Tirocini nell’UE: la Commissione prova a migliorarne la qualità.

I tirocini di qualità possono aiutare i giovani ad acquisire un’esperienza pratica di lavoro e nuove competenze per poi trovare un lavoro di buona qualità, mentre per i datori di lavoro rappresentano un’opportunità per attrarre e formare persone di talento e offrire loro un impiego. Ma, come ampiamente noto, in Euroa trovare un tirocinio di qualità non è una missione facile per i giovani europei.

Da qui la decisione, probabilmente tardiva, della Commissione europea di procedere dopo la valutazione sulla qualità dei tirocini in Ue portata a termine nel 2023. Meglio tardi che mai, direbbe qualcuno/a…

Nel merito la Commissione europea ha proposto di migliorare le condizioni di lavoro dei tirocinanti, anche per quanto riguarda la retribuzione, l’inclusività e la qualità dei tirocini nell’UE.

Nel 2019, anno al quale si riferiscono gli ultimi dati affidabili disponibili, si stima che nell’UE vi fossero 3,1 milioni di tirocinanti, circa la metà dei quali (1,6 milioni) ha usufruito di tirocini retribuiti.

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La proposta di direttiva aiuterà gli Stati membri a migliorare e far rispettare condizioni di lavoro di buona qualità per i tirocinanti e a combattere il fenomeno dei rapporti di lavoro stabili spacciati per tirocini. Se però si continuerà a puntare su iniziative fallimentari e di scarso impatto come il programma Garanzia Giovani, l’impressione è che la Commissione europea porterà avanti l’ennesima iniziativa spot e di facciata.

Dovendo attendere l’esito di questa nuova inizativa della Commissione, per il momento è dato sapere che tra gli elementi principali della proposta di direttiva è previsto il principio di non discriminazione, che garantisce che, per quanto riguarda le condizioni di lavoro, compresa la retribuzione, i tirocinanti siano trattati allo stesso modo dei dipendenti in pianta stabile, a meno che un trattamento diverso sia giustificato da motivi oggettivi, quali la differenza di mansioni, responsabilità inferiori, l’intensità di lavoro o il peso della componente di apprendimento e formazione.

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Ancora, la garanzia che i tirocini non servano per nascondere posti di lavoro stabili: tale obiettivo sarà conseguito attraverso controlli e ispezioni (gli Stati membri utilizzeranno la durata come possibile parametro di valutazione) e chiedendo alle imprese di comunicare il numero, la durata e le condizioni di lavoro dei tirocini. Aspetto, questo, di difficile applicazione anche per la “distante” Commissione europea che, sulle pecche dei vari Stati europei ha da sempre risposto con il famigerato “limite di competenza europea”.

La proposta di direttiva della Commissione sarà discussa dal Parlamento europeo e dagli Stati membri. Dopo che i colegislatori avranno adottato la proposta di direttiva, gli Stati membri disporranno di 2 anni di tempo per recepirla nel diritto nazionale. Insomma, passi da elefante!

La raccomandazione sarà presentata al Consiglio per esame e adozione; successivamente, la Commissione sosterrà gli Stati membri nell’attuazione della raccomandazione e li inviterà a tenerla aggiornata sulle iniziative nazionali, le riforme, le migliori pratiche e le statistiche.

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Ma di toni autocelebrativi e narrazioni autoreferenziali la Commissione non può privarsi, come sembrerebbe indicare la dichiarazione di Valdis Dombrovskis, Vicepresidente esecutivo dell’Esecutivo von der Leyen: “Il pacchetto odierno promuoverà tirocini di qualità in tutta l’UE, aiutando i giovani ad accedere a migliori opportunità per passare dallo studio al luogo di lavoro e assisterà le imprese nella ricerca, nella formazione e nell’assunzione di giovani talenti. Vogliamo creare maggiori opportunità in tutti i settori e offrire tirocini retribuiti accessibili a tutti i giovani, indipendentemente dall’estrazione socioeconomica. Migliorando l’accesso ai tirocini e la loro qualità stiamo cercando anche di attenuare le carenze di manodopera e di competenze, aiutando le imprese a prosperare e i giovani a trovare un lavoro che corrisponda alle loro competenze e interessi: questo contribuirà a sua volta a creare nell’UE un mercato del lavoro più inclusivo e dinamico per i giovani”.

Se due anni per prendere una decisione sono ascrivibili coerentemente al concetto di dinamismo…

foto Christophe Licoppe European Union, 2023 Copyright