Una Sartiglia da scoprire con la mostra “La favola delle nozze di principi e principesse”.

C’è una Sartiglia diversa da scoprire e conoscere. La racconta, in queste settimane e fino all’11 marzo, attraverso preziose carte d’archivio, la mostra “La favola bella delle nozze di principi e principesse e le sortilles de la nobilissima ciudad de Oristan”, ospitata all’Antiquarium Arborense.

Organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Oristano e dalla Fondazione Oristano, con il supporto scientifico dell’Archivio Storico comunale, del Museo cittadino e del Centro di Documentazione sulla Sartiglia, l’esposizione racconta la giostra in un’ottica nuova, come ricordato da Massimiliano Sanna, assessore comunale alla Cultura: “A partire dai documenti d’archivio più antichi – dal XVI al XIX secolo – vengono proposte sortilles (voce catalana che indica l’anello e la giostra all’anello) e sartillas (voce campidadese, derivata da quella catalana, con i medesimi significati) che hanno allietato la Città in occasioni speciali quali i matrimoni gettando le basi storiche, culturali e tradizionali della giostra odierna”.

LEGGI ANCHE:  Bastida di Sorres, tutto pronto a Borutta per la rievocazione del 1334.
La mostra “La favola bella delle nozze di principi e principesse e le sortilles de la nobilissima ciudad de Oristan”

Tra i documenti presenti nella mostra, visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 20, saranno esposte le testimonianze documentali originali dei festeggiamenti svoltisi in Oristano per le nozze di Filippo V, re di Spagna, e Maria Luisa di Savoia (1702), Carlo Emanuele e Cristina del Palatinato Sulzbach (1722), Carlo Emanuele e Polissena d’Assia (1724), Vittorio Amedeo di Savoia con Maria Antonietta di Borbone Infanta di Spagna (1750), Vittorio Emanuele Duca di Savoia e Maria Adelaide Arciduchessa d’Austria (1842).

Un’opportunità per scoprire anche alcune curiosità del passato, come i 24 giorni di festeggiamenti per l’unione di Vittorio Emanuele Duca di Savoia e l’Arciduchessa d’Austria Maria Adelaide a Torino: un vero e proprio salasso per le casse comunali dell’epoca, che destinò circa 200mila lire (equivalenti a circa 1,1 milioni di euro) per le celebrazioni.

LEGGI ANCHE:  Il gemellaggio tra la Sartiglia e l’Alka di Sinj compie 10 anni.

Fasti che videro la partecipazione della Sardegna, culla del Regno Savoia. Anche qui, secondo la consuetudine, si partecipava a dimostrazioni di giubilo alle quali tutti erano invitati a partecipare: i gremi, gli artigiani che interrompevano il lavoro, uomini e donne del popolo con un età superiore ai 14 anni che si recavano nella piazza della città a festeggiare i nuovi principi. Si organizzavano mascherate, corse alla stella e tornei. Il popolo veniva intrattenuto da balli sardi. Di notte la città era illuminata dai fuochi, i cavalieri ed i cittadini illuminavano le finestre delle proprie abitazioni con due ceri.