere programma di riapertura delle attività oggi chiuse e che, alla luce delle disposizioni dell’ultimo dpcm chiuse rimarranno anche dopo il 4 maggio, certo nel rispetto di tutte le cautele e di tutte le prescrizioni igienico sanitarie necessarie previste, cautele di cui, peraltro, l’intera popolazione regionale e, me lo conceda, la popolazione di Cagliari, la più grande città dell’isola intorno alla quale si stende una conurbazione che raccoglie un terzo dell’intera popolazione regionale, ha dato in questi difficili giorni ampia prova.

foto Sardegnagol, riproduzione riservata, 2019 Gabriele Frongia

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