Violenza di genere, i dati dell’Aou Sassari.

Un totale di 89 donne, delle quali 4 vittime di genere (codice adottato soltanto da fine novembre), 61 vittime di violenza altrui, cioè perpetrata all’interno del nucleo familiare, e 24 segnate da trauma di aggressione. Sono questi i dati del Pronto soccorso di Sassari sulle donne vittime di violenza nel 2022 registrate nella struttura dell’Aou di Sassari.

Numeri che possono sembrare piccoli ma, riflettendo sulle mancate denunce, mettono in evidenza quanto la violenza di genere sia un problema sociale complesso e diffuso.

Tema sul quale è stato fatto il punto durante il convegno “Vittimologia, trauma e prevenzione della violenza: aspetti clinici e psichiatrico-forense“, organizzato dalla Clinica psichiatrica dell’Aou Sassari. Un’occasione per mettere attorno al tavolo professionisti, medici, psichiatri, psicologi, avvocati, esperti del mondo dell’associazionismo che ogni giorno si occupano di dare assistenza e supporto alle vittime di violenza.

Dal 2018 nella Clinica psichiatrica è infatti attiva l’Unità di Vittimologia e trauma che ha in carico circa 120 pazienti vittime di eventi traumatici, di cui il 90 per cento donne vittima di violenza interpersonale e domestica.

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“Se guardiamo il dato nazionale dell’Istat del 2021 – spiega Paolo Pinna Parpaglia, direttore del Pronto soccorso sassarese – con 18,4 vittime che denunciano la violenza su 10mila accessi alle strutture sanitarie, vediamo che si tratta di numeri significativi ma che rappresentano la punta di un iceberg. Dietro c’è un sommerso, perché molte non dichiarano la violenza e chi arriva in ospedale, in Pronto soccorso, è una quota, probabilmente, minoritaria”.

“Nel nostro pronto soccorso al Materno infantile – ha aggiunto Giampiero Capobianco, direttore di Ginecologia e Ostetrica – abbiamo avuto modo di vedere donne, ma anche bambine, vittime di violenza sessuale”. Vittime nei confronti delle quali è necessario adottare un linguaggio che sia rassicurante. Per questo motivo, sia Pinna Parpaglia sia Capobianco hanno rimarcato l’adeguata formazione che gli operatori devono avere in quest’ambito, utile anche a riconoscere immediatamente il fenomeno. “È anche necessario l’utilizzo di un codice di priorità – hanno detto – affinché la vittima di violenza sia presa in carico nel più breve tempo possibile e sia portata in un’area protetta. Questo anche per evitare il “rischio di ripensamento” e l’abbandono del Pronto soccorso”.

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E durante il convegno è stata anche annunciata la prossima adozione, da parte della Aou di Sassari, di un percorso diagnostico terapeutico assistenziale (pdta) “Codice rosa” per le persone in condizioni di fragilità, vittime di violenza e abuso. Un percorso che coinvolge più strutture, dal Pronto soccorso all’Obi, dalla Ginecologie e Ostetricia alla Medicina legale, dalla Psichiatria alla Psicologia ospedaliera.

“ll Codice rosa – per il direttore generale dell’Aou di Sassari, Antonio Lorenzo Spano – è un percorso che deve essere strutturato all’interno delle Aziende. È un percorso trasversale, perché chiama in causa vari soggetti, medici, infermieri, tecnici, psichiatri, psicologi. Chiama in causa diverse strutture: il Pronto soccorso, la Ginecologia e Ostetricia, la Medicina legale, la Psichiatria e la Psicologia ospedaliera. È un percorso che si interseca con l’esterno, con i tribunali, le forze dell’ordine, le associazioni contro la violenza. C’è la necessità, davvero, di avere un percorso integrato che dica non solo chi fa cosa ma anche, in questo caso, come fare. Un percorso così delicato che la modalità con la quale vai ad attuarlo è la vera discriminante. è quello che fa cambiare un servizio dato in maniera delicata, concreta a un servizio che potrebbe essere dato lo stesso ma non nelle giusta maniera”.

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